capture 056 23062020 160652Il conflitto d'attribuzione tra Procura di Palermo e Quirinale emerso durante il processo sulla trattativa tra Stato e mafia è al centro dell'intervista di Antonio Ingroia ad Affari italiani.it ha riferito di un incontro avvenuto con l'allora direttore di Repubblica Ezio Mauro durante il quale si sarebbe parlato di un presunto interessamento di Giorgio Napolitano, allora al Quirinale, per "trovare una soluzione". "Mauro mi si chiese un incontro senza neanche precisarmi di che cos'era. C'era il conflitto di attribuzione sulle intercettazioni, anzi si profilava questa ipotesi perché era stata preannunciata dal Quirinale a mezzo stampa ma non era stata ancora formalizzata. Mi si diceva che il presidente si vedeva costretto ad avviare il conflitto di attribuzione se non si fosse trovata una soluzione. Il presidente Napolitano proponeva che un tecnico di fiducia del presidente, quindi un magistrato o un avvocato potesse eventualmente prendere contatti con me, con noi, per verificare se c'erano margini per trovare un punto d'incontro, tecnico, sulle intercettazioni senza passare dal conflitto di attribuzione. Ho detto 'vabbè', ripeto non vedo quali altre soluzioni diverse ci siano rispetto a quelle che abbiamo portato però per carità... ", spiega Ingroia.

 

E li venne fatto il nome del tecnico che doveva essere Luca Palamara? "No, vennero fatti tre nomi. Palamara, che al tempo era presidente dell'Associazione magistrati, quello del ministro della Giustizia del tempo che era l'avvocatessa Severino oppure, in quanto ex magistrato ma politicamente vicino al presidente, dell'onorevole Anna Finocchiaro che non ricordo all'epoca che incarico istituzionale avesse. Dopodiché Mauro mi disse che avrebbe riferito la mia risposta a Napolitano e che poi qualcuno mi avrebbe contattato. Quel qualcuno poi non si è mai palesato. Tranne che dopo una decina di giorni. Ezio Mauro dice che non sapeva neppure chi fosse Palamara? Ma Palamara veniva intervistato un giorno sì e un giorno pure da La Repubblica in quel periodo perché era presidente dell'associazione nazionale magistrati", conclude Ingroia.

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