"Il pericolo 'fascista' è realistico come l’entrata di un’astronave in un buco nero": Massimo Cacciari smonta l'allarmismo che si è diffuso dopo la protesta No-Green pass a Roma, poi degenerata con l'assalto alla sede della Cgil e con scontri violenti tra polizia e manifestanti. Per il filosofo, è sbagliato paragonare i due momenti storici: "Le condizioni storiche, sociali, culturali di quel caratteristico fenomeno totalitario non hanno alcun remoto riscontro nella realtà attuale di nessun Paese". Basti pensare che un secolo fa, scrive Cacciari su La Stampa, il fascismo trovò l’appoggio di settori decisivi dell’industria, della finanza e di importanti apparati dello Stato. Cosa che adesso non avviene.
Secondo il filosofo, "i movimenti che si richiamano a quella tragedia sono farse, per quanto dolorose, che nulla politicamente potranno mai contare". Cacciari ha spiegato anche che "decenni di stati d'emergenza" certo non favoriscono un regime democratico. Allo stesso tempo però ha scritto: "Più difficile è tener salda quell’idea di democrazia, più diventa necessario. E, per carità, tranquilli: nessun fascismo sarà comunque nei nostri destini". Il pericolo che tutti rischiano di correre oggi è un altro, stando all'analisi fornita dal filosofo.
QUANDO LEONARDO SCIASCIA ANNUNCIO’ LA NASCITA DEL “CRETINO DI SINISTRA”
C’è un libro di Leonardo Sciascia, “Nero su Nero”, uscito nel 1979 e recentemente riproposto da Adelphi, che nelle sue ultime pagine contiene un annuncio clamoroso:
“Intorno al 1963 si è verificato in Italia un evento insospettabile e forse ancora, se non da pochi, sospettato. Nasceva e cominciava ad ascendere il cretino di sinistra: ma mimetizzato nel discorso intelligente, nel discorso problematico e capillare. Si credeva che i cretini nascessero soltanto a destra, e perciò l’evento non ha trovato registrazione. Tra non molto, forse, saremo costretti a celebrarne l’Epifania”.
Naturalmente è sempre stato facile (e lo è anche oggi) individuare, mettere all’indice e fustigare il cretino di destra, di centro o il cretino generico e apolitico. Ma quello di sinistra no. Tuttora si fa fatica a trovare segnalazioni delle sue gesta nelle narrazioni ufficiali del nostro tempo che sono i giornali.
Lo scrittore siciliano – pur avendo un rapporto di prossimità con la Sinistra – aveva notificato l’evento epocale della sua nascita sperando se ne seguissero le imprese, ma sapeva che sarebbe stato deluso.
Lui del resto aveva un interesse speciale per i cretini di ogni tipo. E proprio in quel libro aveva colto una svolta antropologica, lamentando il fatto che non ci sono più i cretini di una volta.
S’imponevano nuove tipologie di stupidità umana: “È ormai difficile incontrare un cretino che non sia intelligente e un intelligente che non sia cretino… e dunque una certa malinconia, un certo rimpianto tutte le volte ci assalgono che ci imbattiamo in cretini adulterati, sofisticati. Oh i bei cretini di una volta! Genuini, integrali. Come il pane di casa. Come l’olio e il vino dei contadini”.
Vespa smaschera i compagni seguaci del Duce
Scrittori, giornalisti e artisti: erano molti quelli che volevano collaborare alla rivista fondata nel 1940 da Giuseppe Bottai, gerarca illuminato ma anche il più feroce sostenitore delle leggi razziali
Il numero dei voltagabbana tra gli intellettuali alla caduta del regime fu clamoroso. Giuseppe Bottai era il politico più illuminato del fascismo sul piano culturale, ma anche il più feroce sostenitore delle leggi razziali. Ebbene, la sua rivista «Primato» fu pubblicata dal 1940 (quando le leggi razziali avevano già consumato i peggiori misfatti) e chiuse solo con la caduta del regime il 25 luglio 1943. In quegli anni, Bottai poté contare sulla fervida collaborazione del meglio della cultura italiana: Giorgio Vecchietti (condirettore), Nicola Abbagnano, Mario Alicata, Corrado Alvaro, Cesare Angelini, Giulio Carlo Argan, Riccardo Bacchelli, Piero Bargellini, Arrigo Benedetti, Carlo Betocchi, Romano Bilenchi, Walter Binni, Alessandro Bonsanti, Vitaliano Brancati, Dino Buzzati, Enzo Carli, Emilio Cecchi, Luigi Chiarini, Giovanni Comisso, Gianfranco Contini, Galvano Della Volpe, Giuseppe Dessì, Enrico Emanuelli, Enrico Falqui, Francesco Flora, Carlo Emilio Gadda, Alfonso Gatto, Mario Luzi, Bruno Migliorini, Paolo Monelli, Eugenio Montale, Carlo Muscetta, Piermaria Pasinetti, Cesare Pavese, Giaime Pintor, Vasco Pratolini, Salvatore Quasimodo, Vittorio G. Rossi, Luigi Russo, Luigi Salvatorelli, Sergio Solmi, Ugo Spirito, Bonaventura Tecchi, Giovanni Titta Rosa, Giuseppe Ungaretti, Nino Valeri, Manara Valgimigli, Giorgio Vigolo, Cesare Zavattini. Musicisti come Luigi Dallapiccola e Gianandrea Gavazzeni. Artisti come Amerigo Bartoli, Domenico Cantatore, Pericle Fazzini, Renato Guttuso, Mino Maccari, Mario Mafai, Camillo Pellizzi, Aligi Sassu, Orfeo Tamburi.
