capture 131 20052020 191302Linciaggio vergognoso, insulti e minacce infami via social. Scene dell’altro mondo. Al  presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci,  dopo la nomina ad assessore della Cultura del leghista Alberto Samonà alla guida dell’Assessorato ai Beni culturali sono giunte addirittura minacce di morte. E’ lo stesso Musumeci in una diretta facebook a darne notizia.  “Farai al fine del topo”, “Ti appenderemo a testa in giù”, “Hai i giorni contati”, “Ti auguro una morte lenta e dolorosa”: queste alcune frasi miserabili rese note dallo stesso governatore.  Che va avanti senza indugio sulla sua strada.   “Per alcune di queste frasi se ne occupa già la polizia e per altre sono in corso le identificazioni degli autori”. E ha aggiunto con il consueto garbo che lo contraddistingue: “E’ giusto contestare una iniziativa del presidente della Regione se non la si condivide ma questo dissenso deve essere espresso in maniera corretta”.

La replica di Musumeci

Musumeci risponde per le rime poi agli attacchi del Pd dopo la nomina di Samonà, persona preparata:  “Stiano zitti quelli del Partito democratico, che con Crocetta hanno cambiato 54 assessori in due anni. Con quel governo in due anni e mezzo sono arrivate 22 nomine di assessori, io ne ho fatte soltanto due”.  “Per la Cultura misero assessori che non volevano neanche restare al proprio posto – ricorda Musumeci -. Lo scienziato Zichichi non diede vita neanche a una delibera e Franco Battiato si chiese: ‘cosa ci sto a fare io qui?'”. E continua: “Come possono parlare di rimpasto? Nessun rimpasto, abbiamo solo completato la giunta con il dodicesimo assessore”.

 

Gli elogi ad Alberto Samonà

Poi gli elogi per Samonà, ex Msi, già collaboratore del nostro quotidiano, che ha dato prova di grande preparazione: “Alberto è la sintesi della militanza politica e della preparazione. Sintesi che serve a portare avanti il programma su cui il presidente della Regione ha ottenuto il consenso dei siciliani”. La sua nomina in quota Lega ha portato la sinistra al delirio. ricordiamo quello di Andrea Scanzi. Con la consueta signorilità Musumeci ha rilevato: “Ho seguito alcune proteste di questi giorni. Mi chiedevo quale fosse il motivo scatenante: sono alle prese con il coronavirus, con la fase 2, mi occupo di cose serie e importanti. Ho cercato di capire il perché di questa protesta nei confronti di una forza politica che non è la mia”,  ha detto ancora Musumeci. La Lega nei confronti del Mezzogiorno usava luoghi comuni che non abbiamo mai accettato. Adesso
è diventato un partito nazionale. Ne prendiamo atto e siamo contenti. Da quando è diventato un partito nazionale, alle Europee ha avuto in Sicilia e Sardegna il 22%, era mia alleata nel 2017″.

di Gabriele Alberti per www.secoloditalia.it