capture 055 13062020 174409La notifica del sequestro del palazzo di via Napoleone III, occupato da CasaPound, si è rivelata un boomerang per chi l’aveva proposta e cavalcata. Dagli atti risulta che lo stabile è stato sequestrato per il solo reato di occupazione abusiva e non per quello infamante di associazione a delinquere finalizzata all’odio razziale. Per il Gip Zsuzsa Mendola, infatti, l’accusa mossa dal pm Eugenio Albamonte è, di fatto, priva si sostanza e da rigettare in vista del dispositivo di sequestro. Uno smacco niente male per quanti avevano sperato di poter dare la spallata giudiziaria al “nemico” politico. E, insieme, una figuraccia per chi, a partire da Virginia Raggi, si era beato dell’atto d’accusa firmato dal pm, ormai ribattezzato “partigiano” per le sue esplicite simpatie per l’Anpi.

Quei titoli tendenziosi su CasaPound

Eppure, a leggere i giornali di oggi, pare che qualcuno non si voglia proprio rassegnare al fatto che CasaPound non è “un’associazione a delinquere”, come teorizzato da Albamonte & co. Fra tutti spicca il titolo dell’edizione romana del Corriere della Sera. «”Stop all’attività criminosa”. La Gip sequestra il palazzo», vi si legge, mentre il sommario recita: «CasaPound, richiesta di altre prove per l’istigazione all’odio». Insomma, benché il Gip sia stato molto netto nel chiarire che i fatti contestati a Cpi non consentono di contestare all’organizzazione quel reato così odioso, tutto il titolo del Corriere induce a far credere il contrario. Nel pezzo, poi, del rigetto dell’accusa di istigazione all’odio si dà conto solo in coda, dopo una lunga prolusione sull’occupazione abusiva. Insomma, non esattamente dopo uno scooppone, considerato che tutti sanno che l’esperienza dello stabile di Napoleone III nasce da una occupazione a scopo abitativo.

 

Il vero scoop: la cronaca di “Repubblica”

Più (incredibilmente, verrebbe da dire) equilibrato il titolo di Repubblica, che si attiene alla notizia. «“Abusivi, non razzisti”. Il giudice ridimensiona le accuse a CasaPound». Nel sommario viene dato conto del commento del movimento sul fatto che lo sfratto è “solo un annuncio” e del botta e risposta tra la Raggi e il Mef.

Lo stesso pezzo – firmato da Francesco Salvatore e Maria Elena Vincenzi e non dal solito “esperto” di fascisteria Paolo Berizzi – sembra volersi rifare più alla cronaca che all’ideologia, sebbene scivoli su un tentativo di mettere sul banco degli imputati gli occupanti, presentati di fatto come scrocconi e non come persone in emergenza abitativa.

Lo scontro tra Raggi e il Mef

Anche il Fatto Quotidiano punta sulla vera notizia della vicenda sequestro preventivo. «Il gip su CasaPound: “Non istiga al razzismo”. Sgombero lontano. Raggi: “Il Mef ci segua”», è il titolo del giornale di Marco Travaglio, mentre Il Messaggero scrive «CasaPound, sì al sequestro del palazzo occupato», per poi puntare a sua volta sullo scontro tra Campidoglio e Mef: «Gualtieri: ora tocca a Raggi». Infine, Il Tempo che titola secco su «Sfratto notificato a CasaPound», spiegando nel sommario: «Consegnato agli “irregolari” il decreto di sequestro preventivo per occupazione abusiva. Ma il giudice non ha accolto le richieste della Procura sulla discriminazione razziale».

“Contro CasaPound calunnie e menzogne”

Della vicenda si è occupato anche il giornale online 7Colli. “Contro CasaPound ci hanno provato con le calunnie e le menzogne. Le menzogne attraverso dichiarazioni e titoli di giornali e tv. Le calunnie attribuendo reati gravi”, ha scritto nell’editoriale di Francesco Storace. Il direttore, dunque, mette in luce come l’attacco verso le “tartarughe” arrivi da più parti e sia quanto mai ostinato. Anche in questo round, del resto, si è visto che per un gip che smonta le “calunnie”, si trova sempre qualcuno pronto a montare le “menzogne”

di Valeria Gelsi per www.secoloditalia.it