WASHINGTON - La soglia dei rifugiati ammessi negli Stati Uniti sale da 15 mila a 62.500: il presidente Joe Biden ha revocato il tetto annuale imposto da Donald Trump, seguendo le pressioni del suo partito e delle organizzazioni umanitarie. In un primo momento Biden aveva deciso di lasciare il limite voluto dal suo predecessore, ma dopo le critiche lo ha cancellato perché a suo avviso "non riflette i valori dell'America come nazione che accoglie e sostiene i rifugiati".
Obiettivo della Casa Bianca, ha detto Biden, era raggiungere l'anno prossimo il livello di 125 mila persone, ma l'aumento rapido non sarà possibile perché prima di tutto bisognerà "riparare i danni della gestione precedente". Secondo fonti dell'Amministrazione, il presidente temeva che la riapertura avrebbe potuto causare un afflusso record al confine tra Stati Uniti e Messico. Secondo il Refugee Processing Center, circa 2.000 rifugiati sono stati fatti entrare negli Stati Uniti tra ottobre e marzo.
Le organizzazioni umanitarie avevano criticato l'amministrazione Biden accusandola di aver scaricato su Trump le responsabilità di aver "smantellato" il sistema di immigrazione al confine tra Stati Uniti e Messico: la vecchia Amministrazione ha tagliato il tetto dei rifugiati, portandolo dai 110 mila nell'ultimo anno di Barack Obama al minimo storico di 15.000, un livello che la deputata di New York, Alexandria Ocasio-Cortez, ha definito "xenofobo e razzista".
“Fauci papà del covid”/ Ex consigliere Trump choc: “Ha finanziato laboratorio Wuhan”
Sono decisamente scioccanti le dichiarazioni rilasciate da Peter Navarro, ex consigliere al Commercio di Donald Trump, nei confronti del virologo Anthony Fauci
Sono decisamente pesante le accuse nei confronti di Anthony Fauci, massimo virologo degli Stati Uniti nonché membro della task force anti covid della Casa Bianca, da parte dell’ex consigliere di Donald Trump per il Commercio, Peter Navarro. Secondo questi, Fauci sarebbe addirittura il “padre” del covid, colui che di fatto avrebbe finanziato dei laboratori di ricerca cinesi con sede a Wuhan, per appunto permettere lo sviluppo del virus e diffonderlo nel mondo.
Una teoria decisamente complottista (sulla falsa riga di quelle sostenute da QAnon) quella esternata da Peter Navarro durante un’intervista concessa al canale Fox News, emittente a stelle e strisce notoriamente schierata a fianco dell’ex commander in chief. L’ex consigliere ha di fatto ripetuto le accuse verso Fauci che circolano da ormai mesi sui siti di estrema destra circa le origini del coronavirus, argomento che è tornato d’attualità in queste settimane dopo la spedizione in Cina dell’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, proprio per conoscere cos’abbia provocato il covid.
NAVARRO VS FAUCI: “E’ IL PAPA’ DEL COVID, HA AUTORIZZATO IL PARTITO COMUNISTA CINESE A…”
“Fauci è il padre del virus”, sono le parole di Navarro, consigliere che già più volte si era scontrato in passato con il virologo quando era alla Casa Bianca. Poi l’ex uomo di Trump ha aggiunto: “Di fondo, Fauci non solo ha finanziato quel laboratorio con i soldi dei contribuenti americani, ma ha anche autorizzato questa cosa chiamata ricerca di guadagno funzionale, ha autorizzato il Partito Comunista Cinese a modificare geneticamente il virus“, aggiungendo accuse senza alcun fondamento ma, come detto sopra, citando solo teorie complottistiche della rete che come si suol dire in questi casi, non hanno ne capo ne coda. “Io ora lo chiamo il virus Fauci – ha aggiunto e concluso nel suo delirio – e se vuole essere il padre di qualcosa, è il padre del virus che ha ucciso oltre un milione di americani”. Vedremo se il buon Fauci replicherà all’ennesimo attacco nei suoi confronti, oppure, se preferirà rimanere in silenzio non dando troppo peso a questo delirio. Del resto nelle ultime settimane sono stati diversi gli attacchi complottistici, come ad esempio quello di Vivian Kubrick, la figlia del noto regista, secondo cui il “covid non esiste”.