Regno Unito sotto choc: David Amess è morto. Per il deputato conservatore fatali le molteplici coltellate
Il deputato conservatore britannico David Amess è morto dopo essere stato accoltellato più volte. Lo ha reso noto la polizia dell’Essex su Twitter. «Quando siamo intervenuti lo abbiamo trovato ferito. È stato curato sai servizi di emergenza, ma purtroppo è morto sul luogo», ha detto la polizia.
Sir David Anthony Andrew Amess, 69 anni, è stato accoltellato oggi durante un incontro con gli elettori, sedeva in parlamento per il partito conservatore da 38 anni, ma non è mai stato ministro. Deciso sostenitore della Brexit, si era impegnato in molte campagne per i diritti degli animali, compresa quella contro la caccia alla volpe. Di fede cattolica, era sposato e padre di cinque figli, fra cui l’attrice Katie Amess. Dal 1983 è stato il deputato del collegio di Basildon, per poi passare nel 1987 a quello di Southwest end. Era contrario all’aborto e al matrimonio fra persone dello stesso sesso.
Green pass, il M5S ci ripensa e sconfessa Conte: si allarga a macchia d’olio il fronte del no
Per il M5S non è più tempo di post come quello apparso sul Blog di Beppe Grillo nel 2010, dal titolo: “Di vaccino si può morire”. Ed è stato lo stesso leader del Movimento Giuseppe Conte, ospite a ‘Di Martedì’, a ribadire l’attuale linea del M5S: favorevole al vaccino anti-Covid e al Green Pass. L’ex premier in quella occasione aveva affermato che “in passato” qualche “dubbio sui vaccini” è stato espresso da persone. Che poi “hanno abbandonato il Movimento”. Oggi il cambio di scena: nel giorno in cui entra in vigore l’obbligo sui luoghi di lavoro dal corpaccione parlamentare pentastellato trapela una certa insofferenza verso la misura. Mai del tutto amata dai grillini o almeno da una parte di loro.
Si allarga il fronte del no alla certificazione verde. Dopo avere “criminalizzato” Giorgia Meloni, che da subito aveva visto lungo sulle contraddizioni di questo provvedimento, ora i grillini fanno l’ennesima giravolta. I pentiti del Green pass. Il deputato Gabriele Lorenzoni per esempio si iscrive senza remore al fronte del No: “Imporre un tampone ogni due giorni sul posto di lavoro a chi ha scelto liberamente di non vaccinarsi”, rimarcacon l’Adnkronos, “è discriminatorio; perché individua in una condizione personale (il fatto di non essere vaccinato) una nesso di causalità per cui viene considerato un potenziale infetto, senza nessuna base scientifica”.
Soumahoro contro il Green pass: “Discriminatorio”. Anche lui è un pericoloso no vax?
Aboubakar Soumahoro, sindacalista ivoriano naturalizzato italiano, può essere definito molte cose, ma di certo alcune parole non le prenderei in considerazione: fascista, razzista, no vax sono alcune di esse. Certo, non è il colore della pelle a pregiudicare che rientri in queste categorie, quanto il suo impegno politico e le sue idee professate con forza. Eppure, anche lui è contro il Green pass, definito come “discriminatorio” a migliaia di follower.
Soumahoro, una vita di “sinistra”
Aboubakar Soumahoro ha espresso, un po’ come tutto il mondo della sinistra, solidarietà alla Cgil per l’assalto subito a Roma lo scorso sabato. “Sempre al fianco di chi subisce violenze squadriste perché come ieri oggi occorre Resistere”, ha scritto il sindacalista. E si dice anche sodale di Mimmo Lucano e padre Zanotelli, con i quali ha partecipato alla marcia della Pace di Assisi.
