capture 018 10062020 103222Le associazioni sindacali Adc, Aidc, Anc, Andoc, Fiddoc, Sic, Unagraco, Ungdcec e Unico, hanno fatto sapere di aver presentato denuncia querela "per tutelare opportunamente la categoria e la sua immagine". Saviano, a "Che tempo che fa" aveva affermato che erano i commercialisti a segnalare agli usurai le aziende in difficoltà economica

Non sono bastate le argomentazioni di Roberto Saviano: le 9 associazioni sindacali dei dottori commercialisti hanno alla fine deciso di querelarlo per le affermazioni fatte nel corso della trasmissione "Che tempo che fa" di domenica 24 maggio scorso. Il giornalista-scrittore, infatti, alla domanda di Fabio Fazio, fatta nel corso della puntata , su "come fa la criminalità organizzata a trovare i propri clienti? Come sa chi cercare e dove trovarli?", aveva affermato che erano i commercialisti a segnalare agli usurai le aziende in difficoltà economica. Le associazioni sindacali Adc, Aidc, Anc, Andoc, Fiddoc, Sic, Unagraco, Ungdcec e Unico, con una nota congiunta, hanno fatto sapere di aver presentato "venerdì scorso, per il tramite del legale incaricato, la loro denuncia querela. La denuncia querela è un atto a cui le Associazioni nazionali hanno deciso di dare seguito per tutelare opportunamente la categoria e la sua immagine".

 

Non sono bastate, insomma, alla categoria, le argomentazioni fornite da Saviano a risposta della richiesta di chiarimenti che erano state avanzate dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e dai sindacati. "Affermazioni tanto generiche e irresponsabili non sono tollerabili", aveva commentato a caldo il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani. "Se Saviano è a conoscenza di casi specifici siamo certi non esiterà a segnalarli immediatamente alla magistratura. Per il momento non possiamo non ricordargli che le aziende sequestrate alle mafie sono gestite praticamente in esclusiva dai commercialisti, che per questa scelta di campo sono esposti e spesso indifesi, costretti a lavorare in condizioni di assoluta precarietà. Impossibile non ricordare inoltre che i commercialisti sono anche destinatari della normativa antiriciclaggio che impone loro, tra le altre cose, di segnalare alle autorità di vigilanza le operazioni sospette compiute dai loro clienti”.

E Saviano, utilizzando le colonne di Repubblica, anzicchè rettificare, ha ulteriorimente rincarato la dose. In un articolo intitolato "I tanti professionisti della nuova mafia", Saviano ha scritto: "Quando un'azienda comincia ad andare in crisi, le organizzazioni criminali avvicinano alcuni professionisti permeabili - come può essere un commercialista che è persona di cui spesso l'imprenditore si fida - e avvertono che esiste una possibilità per non soccombere alla mancanza di liquidità". "È evidente che non parlavo di un'intera categoria, ma solo di alcune persone che la disonorano con il loro comportamento", ha specificato lo scrittore napoletano. "Non ho generalizzato né criminalizzato un ordine professionale, ma raccontato una dinamica e l'ho raccontata perché la studio da anni". Saviano, richiamando rapporti dell'Antimafia e analisi di centri studi, aveva quindi aggiunto: "mi domando: ma davvero non sapevate ciò che ho raccontato domenica sera a 'Che tempo che fa?' Davvero non sapevate che le organizzazioni criminali usano professionisti per entrare nel tessuto economico legale? Io credevo fosse assodato, credevo conosceste queste dinamiche. Fingete di non sapere o davvero - cosa imperdonabile - non sapete che ormai da decenni la pratica mafiosa, e più in generale il prestito a usura alle aziende avviene con la mediazione di professionisti, commercialisti, avvocati, bancari?". "A chi si è indignato tra politici e vertici di categoria dico: o non sapevate nulla di tutto questo, e sarebbe grave, o state mentendo e questa vostra attitudine sfiora la complicità. Ecco la linea disegnata a terra, da un lato gli inconsapevoli, dall'altro i complici: guardatela bene, pensateci e, senza fretta, scegliete da che parte stare", aveva concluso Saviano.

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