di Davide Giancristofaro Alberti per www.ilsussidiario.net
Coronavirus, bollettino 31 maggio: meno di 100 morti per il terzo giorno di fila. Fine dello stato d'emergenza, Forza Italia in pressing
La situazione epidemiologica dell’Italia continua a rimanere abbondantemente sotto controllo, oltre che in costante miglioramento. Per il terzo giorno di fila il numero dei decessi è stato registrato sotto la tripla cifra: un’ottima notizia, che testimonia come dal punto di vista clinico il virus faccia molta meno paura in questa fase. Il bollettino di oggi, lunedì 31 maggio, rilasciato dal ministero della Salute dà conto di 1.820 contagiati, 6.358 guariti e 82 morti su 86.977 tamponi analizzati, con il tasso di positività che è stato rilevato al 2,1 per cento (+0,3 rispetto a ieri).
Per quanto concerne il sistema sanitario nazionale, la pressione continua a diminuire: oggi il saldo dei ricoverati in reparti Covid è -109 (6.482 posti letto attualmente occupati), mentre quello dei ricoverati in terapia intensiva è -28 (1.033) a fronte di 38 nuovi ingressi. Gli attualmente positivi sono scesi a 233.674, mentre i deceduti sono arrivati a quota 126.128: un prezzo alto da pagare sull’altare della pandemia, ma finalmente si vede la luce in fondo al tunnel, grazie anche alla campagna di vaccinazione che sta procedendo spedita. La ministra Maria Stella Gelmini ha dichiarato in giornata che “la fine dello stato di emergenza è vicina”, anche se il collega Roberto Speranza ieri da Fabio Fazio a Che tempo che fa è rimasto schierato sulla solita linea della (eccessiva?) prudenza.
Ilva, scattano le condanne: 22 e 20 anni a Fabio e Nicola Riva, tre anni e mezzo a Nichi Vendola
Scattano le condanne per il caso-Ilva. Maxi-condanne stabilite dalla Corte d'Assise di Taranto: 22 anni a Fabio Riva e 20 anni a Nicola Riva. Tra i condannati c'è anche Nichi Vendola:l ’ex presidente della Regione Puglia è stato condannato a 3 anni e mezzo nel processo "Ambiente Svenduto" per il reato di disastro ambientale imputato all'acciaieria della famiglia Riva. L'accusa è di concussione aggravata verso i vertici di Arpa Puglia, con lo scopo di ammorbidire la loro posizione verso l'azienda di Taranto che si occupa della produzione e della trasformazione dell'acciaio.
Per Vendola i pm avevano chiesto la condanna a 5 anni, mentre a 28 anni per Fabio Riva e 25 ani per Nicola Riva, ex proprietari ed amministratori dell’azienda. "Aspettiamo giustizia: abbiamo fiducia in chi ha lavorato in difesa dei tarantini e dell’ambiente. Grazie ai pm e a tutti quelli che non hanno ceduto di un centimetro in tutti questi anni", è stato il commento a caldo dei rappresentanti del movimento "Giustizia per Taranto", che hanno manifestato davanti all’ingresso della Scuola sottufficiali della Marina militare, in attesa della sentenza del processo.
