Due pesi e due misure. Lunedì 18 maggio 2020, ore 20, a Largo Preneste, Roma. Oltre un centinaio di immigrati islamici si si sono assembrati, senza che nessuno dicesse loro nulla. Il video documenta il sit in la riunione e l’impotenza delle forze dell’ordine.

Assembrati in piazza per la preghiera islamica

Secondo il sito Roma Today, gli immigrati assembrati erano giustificati dalla “prima preghiera pubblica per la comunità musulamana. Un iftar pubblico, il momento della giornata di Ramadan in cui si rompe il digiuno. L’appuntamento è stato organizzato dall’associazione Greater Dhaka e coordinato dall’associazione Dhuumcatu-Onlus“. Rispetto delle distanze e mascherine? Gli organizzatori assicurano di sì.

 

Il (mal)trattamento delle mascherine tricolori

Nel video, però, si vedono le forze dell’ordine che assistono al sit in a debita distanza. Nessuno si sogna di verificare il rispetto delle norme. Peccato che la stessa tolleranza non valga quando gli assembrati sono italiani. Sono inftti numerose le segnalazioni di persone multate per non avere indossato la mascherina. L’ultima, in ordine di tempo, la giornalista Alda D’Eusanio. Ma anche Marco Militello, noto consulente del lavoro, ha denunciato sui Social lo stesso trattamento subito.

Lamorgese e il pugno duro con i manifestanti (italiani)

Ma i due pesi e due misure sono soprattutto relativi alla manifestazione delle mascherine tricolori. Appena 48 ore prima, la pacifica iniziativa dei cittadini italiani era stata gestita con metodi brutali. Perché due pesi e due misure? Un interrogativo che andrebbe posto anche al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Perché gli italiani non possono fare quello che è invece consentito agli immigrati?

di Guido Liberati per www.secoloditalia.it