capture 320 03062020 120949In Cina continua a tenere banco il caso della censura nei confronti di quelle persone che avevano cercato di lanciare immediatamente l'allarme del coronavirus. Le autorità le avevano costrette a tacere, salvo poi chiedere loro scusa, ma le polemiche non si placano: dopo la morte di Li Wenliang, il medico-eroe che per prima aveva avvisato del pericolo di una nuova epidemia polmonare, spunta il caso di Chen Qiushi. Quest'ultimo è un avvocato, famoso anche come blogger, che è sparito nel nulla: il Giorno riporta che di lui non c'è traccia in casa, in ufficio e in rete. Per approfondire leggi anche: I 5 giorni in cui il quadro clinico degrada "Ho paura, ho il virus davanti e le forze dell'ordine cinesi alle spalle", aveva dichiarato per l'ultima volta lo scorso 30 gennaio. Adesso anche Amnesty International si interroga su che fine abbia fatto. Il 7 febbraio la madre ha denunciato la scomparsa, convinta che sia stato messo in quarantena con la forza per nascondere ragioni mediatico-politiche: l'avvocato era infatti seguitissimo sui social cinesi, toccava anche il milione di visualizzazioni a video. D'altronde è risaputo che Wuhan e la provincia dell'Hubei sono state sottoposte ad un ferreo controllo militare, che prevede anche la segregazione degli abitanti. Inoltre circolano tante voci riguardo ad arresti sanitari mirati: l'ordine è di mettere in quarantena tutti i casi sospetti di contagio. Secondo il Giorno, la tensione è così alta che bastano due linee di febbre e la denuncia di un vicino per trovarsi fuori di casa.

 

Addirittura sono state filmate persone trascinate e portate via di peso dalle proprie abitazioni, così come una donna che è stata messa in isolamento solo perché sorpresa al supermercato. Insomma, la Cina sta gestendo l'emergenza coronavirus in maniera violenta e pericolosa, terrorizzando tutti i cittadini che hanno anche solo un raffreddore.

di Gabriele Galluccio per www.liberoquotidiano.it