"Green pass follia istituzionale". Parla Edoardo Polacco, l'organizzatore della manifestazione del Circo Massimo
Da venerdì 15 ottobre il green pass è obbligatorio per accedere sul luogo di lavoro e la piazza torna a riunirsi per urlare il proprio dissenso verso questo provvedimento e per «difendere la Costituzione». È questo a grandi linee il manifesto politico della manifestazione “No green pass, sì alla Costituzione”, organizzata dall’avvocato penalista Edoardo Polacco, noto per aver difeso alcune delle mamme di Bibbiano. La manifestazione vedrà sul palco diversi interventi, tra politici, avvocati e medici. Contestualmente è stato proclamato anche uno sciopero generale ad oltranza di lavoratori e consumatori. Sebbene il promotore escluda il rischio di derive violente, lo stesso non pensa il Viminale che ha varato misure di prevenzione rafforzate e blindato tutti i palazzi istituzionali che potrebbero essere presi d’assalto da frange estremiste, proprio per la particolarità del tema oggetto della manifestazione.
Avvocato Polacco, qual è il suo parere in merito al provvedimento del green pass?
«Un parere ovviamente negativo. Si tratta di un provvedimento che lede l’articolo 1 della Costituzione italiana, motivo per il quale abbiamo proclamato lo sciopero del lavoro e del consumo. Hanno aderito anche aziende e persone che hanno il green pass, tra cui il colosso Ikea. Abbiamo invitato tutti a fermarsi e a non consumare. Occorre dare un forte segnale di democrazia».
Roberto Gualtieri fece Che Guevara: i segreti dell'ex ministro candidato a sindaco di Roma
A vederlo oggi con quel sorriso pacioso, l'eloquio cantilena davanti a cui l'uditore fatica a tenere gli occhi aperti, ben pochi lo immaginerebbero. Ma Roberto Gualtieri ha avuto anche un suo momento Che Guevara nella vita. Nato e cresciuto comunista, regolarmente iscritto al PCI fin da metà degli anni Ottanta, l'attuale candidato sindaco di Roma ebbe la sua sbandata movimentista. Sì, proprio l'uomo che sarebbe stato un giorno coccolato dai grandi della Finanza, che avrebbe parlato da pari a pari con Angela Merkel e i presidenti francesi che si sono succeduti grazie alla poltronissima alla guida della commissione Bilancio del parlamento europeo, divenne nel 1990 il leader della pantera all'interno di filosofia alla Sapienza.
In prima fila ad occupare la facoltà, a gridare contro il governo di Giulio Andreotti e soprattutto contro il ministro dell'Università, il mite Antonio Ruberti che provava l'ennesima riforma. A gridare contro i poteri forti, a contestare l'informazione, a mettere nel mirino anche se non era ancora sceso in politica, Silvio Berlusconi, che secondo Gualtieri e amici era dittatore ancora senza ipotetica dittatura. Un giovane Michele Santoro dedicò in diretta una puntata intera della sua trasmissione nella mitica Rai Tre rossa, e misero in croce il povero Mario Cervi in collegamento con un'aula densa di studenti occupanti. C'era Gualtieri, c'erano anche tanti altri volti che sarebbero divenuti noti.
No Green pass, protesta al porto di Trieste: i camion tornano indietro, le prime avvisaglie del caos
E venne il giorno, questo venerdì 15 ottobre: scatta l'obbligo di Green pass al lavoro. Fari puntati sul porto di Trieste, uno dei possibili epicentri dello scontro. In prima linea ecco Stefano Puzzer, leader della protesta dei portuali: "Chi vuole lavorare lo fa", taglia corto. Insomma, sembra smentire il "blocco a oltranza" annunciato dal Coordinamento dei lavoratori portuali.
E ancora, Puzzer aggiunge: "Ieri abbiamo fatto un'assemblea e abbiamo deciso che chi vuole entrare lo può fare perché alcuni nostri lavoratori hanno espresso la volontà di farlo".
E così, come riporta Repubblica, "alcuni lavoratori portuali che non aderiscono alla manifestazione hanno effetti regolarmente raggiunto la loro postazione, ma sono già circa un migliaio le persone raggruppate davanti al Varco 4 del Porto di Trieste, luogo di ritrovo della manifestazione annunciata dal Coordinamento dei lavoratori portuali di Trieste".
Alitalia e le spese pazze, quei soldi buttati per "provare" gli alberghi
Certo, a sapere che ieri sera è stato l'ultimo giorno della sigla Alitalia sui cieli del mondo, può scappare anche una lacrimuccia. Destinata magari presto ad asciugarsi, perché quel marchio è ancora all'asta, e può essere che se lo accaparri Ita. Ma la lacrima è sacrosanta per migliaia di piloti, assistenti di volo, dipendenti delle aree commerciali, che da oggi si trovano senza posto di lavoro pur avendo grande esperienza e grandi qualità professionali.
