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La procura di Pescara guidata da Massimiliano Serpi sospetta che l'ex prefetto Francesco Provolo e altri funzionari della prefettura abbiano occultato il brogliaccio delle segnalazioni del giorno della tragedia alla squadra mobile di Pescara per nascondere la chiamata fatta dal cameriere Gabriele D'Angelo che richiedeva l'evacuazione della struttura diverse ore prime della valanga. Frode in processo penale e depistaggio. Con queste accuse 7 persone sono indagate in un nuovo filone d’inchiesta sulla tragedia dell’hotel Rigopiano, seppellito da una valanga il 18 gennaio 2017.

La procura di Pescara guidata da Massimiliano Serpi sospetta che l’ex prefetto Francesco Provolo e altri funzionari della prefettura di Pescara abbiano occultato il brogliaccio delle segnalazioni del giorno della tragedia alla squadra mobile di Pescara per nascondere la chiamata fatta dal cameriere Gabriele D’Angelo – una delle 29 vittime – poche ore prima della valanga per chiedere aiuto al Posto di coordinamento avanzato di Penne. Una telefonata di cui avevano dato conto il TgR Abruzzo e Ilfattoquotidiano.it lo scorso 6 novembre (nell’immagine in evidenza il brogliaccio). “Gabriele D’Angelo, Rigopiano, evacuazione”, era appuntato nell’elenco.

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