capture 008 19062020 091903Raffaele Cantone nuovo procuratore di Perugia. Sarà lui, grazie ai 12 voti ottenuti in Csm, a dirigere la procura che dovrà indagare sul caso di Luca Palamara, da cui è scaturito il terremoto che ha investito Palazzo dei marescialli con le dimissioni di cinque consiglieri. E sono stati proprio 3 consiglieri e il primo presidente, Giuseppe Mammone, tutti appartenenti alla Unicost (la corrente di Palamara), ad astenersi. Dalle chat dell'ex membro del Csm - come riportato dal Giornale - si legge che il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione non doveva andare a Perugia. Lo stesso Nino Di Matteo, eletto da indipendente con A&I e finito nella polemica dopo la grave accusa nei confronti di Alfonso Bonafede (a suo dire reo di aver scartato la sua candidatura al Dap perché lontano dal volere dei boss, ndr), dice che Cantone "ha ricoperto un incarico prestigioso di natura politica, visto che la nomina di presidente dell'Anac muove da una delibera del Consiglio dei ministri" ed è inopportuno che "vada a dirigere proprio quella Procura competente sui magistrati in servizio a Roma e su ipotesi di reato che possono riguardare a vario titolo politici o ambienti di potere romano inevitabilmente vicini e connessi a quella stessa compagine politica che fu decisiva nella sua nomina". Il riferimento è chiaramente a Palamara.

Ma le critiche all'operato di Cantone non finiscono qui. Per chi si è battuto contro la sua ultima nomina il presidente dell'Anm non ha grande esperienza. Come ricorda il quotidiano di Sallusti, Cantone è stato pm a Napoli dal 1999 al 2007, prima di diventare capo di una struttura anticorruzione con 400 persone e oggi al Massimario in Cassazione. Non solo perché per Di Matteo c'è un' altra "colpa" di Cantone, ossia quella di "essere stato indicato anche come possibile premier". Insomma, sul magistrato sembrerebbe pesare un veto sospetto.

 

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