I fratelli Fabio e Nicola Riva sono gli imputati principali, nonché accusati di concorso in associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, all'avvelenamento di sostanze alimentari, alla omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro. a con loro sono ben 44 le persone fisiche e tre società a dover rispondere all'inquinamento ambientale prodotto dallo stabilimento siderurgico. Si tratta di Ilva in amministrazione straordinaria, ex Riva Fire, Riva Forni Elettrici. Il processo è iniziato il 17 maggio 2016 e scaturisce dall’inchiesta che portò al sequestro degli impianti dell’area a caldo del siderurgico e agli arresti a partire dal 26 luglio 2012. La Corte d’Assise di Taranto ha disposto anche la confisca dell’area a caldo dello stabilimento siderurgico.
Tagadà, "mascherina con fessura e cannuccia nei ristoranti". Matteo Bassetti ridicolizza il Cts
Con l’estate l’Italia si lascerà alle spalle definitivamente il problema del Covid? È la domanda che si pongono tanti italiani dopo più di un anno di pandemia e il tema viene discusso anche nella puntata del 31 maggio di Tagadà, programma di La7 condotto da Tiziana Panella, che ospita il professor Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova: “Non ci tiriamo fuori definitivamente con l’estate, il virus tornerà a circolare nel prossimo autunno, ma bisogna vedere come circolerà. Sono fiducioso che arriveremo con una percentuale di popolazione vaccinata molto alta, soprattutto tra le categorie più fragili. Avremo dei casi, visto che ci sarà chi non vuole e chi non si può vaccinare, ma non avremo più queste ondate sparate in alto. Sarà una convivenza come il virus, dobbiamo continuare a mantenere i posti letto negli ospedali anche se quest’estate saranno utilizzati per altro, devono essere pronti a riaprire e renderli disponibili. Non credo che avremo numeri di un’ondata spaventosa, ma dovremo continuare a convivere”.
“Dovremo essere prudenti” sottolinea la Panella dallo studio passando la palla al medico ligure: “La nuova normalità deve essere fatta anche di buonsenso, dobbiamo insegnare ai cittadini cosa è importante e cosa no. La mascherina in spiaggia è una stupidaggine, il primo che capisce che non serve è il cittadino, che infatti non la mette. È chiaro che se sto al chiuso con altre persone e magari in un ambiente non ventilato è evidente che serva. Con i sistemi di areazione che ci sono nel negli aerei è verosimile che la circolazione sia minore, però sto molto vicino a chi mi sta accanto e la mascherina, almeno per quest’estate, va usata. Dobbiamo dire alle persone di fare cose quando servono, basta obblighi e divieti quando non servono. Andiamo in una nuova logica di sensibilizzazione e di consapevolezza del cittadino con le varie misure”.
Atleta americana costretta a gareggiare coi transgender. Meloni: «È un sopruso alle donne»
Su RaiUno monsignor Viganò conduce «Le Ragioni della Speranza»
Dialogando con Flavio Insinna, Cristiana Capotondi, Orietta Berti, Roberto Mancini, Francesco Pannofino e Claudia Gerini, il sacerdote ambrosiano presenta un ciclo di sei puntate per la seconda parte del programma «A Sua immagine», in onda il sabato alle 16.15
Parola, Relazione, Dubbio, Dono, Pazienza e Fraintendimento sono i “temi” su cui riflettono e si raccontano, in modo personale e originale, sei personaggi (in cerca dell’Autore): Flavio Insinna, Cristiana Capotondi, Orietta Berti, Roberto Mancini, Francesco Pannofino e Claudia Gerini.
Sono loro i protagonisti del nuovo ciclo de «Le Ragioni della Speranza», seconda parte del programma “A Sua Immagine” (RaiUno), condotto per la prima volta da mons. Dario Edoardo Viganò, sacerdote ambrosiano di Vedano al Lambro, vicecancelliere della Pontificia accademia delle Scienze e delle Scienze sociali con specifica competenza per il settore della comunicazione.
