privacy dirigenti stataliRicorso dei funzionari contro la Legge Madia. Il sindacato che li rappresenta presenterà diffide ai ministeri e chiederà la sospensione immediata della norma: “I malintenzionati potrebbero seguirci fino a casa”. Se un dirigente pubblico guida una Ferrari, i cittadini non devono saperlo: c’è la privacy. In prima linea nel difenderla si sono schierati i capi dei dipartimenti e dei servizi del Garante per la protezione dei dati personali. Ora, confortati dal precedente andato a buon fine (il Tar del Lazio ha dato loro ragione), si muovono compatti tutti gli altri, rappresentati dal sindacato Unadis (Unione nazionale dei dirigenti dello Stato). Che annuncia diffide ai ministeri e ricorsi alla giustizia amministrativa. Nel mirino c’è il Freedom of information act italiano, adattamento della legge Usa che garantisce ai cittadini l’accesso a ogni informazione in possesso dello Stato.

Il Freedom of information act italiano prevede, per trasparenza, che rendano noti non solo il reddito ma anche le proprietà immobiliari e gli altri beni che possiedono. Il sindacato presenterà diffide ai ministeri e si rivolgerà al Tar del Lazio chiedendo la "sospensione immediata" della norma: "I malintenzionati che potrebbero seguirci fino a casa". Ma i dati sensibili devono essere cancellati.

Il fatto è che in nome della trasparenza la nuova normativa, contenuta in uno dei decreti attuativi della riforma Madia della pubblica amministrazione, obbliga i dirigenti pubblici a rendere nota la loro situazione patrimoniale, cioè le proprietà immobiliari e gli altri beni di cui sono in possesso. Una misura che ha l’obiettivo di far emergere eventuali differenze macroscopiche tra lo stile di vita che conducono e il reddito che ricevono dal ministero, dall’agenzia fiscale, dall’ente locale o dalla partecipata pubblica di cui sono dipendenti. Differenze che, nel caso ci fossero, potrebbero far suonare un campanello d’allarme e aprire la strada a verifiche su eventuali fenomeni di corruzione.

.............................

dall'articolo di Chiara Brusini per ilfattoquotidiano.it

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna