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Il consueto aggiornamento mensile dello scenario politico fa registrare la sostanziale tenuta del governo: infatti, come un mese fa, il 57% degli italiani esprime un giudizio positivo sull’esecutivo, mentre le valutazioni negative aumentano di poco (da 32% a 33%) e l’indice di gradimento flette di un punto, passando da 64 a 63. Il consenso per il presidente Conte diminuisce di due punti passando dal 60% al 58%, i critici aumentano di 3 punti (da 30% a 33%), l’indice di gradimento passa da 67 a 64 e si mantiene più elevato rispetto a quello dei vicepremier Salvini (58) e Di Maio (51), riportato la scorsa settimana in questa rubrica.

Cinque mesi dopo l’insediamento l’apprezzamento per il governo si attesta sul livello più elevato degli ultimi 6 esecutivi a parità di periodo, seguito dai governi Letta (60), Renzi (56) e Berlusconi (53), mentre il premier si colloca al secondo posto preceduto da Renzi (70) ed ottenendo lo stesso indice di Enrico Letta (64), di due punti superiore a quello di Monti (62).

Pagnoncelli sondaggio Corriere Web Sezioni

La stabilità dei giudizi sull’esecutivo desta sorpresa, tenuto conto delle forti tensioni emerse nell’ultimo mese all’interno della maggioranza e delle notevoli differenze tra gli elettorati di Lega e M5S, in termini di profilo, di aree territoriali e di domande che esprimono. Ed in effetti, se si guarda alle esperienze del passato, all’indebolimento della coesione della maggioranza i governi iniziavano a perdere consensi, com’è accaduto ad esempio con gli esecutivi guidati da Prodi e Berlusconi. Il governo Conte per il momento sembra pagare poco pegno: infatti le difficoltà emerse tra le due forze della maggioranza si riflettono più sulla fiducia nei leader dei partiti e nelle intenzioni di voto che nel consenso per l’esecutivo, la cui caratteristica principale è quella di essere basato più su un contratto che su un’alleanza, più su un impegno reciproco che su una piena consonanza valoriale. Insomma, è una sorta di «matrimonio di convenienza».

 

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Tutto ciò sembra quindi avere più riflessi sugli orientamenti di voto: a distanza di un mese si evidenzia la crescita della Lega che raggiunge il valore più elevato di sempre (34,7%), seguita dal M5s, stabile al 28,7% (+0,2%), quindi dal Pd con il 16,5% (-0,6%) e Forza Italia con l’8,7% (+0,9%). Più staccati in graduatoria si collocano, entrambi al 2,7%, + Europa, stabile sui risultati del 4 marzo, e Fratelli d’Italia, in flessione rispetto alle Politiche, quindi Leu al 2,1%. 

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dall'articolo di Nando Pagnoncelli     per corriere.it