Tocca allo Stato pensarci, e c'è anche la speranza che la loro qualità consenta se non a tutti almeno a molti di trovare un altro impiego. Lo auguriamo di cuore a tutti. Ma la storia di Alitalia non è stata costellata solo da questa qualità umana e professionale. Anzi. E' stata soprattutto la storia di un pozzo senza fondo che ha assorbito miliardi e miliardi di euro di tasse degli italiani, anche di quelli che non sono mai saliti nemmeno una volta a bordo.
Negli anni Settanta-Ottanta ha avuto vita parallela alle storture della prima Repubblica, diventando in gran segreto talvolta la lavatrice talvolta il corriere dei finanziamenti illegali alla politica, anche quelli provenienti dall'estero.
No Green pass, primo giorno di obbligo al lavoro: manifestazioni in tutta Italia con il rischio paralisi
Il popolo no green pass torna in piazza da Nord a Sud nel giorno che segna l'entrata in vigore dell'obbligo per le aziende pubbliche e private, con le forze dell'ordine allertate per contenere eventuali tensioni e disordini. Se a Roma è stato scelto il Circo Massimo per il sit-in allo scopo di contenere «un numeTo maggiore di persone», a Milano la questura è pronta a presidiare i luoghi più sensibili della città dove i manifestanti, senza alcun avviso di preallerta, si troveranno fin dalle 10 del mattino. Il tam tam è partito dai social dove si sono dati appuntamento davanti al Tribunale e all'Università Statale, ma anche all'Arco della Pace dove si terrà la manifestazione più importante.
Disagi e tensioni potrebbero scoppiare in città anche per il trasporto pubblico, oltre all'incognita relativa alle aziende che si troveranno a gestire i controlli dei propri dipendenti. Ma oggi sarà una giornata calda anche su altri fronti. Critica anche la situazione nei porti, dove blocchi e proteste rischiano di bloccare anche un comparto delicato come il trasporto merci via mare. Sul piede di guerra però ci sono anche gli autotrasportatori che hanno chiesto di posticipare l'obbligo per il comparto, senza però ottenere nulla. Un settore questo che potrebbe davvero mettere in ginocchio il Paese, se decidesse di fermarsi visto che su gomma passa oltre il 90% delle merci in Italia. Un allarme che viene rilanciato anche dal segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri, intervenendo alla trasmissione in radio condotta da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari: «Non mi aspetto un venerdì nero ma un venerdì complicato, quello si. Non escludo blocchi stradali, abbiamo segnali di difficoltà in giro e ci stiamo lavorando, vogliamo far si che si trovi una soluzione». La linea del governo però non cambia: nessun passo indietro.
Sansonetti: “Nemmeno il Pci pensò di eliminare il Msi. Sciogliere Forza Nuova è un’idiozia”
In Italia sono rimasti pochi libertari veri e uno di questi senza alcun dubbio è Piero Sansonetti. Il direttore del Riformista mostra come al solito di non avere alcun timore reverenziale nei confronti della grancassa politica e mediatica. E pure sull’ipotesi di sciogliere Forza Nuova non le manda a dire.
Sansonetti: “Sciogliere Forza Nuova? Un’idiozia”
“Un’altra idiozia. Se ogni volta che ci sono incidenti mettiamo fuori legge coloro che partecipano alle manifestazioni allora metteremo fuori legge tutti”, tuona Sansonetti in un’intervista rilasciata oggi a Il Giornale. “E i militanti di sinistra sono quelli che farebbero fuori per primi. Non ha nessun senso a meno che non si voglia creare un regime. Io sono anche contrario ai reati di apologia, figuriamoci”. Secondo Sansonetti si tratterebbe difatti di “reati di opinione”, e “nessun pensiero per me andrebbe punito, punire i pensieri è ignobile. Penso ci sia qualcosa di fascista nel proibire i pensieri. Tutte le azioni repressive sono fasciste”.
Lo strappo di Roberto Giachetti: non firmerò e non voterò la mozione per sciogliere Forza Nuova
"Non firmerò e non voterò la mozione per sciogliere Forza Nuova". Il deputato di Italia Viva Roberto Giachetti si smarca dalla retorica di centrosinistra: “Una decisione del genere in uno stato democratico deve essere presa sulla base del diritto e non sulla base dell’emotività o, peggio, della opportunità politica. Non è un caso se gli unici due precedenti non sono maturati per una decisione politica ma a seguito di decisioni della magistratura in ossequio a quanto prevede la legge Scelba”.
