capture 047 07052020 102426Renziani e dem spingono per regolarizzare 600mila immigrati: "È questione di civiltà"

«La regolarizzazione dei migranti è una questione di civiltà» spiega Teresa Bellanova, ministra renziana dell'Agricoltura e delegata governativa per la maxisanatoria di circa 600mila immigrati irregolari. Il pretesto è quello di salvare i raccolti che senza manodopera, con le frontiere chiuse agli stagionali, rischiano di saltare. «O si lasciano i campi incolti o si sceglie di regolarizzare queste persone sottraendole ai caporali» dice la ministra. In realtà non mancano le alternative, ad esempio utilizzare i percettori di reddito di cittadinanza idonei e impiegarli, pena la perdita dell'assegno statale, nelle migliaia di aziende agricole italiane in difficoltà per mancanza di braccianti. Oppure incrociare offerta e domanda, come ha fatto Coldiretti che ha già raccolto - sul suo portale JobinCountry - quasi seimila candidature volontarie di italiani pronti a lavorare nei campi. Si sono offerti studenti, pensionati, cassaintegrati, «ma non mancano operai e addetti del settore turistico e della ristorazione, desiderosi di dare una mano agli agricoltori in difficoltà e salvare i raccolti» spiegano da Coldiretti. Non è affatto vero, insomma, che gli italiani non vogliono lavorare nei campi, il problema semmai sono le regole troppo rigide sul lavoro e l'assenza dei voucher (eliminati nel 2018 e osteggiati dal sindacato) che invece avrebbero permesso di impiegare rapidamente migliaia di italiani pronti a darsi da fare.

 

Ma la strada che segue il governo è un'altra, regalare il permesso di soggiorno agli stranieri irregolari, includendo non solo quelli impiegati in agricoltura ma anche colf, badanti e lavoratori nell'edilizia, un obiettivo che la sinistra in Italia persegue da tempo. Infatti da Leu arriva l'esortazione a non limitarsi ai braccianti agricoli irregolari, ma a regolarizzare proprio tutti gli immigrati clandestini presenti in Italia, farlo «non è solo un dovere morale ma anche un'esigenza vitale della nostra intera economia nel momento più difficile» dice la capogruppo di Leu Loredana De Petris. L'emergenza virus come pretesto per una sanatoria di proporzioni enormi. Dallo ius soli, allo ius Covid.

Se però Pd e soprattutto Iv spingono per far passare la sanatoria già nei prossimi giorni infilandola nel decreto Maggio (si chiamava dl Aprile ma è slittato), a frenare sono i Cinque stelle che temono un forte contraccolpo di consenso. Le riserve dei grillini sono emerse già ieri durante il tavolo tra la Bellanova, la responsabile del Viminale Luciana Lamorgese, il ministro del Sud Giuseppe Provenzano (Pd) e la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo (M5s). Lo scontro però è rinviato. «Possono fare tutte le riunioni che credono - dice una fonte di governo M5S all'Adnkronos - ma le decisioni le prendono poi Conte con i capi delegazioni, ed è lì che faremo saltare il banco...». Diversi esponenti di governi M5s hanno chiesto a Vito Crimi, capo politico del movimento, di stoppare pubblicamente la proposta Bellanova. Crimi avrebbe risposto che il M5s farà battaglia al momento opportuno. «I renziani cercano solo un pretesto per creare discordia ma non la spunteranno. Con i problemi che abbiamo, non c'è certo spazio per sanatorie» lamenta un altro big grillino.

Sulle barricate c'è poi tutto il centrodestra, da Fi alla Lega a Fdi contro la sanatoria proprio mentre aumentano gli sbarchi a Lampedusa (136 persone solo ieri) e il Viminale conferma l'intensificarsi delle partenze dalla Tunisia. Non una coincidenza, secondo l'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini: «Solo l'annuncio della maxi sanatoria ha moltiplicato gli sbarchi, nonostante il virus. Italia campo profughi? No, grazie»

di Paolo Bracalini per www.ilgiornale.it