I media italiani ed i politici al Governo in queste ore sono profondamente indignati per l’approvazione di una legge del Parlamento Ungherese che conferisce a Orban i poteri speciali per affrontare la fase di emergenza.
Per capire quanto siano ipocriti e inaccettabili queste critiche cerchiamo di ricordare chi è Orban e soprattutto quale sia stato il suo percorso politico.

Dopo la transizione democratica ungherese del 1990, Orban è stato eletto all’Assemblea Nazionale Ungherese. Badate bene alla parola “eletto“, questa sconosciuta.
Dopo un importante numero di seggi raggiunto dal suo partito alle elezioni del 1998, Orban è stato nominato Primo Ministro ungherese.

Parliamo quindi di 22 anni fa: avete mai visto un dittatore che diventa capo del Governo nel ’98 e decide di instaurare la dittatura 22 anni dopo, dopo essersi sempre presentato alle elezioni e dopo essere finito più volte anche all’opposizione?
Orban ha poi ottenuto una vittoria schiacciante nel 2010, mantenendo la maggioranza nel 2014 e nel 2018.
Nell’agosto di quell’anno è diventato il secondo Premier con il mandato più longevo in Ungheria.

 

Non esiste in Italia e in Europa un Primo Ministro che sia diventato tale 22 anni fa e che lo sia ancora oggi, alternando maggioranza ed opposizione nella sua carriera politica.

Vediamo invece da che pulpito viene la predica in italia: Giuseppe Conte sbuca politicamente dal nulla nel 2018, non s’è mai presentato ad una elezione in vita sua, mai un voto preso. Viene messo a capo di esecutivi con due coalizioni con forze politiche agli antipodi, senza alcuna legittimazione popolare.
Il suo secondo mandato è privo di consenso, in quanto i due partiti che formano l’esecutivo vengono messi insieme da una legge, non dal popolo.

Conte tradisce arbitrariamente il mandato parlamentare sulla questione della riforma del Mes, attribuendosi da sé pieni poteri su quella delicata materia prima che l’emergenza la giustificasse in qualche modo.
Per gestire l’emergenza sospende le elezioni regionali, sospende i referendum.
Con un decreto al giorno, scritto a quattro mani con un ex inquilino del Grande Fratello obbliga la gente a stare in casa, le attività a chiudere.
Molte di queste iniziative le comunica via social, non si presenta in Parlamento a riferire sulla questione del Mes, tratta con l’Europa senza sentire il parere delle opposizioni e senza i necessari passaggi parlamentari: tutto con la giustificazione dell’emergenza pandemica.

Oggi però su tutti i media nasce il mantra di Orban “dittatore”, che con la scusa dell’emergenza sanitaria chiede al Parlamento ungherese pieni poteri.

In tutto questo non dimenticate che noi già nel 2011 abbiamo permesso ad un Presidente del Consiglio mai votato di arrogarsi pieni poteri, di modificare la nostra Costituzione introducendo il pareggio di bilancio, di firmare il Fiscal Compact, di firmare il Mes (che è nato ben prima del 2020) giustificandolo ancora una volta dietro la parola “emergenza”.
Quella volta si trattava di un’emergenza economica, stavolta è sanitaria: il registro è lo stesso.

L’Europa dice ora di voler intervenire sul caso Orban, ma l’Europa chi?
Quella che ha affidato pieni poteri ad istituzioni non elette? Quella che ha tolto al proprio parlamento le prerogative dei normali parlamenti?
O quella che ha tolto alla sua Banca Centrale le normali prerogative delle banche centrali?

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