Secondo Giachetti è stato grave l’assalto alla sede della Cgil, che va condannato come la sua matrice fascista, ma la situazione è imparagonabile a quella degli anni Settanta quando vennero sciolti Ordine nuovo e Avanguardia nazionale: “ci misuravamo con atti terroristici, la violenza era quotidiana, caddero a terra servitori dello Stato come il giudice Occorsio. Qualcuno davvero in buona fede puó paragonare quel clima, quelle organizzazioni e quei crimini con i fatti, pur gravissimi, accaduti sabato o più in generale in questi anni?”. Qualcuno in realtà li paragona in queste ore. Ma il sospetto di Giachetti è fondato: la grande assente in questa vicenda è proprio la buona fede…
I portuali di Trieste: «Bloccheremo tutte le operazioni al porto ma niente scontri con la polizia» – L’intervista
A Open parla il portavoce dei portuali di Trieste, diventati capifila del movimento contro il Green Pass: «Dal 15 ottobre il porto di Trieste non sarà operativo a partire dalle 7»
Non hanno intenzione di fare un passo indietro. I portuali di Trieste sono determinati e disposti a tutto pur di non esibire dal 15 ottobre il Green pass per andare a lavorare. Sono pronti a bloccare il porto, a mettersi contro tutto e tutti e, dunque, a rischiare anche il loro posto di lavoro. Non hanno accettato nemmeno che fossero le aziende a pagare loro i tamponi così da presentarsi muniti di certificazione verde anti-Covid da venerdì prossimo. «Dal 15 ottobre il porto di Trieste non sarà operativo a partire dalle 7. Vedremo cosa fare quando saremo lì. Questo Green pass è incostituzionale, un ricatto dello Stato italiano che vuole portare le persone a vaccinarsi. Questo “accomodamento” (quello dei tamponi gratuiti pagati dalle aziende, ndr) creato per i lavoratori portuali non è giusto. E gli altri lavoratori? Di loro si sono dimenticati tutti. Con che faccia ci facciamo pagare i tamponi sapendo che tutti gli altri dovrebbero pagarselo di tasca propria?», spiega a Open Stefano Puzzer, portavoce dei portuali di Trieste.
Porto di Pra', continua la protesta: sciopero ad oltranza e terminal bloccato
Il rispetto della tua riservatezza è la nostra priorirtà
Come i portuali di Trieste sono diventati gli eroi dei no Green pass
Braccio di ferro con il Governo. Si rischia un venerdì 15 nerissimo nel settore di porti e dei trasporti
Trieste - "Non siamo in vendita. Dal 15 ottobre ci sarà blocco totale del porto se non sarà tolto l'obbligo del passaporto sanitario per tutte le categorie di lavoratori d'Italia!". E' tutta qui, in questa frase, la chiave della trasformazione dei portuali di Trieste nei nuovi eroi della galassia Green pass. Con il loro braccio di ferro col Governo, che di fatto ha ceduto alle richieste garantendo una soluzione - tamponi gratis per lavorare - che si è vista pure respinta, stanno accendendo gli animi di chi contesta la certificazione verde.
Sui social, specie su Twitter dove lo scontento no vax è molto attivo a colpi di hashtag, sono descritti così: "I portuali di Trieste che rifiutano la marchetta del tampone gratuito sono i veri paladini della Costituzione. Eroi". E ancora: "Bloccare il porto commerciale di Trieste significa bloccare la merce che gira per tutto il mondo. Non so se vi rendete conto ma un giorno faremo un monumento a questi ragazzi coraggiosi". C'è chi si spinge anche oltre: "Ai Portuali di Trieste, dopo che tutta questa distopia avrà avuto fine, perché avrà fine, è inevitabile, si dovrà fare un monumento in tutte le piazze d'Italia. Come per gli Arditi del Piave.
“Italia potenza nucleare”: CasaPound lancia la campagna per l’indipendenza energetica
Adesso più che mai è necessario ottenere l’indipendenza energetica, perché presente e soprattutto futuro dell’Italia dipendono senza alcun dubbio da questa affermazione di sovranità. Senza di essa la nostra nazione è condannata all’irrilevanza, pagando oltretutto l’immobilismo a carissimo prezzo. Da questo basilare assunto nasce “Italia potenza nucleare”, la nuova campagna politica lanciata oggi da CasaPound.
Italia potenza nucleare: la nuova campagna di CasaPound
“L’improvviso rincaro delle bollette è l’ennesima dimostrazione che il nostro paese non è indipendente neanche dal punto di vista energetico – si legge nella nota diffusa dal movimento – Non bastano decreti legge approvati in tutta fretta per risolvere una situazione che rischia di diventare insostenibile. Serve tornare ad osare e, bisogna farlo rendendo l’Italia una potenza nucleare”.
CasaPound riapre dunque un dibattito tornato in auge qualche settimana fa e frettolosamente messo in ghiaccio da una classe politica alle prese con questioni di lana caprina. “Perché continuare ad acquistare l’energia nucleare dalla Francia? L’Italia deve tornare ad essere indipendente dal punto di vista energetico”, scrive Cpi sui propri social.
