capture 291 01062020 173843Già dai tempi del caso Diciotti si pensava di attaccare Matteo Salvini, anche se vi era il forte timore di renderlo una “vittima” ed incrementare il gradimento degli italiani nei suoi confronti. Felice dell'offensiva scagliata contro l'allora ministro dell'Interno, Palamara si congratula con Minisci

Passano i giorni e la posizione dei magistrati anti-Salvini non fa che aggravarsi. La pubblicazione delle chat su Whatsapp ha scatenato una vera e propria bufera, arrivata a far traballare lo stesso Consiglio superiore della magistratura (Csm) del quale il leader della Lega ha addirittura chiesto lo scioglimento rivolgendosi al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Se l'organo costituzionale rimane in ogni caso blindato, lo stesso non si può dire del magistrato Luca Palamara che, nonostante le frettolose scuse, continua ad essere nell'occhio del ciclone. Stando all'ultimo articolo de “La Verità”, gli attacchi indirizzati all'ex vice-premier erano ben studiati e mirati. Non si sarebbe trattato di un malinteso.

I magistrati coinvolti volevano attaccare Matteo Salvini, ma si erano accorti di quanto i cittadini italiani fossero vicini al loro ministro dell'Interno, fin dal caso della nave Diciotti (estate 2018).

 

Finito al centro del dibattito mediatico, Luca Palamara si ritiene una vittima, e l'altra sera ha cercato di difendersi durante la trasmissione “Non è l'Arena” di Giletti: “Ho anticipato il Covid: chi ha attuato il distanziamento sociale con me si è salvato”, ha infatti dichiarato, come riportato da “Huffington post”. “Io il male assoluto? Potrebbe fare comodo a qualcuno farlo pensare. Certo non ho inventato io il sistema della correnti nella magistratura”, ha continuato. E, per quanto riguarda le parole contro Salvini:“Si vuole sintetizzare in maniera frettolosa e sbagliata un ragionamento. Quella è una frase decontestualizzata”.

Eppure che Luca Palamara si trovasse coinvolto in una sorta di macchinazione finalizzata a danneggiare il leader del Carroccio pare fin troppo evidente dai messaggi. Impegnato a preparare un comunicato stampa per il Consiglio superiore della magistratura volto ad attaccare Matteo Salvini, il 25 agosto 2018 Palamara si confida con Francesco Cananzi, attuale segretario generale Unicost, senza trovare il suo appoggio. Il collega, infatti, si mostra titubante:“Ma non avevamo detto che non era il caso?”.

“Anche io ho timore a creare un martire ma un ministro dell'Interno non può permettersi di dire a qualsiasi procuratore della Repubblica quello che deve o non deve fare. A prescindere se il procuratore sbaglia o meno. Mina i fondamentali dello stato di diritto”, replica Palamara. “Mi sembra che così non solo lo facciamo vittima, ma depotenziamo e inquiniamo l'indagine”, continua però Cananzi.

Malgrado i dubbi ed i tentennamenti, si decide comunque di procedere contro Salvini, e partono gli strali. Lo stesso giorno dei messaggi a Cananzi, sul telefono di Palamara arrivano anche i whatsapp di Francesco Minisci, presidente dell'Associazione nazionale magistrati. “Ho fatto comunicato. Fra un po' lo trovi in rete”, scrive il magistrato, riferendosi ad un documento piuttosto pesante, che porta le firme di tutta la giunta esecutiva centrale. Un documento che contiene una durissima arringa contro l'allora ministro dell'Interno, accusato, fra le altre cose, di aver “rilasciato dichiarazioni tendenti a orientare lo sviluppo degli accertamenti con riguardo ai soggetti potenzialmente responsabili”, come riportato da “La Verità”. “Nessun altro soggetto può sostituirsi ai magistrati”, si legge ancora nel comunicato. “Né suggerire o dettare le strade giudiziarie da percorrere, neanche un membro del governo, che ha il dovere istituzionale di rispettare le prerogative costituzionali della magistratura”.

Il documento rilasciato dal presidente dell'Anm esalta Luca Palamara, che si mostra decisamente soddisfatto. Le sue dichiarazioni, del resto, sono scritte nero su bianco:“Bravo Ciccio... Bravissimo”.

di Federico Garau per www.ilgiornale.it