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Stavolta non volano gli schiaffi, ma basta la tensione dei commessi della Camera a descrivere il clima che si respira mentre si vota la fiducia sulla “manovra di Natale”. Il personale di servizio di Montecitorio è in allerta, brusco anche con i giornalisti, dopo la rissa sfiorata di venerdì in Aula tra Pd e Lega. C’è il timore che la situazione sfugga nuovamente di mano, le opposizioni vedono la maggioranza in imbarazzo e vogliono infierire.

Le premesse ci sono tutte, la giornata inizia con un sit-in del Partito democratico davanti al palazzo della Camera e le cose non migliorano quando la partita si sposta all’interno del palazzo. Alle 21, dopo una giornata di urla, sospensioni dell’Aula e cartelli sventolati nell’emiciclo, il governo incassa la fiducia, 327 i sì contro 228 voti contrari, ma la seduta va avanti fino a notte, perché poi ci sono da votare ordini del giorno e tabelle allegate. Solo oggi arriverà il via libera definitivo alla manovra.

«Bella ciao» in piazza

In piazza il Pd rispolvera “Bella ciao”, i manifestanti sventolano cartelli rossi contro il governo e internet domina anche qui: lo slogan è «manovra contro il popolo», ma declinato sui manifesti in versione “hashtag”, come se si fosse su Twitter. Insieme ai militanti ci sono, tra gli altri, Paolo Gentiloni, Matteo Orfini, Maurizio Martina, Ettore Rosato. Non si vede invece Matteo Renzi .

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dall'articolo di Alessandro di Matteo   per lastampa.it