Green pass, i Cobas contestano Landini e Gad Lerner piange: “Cadono le braccia”
Dopo l’assalto alla sede romana della Cgil a sinistra ci si aspetta che passi completamente in secondo piano l’ignavia del sindacato di Landini di fronte all’introduzione del green pass obbligatorio come requisito per lavorare. E alla notizia che i Cobas hanno contestato – e duramente – il sindacalista a Milano, Gad Lerner inorridisce: “Cascano le braccia”.
Milano, la contestazione alla Cgil: “Landini venduto”
Ieri un corteo di protesta dei lavoratori organizzato da Usb, Sol e Cobas a Milano nella giornata di lunedì 11 ottobre, di fronte alla Camera del Lavoro, ha lanciato cori e insulti ai sindacalisti della Cgil in presidio davanti alla sede milanese. Alcuni degli epiteti? ‘Servi’, ‘buffoni’, ‘venduti’, ‘i fascisti siete voi’, ‘servi dei padroni’. I manifestanti hanno poi srotolato uno striscione ‘No green pass’ che campeggiava di fianco alle bandiere rosse, stando a quanto riporta MilanoToday.
I violenti di Roma li hanno lasciati fare, Meloni a valanga sulla Lamorgese
Giorgia Meloni è un fiume in piena negli studi di “Fuori dal Coro”. La leader di Fratelli d’Italia è l’ospite d’onore del programma di approfondimento serale di rete 4, condotto da Mario Giordano, nella puntata di martedì 12 ottobre. Un’intervista a tutto campo sui temi caldi del momento dagli scontri in piazza per la manifestazione contro il Green Pass obbligatorio nei luoghi di lavoro, alle accuse di vicinanza alla galassia neofascista. L’onorevole Meloni è tornata sui fatti di Roma, condannando tutti gli episodi di violenza: "Ho parlato di matrice fascista e antifascista, perché ci sono stati dodici arrestati di estrema destra a Roma e circa 30 denunciati dei centri sociali a Milano e quattro a Torino. Ho sempre condannato la violenza, senza nessuna ambiguità. Come non c’è nessuna ambiguità di Fratelli d’Italia sui rapporti con il fascismo o con le organizzazioni di estrema destra, rapporti che non esistono. Io con quella gente lì non ho nulla a cui spartire, FdI non ha rapporti con questa gente”.
“Il fascismo per la sinistra è la coperta di Linus. L’onda nera scatta ogni volta che si presentano le liste elettorale”, denuncia la leder di FdI. A proposito delle violenze durate le manifestazioni, si scaglia contro la gestione del Ministro dell’Interno: “L’hanno lasciata fare mi sembra evidente perché sapevano chi erano, avevano il braccialetto elettronico e il daspo. Aveva il divieto di partecipare alle manifestazioni, lo aveva anche annunciato 3 ore prima. Il ministero degli interni dov’era? Ritengo che sia una vergogna che il ministro venga a riferire in aula dopo 10 giorni dall’accaduto, perché io credo che sia una priorità. Vedremo che cosa accadrà il 15, io temo che si possa ripetere e soprattutto che si possa ripetere prima del voto. Nella migliore delle ipotesi c’è l’incapacità conclamata nella peggiore non ne voglio nemmeno parlare”. Immancabile la risposta al “secondo” di Enrico Letta che ha definito FdI un partito “fuori d’arco democratico”.
Perché non potremo mai definirci tutti antifascisti: c'è un'altra storia da rispettare
Achtung elezioni, tirate fuori un po’ di materiale per la lotta antifascista. Davvero cimeli d’altro tempo, che però continuano a suscitare dibattiti incredibili. Certo, ci sono passioni ideologiche che sembrano aver bisogno della carica giusta, ma che ad ogni campagna elettorale debbano esser tirate fuori dai cassetti, suscita davvero imbarazzo. È la morte delle idee. Perché è revival.
Vai in televisione – di più sui social – e ti chiedono se sei antifascista. La risposta viene facile: scusatemi, ma dov’è il fascismo che incombe? Allora mi dica se è fascista e ti viene spontaneo dire che il Pnf non c’è e non si capisce perché non ci sia tanto ardore sul comunismo.
Ma che c’entra, ti fanno, in Italia il comunismo non c’è stato. Però, se si continua così il sospetto che lo vogliate viene immediato. Poi ti buttano in mezzo Roberto Fiore, Giuliano Castellino e “quelli della Cgil”, intesi come assaltatori. Quindi, se sabato scorso fossero stati febbricitanti, il fascismo non sarebbe tornato.
