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Sedersi al tavolo del Consiglio d'Europa e contare amici e nemici. Fino a un governo fa, sembrava tutto scontato. Nella narrazione ufficiale dell'esecutivo a trazione Pd tra gli amici obbligati, da farsi piacere per forza, c'era sempre la Francia di Emmanuel Macron e - quasi sempre - la Germania di Angela Merkel. I nemici giurati, da evitare come la peste erano i cattivoni di Visegrad con l'Ungheria in testa. Con l'aggiunta qualche volta di un'Austria pronta a chiudere il Brennero. Ma è bastato che l'attuale governo respingesse un paio di imbarcazioni delle Ong e mettesse sul tavolo qualche legittima richiesta, mai avanzata dai passati governi, perché tutto si ribaltasse. O si chiarisse.

 

La proposta di spostare in Africa il contenimento dell'immigrazione con l'apertura di centri d'identificazione in Libia e la richiesta di rivedere il trattato di Dublino con la ripartizione immediata di tutti i migranti, irregolari compresi, hanno avuto l'effetto d'una cartina di tornasole. Ora siamo in grado di riconoscere con chiarezza i nemici dell'Italia.

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dall'articolo di  per ilgiornale.it