Ordinato sacerdote dal cardinale Carlo Maria Martini, nel 1987, dopo un breve periodo come coadiutore a Garbagnate Milanese e nella parrocchia milanese di San Pio V, diviene docente incaricato di etica e deontologia dei media all’Alta Scuola di Specializzazione in Comunicazione dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e docente di Semiotica del cinema e degli audiovisivi e di Semiotica e comunicazione d’Impresa alla Facoltà di Scienze della comunicazione dell’università Lumsa di Roma. Attualmente insegna alla Business School della Luiss produzione audiovisiva e ha firmato la regia dei 7 episodi Vizi e Virtù per Discovery Channel, una conversazione con papa Francesco.
Monsignor Viganò contrattacca dopo il dossier McCarrick
Il rapporto sul cardinale abusatore è menzognero, secondo l'arcivescovo
Dopo la pubblicazione del Rapporto McCarrick da parte del Vaticano, l’arcivescovo Carlo Maria Viganò passa al contrattacco con precise puntualizzazioni.
A MARGINE
del Rapporto della Segreteria di Stato
su Theodore McCarrick
Il Rapporto McCarrick pubblicato dalla Segreteria di Stato il 10 Novembre 2020 è stato oggetto di molteplici commenti: alcuni ne rilevano le lacune, altri lo elogiano come prova della trasparenza di Bergoglio e dell’infondatezza delle mie accuse. Vorrei soffermarmi su alcuni aspetti che meritano di essere approfonditi, e che non mi riguardano personalmente. Scopo di queste riflessioni non è quindi addurre ulteriori prove circa la falsità delle argomentazioni mosse nei miei confronti, quanto piuttosto evidenziare le incongruenze e i conflitti di interesse che sussistono tra chi giudica e chi è giudicato, tali a mio parere da inficiare l’indagine, il processo e la sentenza.
Intossicazione da funghi: come riconoscerla e cosa fare
AOSTA. Ogni anno, nella stagione autunnale, numerose sono le persone che accedono al pronto soccorso per intossicazione da funghi. La causa è il consumo di funghi tossici non sottoposti ai controlli dei micologi messi a disposizione gratuitamente dalle varie aziende sanitarie pubbliche.
A cosa è legata la tossicità dei funghi?
I funghi contengono tossine, sostanze velenose capaci di provocare danni all'organismo anche in piccole quantità. Queste sostanze sono specifiche per ogni fungo e provocano sintomi e danni diversi. La loro tossicità non è annullata da alcun trattamento prima del loro consumo, come per esempio la cottura, perché le tossine sono termostabili, quindi resistono alle alte temperatura. Non esistono sistemi empirici per determinare la pericolosità di un fungo, quali il cucchiaino d'argento, l'aglio, ecc. L'unico sistema per non avvelenarsi è saper identificare perfettamente i funghi commestibili.
Oltre alle tossine, i funghi sono veicoli d'infezioni batteriche e altri patogeni contenuti nel loro interno.
Non è L'Arena, "lì nessuno farà domande". Massimo Giletti smaschera il ministro Speranza in tv da Fazio
Per l'ennesima volta il ministro della Salute Roberto Speranza dice no a Massimo Giletti, nessuna intervista sarà concessa a Non è L'Arena "per impegni istituzionali". Nonostante il conduttore di La7 da tempo porti avanti in trasmissione l'inchiesta sullo scandalo del piano pandemico che ha travolto l'Oms. Ma se il ministro della Salute non può partecipare alla trasmissione di Giletti in nessun modo, ha tempo invece da dedicare a Fabio Fazio, su Rai1, collegandosi in diretta con Che Tempo Che Fa. "“Non sapevo che essere ospite da Fabio Fazio fosse un appuntamento istituzionale” dichiara Giletti durante la trasmissione smascherando il ministro. “Abbiamo provato a chiedere spiegazioni tante volte - denuncia il conduttore - lo staff del ministro ci ha risposto con la solita email cialtrona in cui si rifiuta per impegni istituzionali. E poi però Speranza va in altre trasmissioni… Da altre parti evidentemente nessuno gli farà domande”.
