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legge elettorale tedescaDopo la prima giornata al cardiopalma, ancora scontro in Aula: un emendamento di Fi alla legge elettorale passa contro il parere contrario della commissione con voto segreto, svelato in realtà dal tabellone. I franchi tiratori colpiscono ancora. Salta l’accordo a 4 (Pd,FI,M5S,Lega) sulla legge elettorale proporzionale alla “tedesca” con sbarramento al 5%. Dopo un capitombolo su un emendamento di Michaela Biancofiore (FI) votato a scrutinio segreto (il terzo di un centinaio in programma ), il capogruppo del Pd Ettore Rosato ha accusato i grillini di aver tradito il patto e ha dunque chiesto alla presidente Laura Boldrini di fermare la seduta per verificare se ci sono le condizioni per andare avanti o per il ritorno del testo un commissione. Alessandro Di Battista (M5S) ha rivendicato il voto a favore dell’emendamento che ha scatenato il caos alla Camera ma molti sospetti ci sono anche verso Forza Italia che non avrebbe fatto fronte comune con il no dichiarato dai 4 partiti dell’accordo. Dai banchi di M5S si urla «Libertà, libertà».

In tarda mattinata arriva il commento definitivo del relatore Emanuele Fiano: «La legge elettorale è morta e l’hanno uccisa i 5 Stelle». A breve infatti l’aula voterà se rimandare il provvedimento in Commissione.

L’emendamento sul Trentino

A metà mattinata il fronte dei 4 partiti (Pd,M5S, FI e Lega) sponsor della legge va sotto sull’ emendamento presentato da Micaela Biancofiore (FI), ma non concordato con il suo partito, sui seggi uninominali del Trentino Alto Adige. Biancofiore (ma c’è pure un emendamento fotocopia del M5S) propone di cancellare i 7 collegi del Trentino Alto Adige ancorati alle regole del Mattarellum (uninominale vero) e di convertirli in collegi con riparto proporzionale dei voti concordato nel resto d’Italia per il modello tedesco. La battaglia della Biancofiore viene da lontano ma il sì all’emendamento fa particolarmente male all’Svp che con il 40% dei voti prendeva 6 collegi uninominali su 7, lasciandone uno al Pd.

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dall'articolo di Dino Martirano e Paolo Decrestina per corriere.it