In realtà, si cercano pretesti per delegittimare l’avversario. E in campagna elettorale tutto fa comodo. E l’avversario è la destra legalitaria, quella che sta in Parlamento e che non ha bisogno di commettere atti di violenza. Nel mirino ci sono “le destre”, quelle di Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Si chiede loro quotidianamente professione di antifascismo, “eh, quella fiamma del Msi”…
Green pass, gli errori di Draghi sul certificato verde: il governo l'ha fatto proprio male e si rischia il caos
Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ieri ha firmato tutti i dpcm che regolano da venerdì prossimo l'accesso ai luoghi di lavoro pubblici e privati con il green pass. Regole durissime che lasceranno fuori da quei luoghi buona parte dei 3 milioni di lavoratori italiani che oggi vengono stimati privi del certificato verde perché non vaccinati e non guariti dal Covid. O avranno la possibilità e le risorse per sottoporsi a tre test con tamponi rapidi ogni settimana, caricandosi sulle spalle una spesa di 250 euro al mese, o saranno sospesi dal lavoro e dallo stipendio, pur non rischiando il posto. Si tratta di un sacrificio economico importante per molti lavoratori per cui quella somma rappresenta il 25-30% dello stipendio mensile. Per qualcuno anche di più, per altri meno. Ma non c'è solo il problema economico: perché quei tamponi non sono così facile da ottenere. La domanda è ovviamente esplosa con l'emergenza lavoro, e in gran parte di Italia le farmacie e i luoghi preposti hanno prenotazioni fino a Natale e non sono in grado di effettuare i test, tanto più in orari utili ai lavoratori. Il governo prima di innalzare queste forche caudine impensabili in una Repubblica che la Costituzione dice “fondata sul lavoro”, non ha pensato a rafforzare e organizzare la rete sanitaria pubblica e privata per assicurare a tutti di avere un tampone a disposizione. E' indubbiamente un errore di Mario Draghi e del suo ministro della Salute, Roberto Speranza che viene pure da una storia in cui il diritto al lavoro doveva essere caro. Perfino aziende che per non perdere lavoratori essenziali e non rischiare ritardi e penali sulle commesse si sono offerte di offrire gratuitamente tamponi ai propri dipendenti non riescono a stipulare accordi di assistenza quotidiana con farmacie o laboratori specializzati. A questo bisognava ionestamente pensare prima.
Elezioni, Enrico Michetti lancia la sfida al rivale: "Io sto con i romani, Gualtieri scelto dai poteri forti"
Il Tempo raggiunge al telefono Enrico Michetti, candidato sindaco del centrodestra a Roma, negli ultimi, convulsi giorni della campagna elettorale,che si chiuderà venerdì alle 18 a Campo de’ Fiori. “Ho un po’ di influenza”, dice (si è sottoposto anche al test covid, ma è risultato negativo n.d.r) “ma supereremo anche quella”. E il colloquio non può iniziare da quel tema che si è abbattuto come una clava sulla campagna elettorale romana, ossia l’assalto alla Cgil da parte di frange estremiste di destra. Da lì, il confronto cittadino è stato asfaltato dallo scontro sulle patenti di democrazia affibbiate dalla sinistra, dalle accuse di contaminazioni neofasciste.
Che ne è della campagna elettorale per la città, con l’irruzione di questi temi?
Credo che i cittadini di Roma abbiano bisogno di conoscere i programmi, perché un candidato non deve rivendicare argomenti fumosi, ma idee chiare attraverso cui poi governare. Si è venuto a creare un clima ostile, che non fa bene a nessuno. Perché poi si creano fratture pesanti, che si ripercuotono anche dopo. Con un contesto così divisivo si amministra male e si blocca tutto, in quanto poi il funzionario non firma nulla perché teme di essere denunciato dall’altra parte. Proprio per questo io ho mantenuto un atteggiamento di serenità.
Sospesa la poliziotta No Green Pass. L’affondo su Fb: «Io sul rogo, gli agenti che picchiano invece…»
È arrivata la sospensione in via cautelativa dal servizio e dalle funzioni della poliziotta No Green Pass, Alessandra “Nandra” Schilirò. La notizia, inizialmente diffusa dall’agenzia di stampa Adnkronos, ha trovato conferma nelle parole della stessa Schilirò. «Sarò sospesa da domani. Da oggi ho revocato la mia iscrizione al sindacato Cosap e, a giorni, conoscerete tutte le motivazioni», ha scritto su Facebook, Schilirò, precisando che la sospensione non sarebbe entrata in vigore oggi.
L’affondo contro gli agenti «che hanno picchiato i manifestanti»
La vicequestore era stata nominata dirigente del neonato sindacato Cosap, dal quale come annunciato si è disiscritta. Stamattina Schilirò aveva postato su Facebook un intervento che stigmatizzava «come cittadina e come sindacalista», il comportamento di alcuni poliziotti in piazza, sabato. «Chiedo l’immediata punizione dei poliziotti che hanno picchiato i manifestanti senza alcuna provocazione», ha scritto, aggiungendo che «la violenza è inammissibile da qualsiasi parte provenga».