Foibe, la sinistra vuole continuare a negarle. E se la prende con la legge di Fratelli d’Italia
La Commissione Giustizia ha calendarizzato l’esame del disegno di legge (a prima firma Ciriani), che modifica l’articolo 604-bis del codice penale. E aggiunge un comma che punisce il negazionismo sulle foibe. Il Codice già prevede pene inasprite per chi nega o minimizza la Shoah e i crimini di genocidio. Dalla prossima settimana potrà entrare nel vivo la discussione del provvedimento con le prime audizioni.
Il ddl Ciriani sulle foibe modifica l’art. 604bis del Codice penale
Il capogruppo di Fratelli d’Italia in Senato, Luca Ciriani e il vicepresidente della Commissione Giustizia, Alberto Balboni affermano che “si tratta di un passo importante e storico”. Proprio i recenti episodi di negazionismo – aggiungono – impongono una norma che condanni quanti coloro ancora oggi negano gli eccidi commessi dai partigiani jugoslavi comunisti.
Morto Jason Dupasquier, la tragedia scuote il Mugello: ci lascia a soli 19 anni
La tragedia è compiuta, la peggiore delle notizie si abbatte sul motomondiale e sul Mugello: Jason Dupasquier, il pilota svizzero di Moto3 rimasto coinvolto in un grave incidente in qualifica sabato, è morto. Aveva 19 anni. Il decesso è avvenuto nella mattinata di oggi, domenica 30 maggio, all'ospedale Careggi di Firenze, dove era stato operato d'urgenza nella notte.
La notizia è stata data dall'account ufficiale dalla MotoGp: "Siamo profondamente addolorati dal dovervi dare la notizia della morte di Jason Dupasquier". E ancora: "Ci mancherai tantissimo, guida in pace".
Come detto, nella notte il pilota era stato sottoposto a un intervento di chirurgia toracica per una lesione vascolare. Le sue condizioni erano apparse da subito disperate. Smentita l'operazione al cervello di cui si era parlato nelle ore precedenti. L'aggravamento nella notte, dunque il decesso.
Dupasquier era caduto nel finale della sessione di qualifiche della Moto 3 ed era stato investito prima dalla sua moto poi da altri due piloti, Sasaki e Alcoba. Secondo quanto ricostruito l'impatto più forte sembrerebbe essere stato quello con Sasaki, che è stato sbalzato in aria dopo l'urto con lo stesso Dupasquier. "Andavo a tutto gas, ho visto che Jason ha frenato di colpo e ho provato ad andare a destra per evitarlo. Non ci sono riuscito, penso di averlo colpito all'altezza delle gambe", aveva commentato Alcoba, visibilmente sotto-choc.
Corona demolisce Letta: “È diventato cattivo. Ha l’occhio vendicativo. L’avessero lasciato a Parigi”…
Corona demolisce Letta in diretta tv. Parlando di patrimoniale tuona: «È diventato cattivo. Ha un occhio vendicativo. Chi ce l’ha riportato qui dalla Francia?»… Insomma, avrà pure ammorbidito lessico e toni dei suoi interventi, ma quando si tratta di picchiare duro – verbalmente, s’intende – Mauro Corona continua a farlo senza “se” e senza “ma”. E così, in veste di commentatore fisso a Dritto e Rovescio, ospite di Paolo Del Debbio, l’alpinista-scrittore non si sottrae al confronto. E in merito al dibattito infuocato, scatenato dalla proposta di Enrico Letta, tornato a lanciare in pole position l’idea di una patrimoniale mascherata da dote per i giovani, il granitico commentatore tv ci va giù piatto. È
Corona su Letta: il commento al vetriolo in diretta tv
Indignato anche alla sola idea di arrivare a lanciare sul tavolo del governo una tassa che possa anche solo lontanamente gravare sugli italiani. Una popolazione messa in ginocchio dal Covid e dalle restrizioni di governo seguite alla pandemia. E così, sul segretario dem all’ultima sortita indigesta e inopportuna – dopo quelle discutibili e anacronistiche sulle quote rosa e lo ius soli – Corona tuona: «È diventato cattivo e determinato, Enrico Letta. Era in Francia, chi l’ha riportato qui? L’avessero lasciato in Francia. Chi è stato a dire, abbiamo bisogno di te?»…
«È diventato cattivo e determinato. Chi l’ha riportato qui?»