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Confutatis Maledictis: il nuovo singolo di Opera Dance Music
GIA’ DISPONBILE SU TUTTE LE PIATTAFORME: Confutatis Maledictis, IL NUOVO SINGOLO di Opera Dance Music. L’ultima traccia del format musicale fondato da... -
Come seguire un corso di Cortometraggi gratis
Volete conoscere tutto sui Cortometraggi? Volete imparare ad analizzare un film al cinema od in TV? Volete provare a scrivere e poi realizzare il vost... -
Come usare uno smartphone per registrare le scene di un Cortometraggio
Le diverse inquadrature sono fondamentali per la narrazione visiva, poiché permettono di: Guidare l'attenzione dello spettatore: Inquadrature strette... -
Le principali serie TV francesi
Le serie TV raggiungono un impatto esemplare sul pubblico per la loro prolungata durata e il formato episodico, che creano un legame unico con lo spet... -
Analizzare un lungometraggio per fare un buon Cortometraggio
Si può imparare moltissimo dai lungometraggi per realizzare un buon cortometraggio, poiché essi rappresentano un distillato di tecniche narrative e ci... -
Ecco i CORTOMETRAGGI FINALISTI e PREMIATI al 16° CONCORSO “ilCORTO.it FESTA INTERNAZIONALE di ROMA 2...
ELENCO DEI CORTOMETRAGGI FINALISTI E PREMIATI al 16° edizione del CONCORSO GRAN PREMIO “ilCORTO.it FESTA INTERNAZIONALE di ROMA 2024“ -
Premiazione del Concorso di Cortometraggi: FESTA INTERNAZIONALE DI ROMA 2024
La Premiazione avverrà il giorno SABATO 1 FEBBRAIO 2025 a partire dalle ore 17,00 al CineTeatro "Della Forma" a Roma L'Entrata è GRATUITA ( dalle ore...
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Truffa online, basta un clic: come ti svuotano il conto corrente
Accetta tutto, rifiuta tutto, solo i necessari, conferma le mie scelte: quante volte mentre cerchiamo di navigare in santa pace su internet veniamo le... -
YouTube rimuove i “non mi piace”. Ecco come favorisce il politicamente corretto
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Le terapie anti-Covid non esistono, giusto? Sbagliato. L’Aifa sbugiarda i virologi star
La ricetta Speranza a base di «tachipirina e vigile attesa» è già stata messa in discussione da diversi studi scientifici. Adesso, però, sta per croll... -
Pfizer, "abbiamo sbagliato vaccino". Campagna contro il Covid, studio sconcertante: tutto ribaltato, chi rischia
Sono 82.278.770 le dosi di vaccino somministrate in Italia, l'87,8% del totale di quelle consegnate, pari finora a 93.749.420 (nel dettaglio 66.025.41... -
Dodici milioni di animali uccisi per i test scientifici: Parlamento Ue chiede fine della “mattanza”
Il Parlamento Ue chiede si fermare la “Mattanza” degli animali da laboratrio: nell’Unione europea, nel 2017, circa 12 milioni di animali sono stati al... -
Instagram è dannoso per la salute mentale delle ragazze. Zuckerberg lo sa e non fa nulla
Facebook sa che Instagram è un social pericoloso per la salute mentale delle ragazze adolescenti, ma non fa nulla per arginare il problema. E’ quanto... -
Carne bovina, due casi di mucca pazza. "Stop alle vendite", torna il terrore: ecco cosa evitare
Torna l'allarme mucca pazza. Certo, non alle porte dell'Italia, ma il caso fa subito paura. In Brasile - il più grande esportatore di carne bovina al... -
Facebook e la lista di vip intoccabili: Zuckerberg ha protetto dalla censura 6 milioni di profili “famosi”
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Così muore in pochi secondi il Covid: l'immunologo Clerici ha scoperto l'arma letale che uccide il virus
Una spallata che può essere definitiva nella guerra con il Covid. Mario Clerici, docente di Patologia generale all’Università Statale di Milano e dire... -
Elon Musk da paladino “verde” a inquinatore seriale
Elon Musk proprietario di Tesla e del gruppo Space X ha cercato di rivoluzionare, oltre al mercato automobilistico anche lo stile di vita dei nuovi ri...
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MARATONA 2022 con ben 230 CORTOMETRAGGI proiettati
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Spiaggia Dune di Sabaudia La Spiaggia Dune di Sabaudia è situata nel comune di Sabaudia e fa parte del Parco Nazionale del Circeo, istituito nel 1934.... -
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