Un interrogativo retorico al vetriolo, quello che pone a favore di telecamera lo scrittore montanaro che, ospite di Paolo Del Debbio a Dritto e Rovescio su Rete 4, non lesina certo commenti risentiti e osservazioni sapide al segretario del Pd. Un leader ultimamente nel mirino degli avversari, ma spesso colpito anche da fuoco amico. Oltre che ecumenicamente criticato da buona parte dell’opinione pubblica. Quella stessa di cui il buon Corona interpreta retro-pensieri e suggestioni. Timori e preoccupazioni. Oltre che lo spaesamento seguito all’ultima proposta che il leader dem ha lanciato spiazzando tutti: l’aumento della tassa di successione sulle eredità oltre i 5 milioni per sovvenzionare i 18enni.
Un abbraccio più forte dell’acciao
Eitan l’unico sopravvissuto della tragedia alla funivia di Stresa-Mottarone. Salvato dall’amore del padre perchè quello sì che è davvero più forte dell’acciaio. Eitan è sveglio e cosciente, è vivo e non grazie ai sistemi di sicurezza, non grazie a chi li manomette e nemmeno grazie a voi che minimizzavate dicendo che incidenti del genere possono capitare. No,non deve e non può capitare e se la giustizia fosse esemplare e lo stato non fosse malato, non capiterebbe mai.
Chi è Francesca Fialdini: Età, Fidanzato, Malattia, Instagram e A ruota libera
Francesca Fialdini è una giornalista Rai televisiva e radiofonica di 41 anni, conduttrice di Da noi…A ruota libera in onda la domenica pomeriggio su Rai Uno subito dopo Domenica In. Francesca Fialdini è una persona molto riservata, conosciuta al grande pubblico soprattutto per essere stata la conduttrice de La Vita in Diretta con Tiberio Timperi.
Chi è Francesca Fialdini?
Matrimoni, marcia indietro: serve il green pass anche in zona bianca. Le prime tre regioni senza coprifuoco
Si avvicina il passaggio in zona bianca per Sardegna, Friuli Venezia Giulia e Molise, fissato per lunedì, e le Regioni hanno aggiornato le linee guida per la riapertura delle attività segnalando che "un'elevata adesione alla campagna vaccinale determinerà le condizioni immunitarie di protezione dallo sviluppo di patologia grave e d'infezione sia dei lavoratori, sia degli utenti delle attività di cui al presente documento, contribuendo a evitare che si ripresentino le condizioni che hanno portato alle diverse restrizioni nel corso degli ultimi 15-16 mesi".
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato l'ordinanza: via il coprifuoco, riaperture totali con le stesse linee guida delle zone gialle ma resta la certificazione obbligatoria per i matrimoni. Sugli eventi nuziali dunque marcia indietro del governo: servirà il “green pass” anche in zona bianca. "Le feste conseguenti alle cerimonie civili o religiose, anche al chiuso, devono svolgersi nel rispetto di protocolli e linee guida adottati ai sensi dell'articolo 1, comma 14, del decreto-legge n. 33 del 2020 e con la prescrizione che i partecipanti siano muniti di una delle certificazioni verdi Covid-19 di cui all'articolo 9 del decreto-legge n. 52 del 2021 anche in zona bianca". E' quanto specifica la conferenza delle Regioni: il comma 2 dell’articolo 9 del DL 65/2021 si limita a stabilire l’anticipazione della possibilità di tali feste in zona gialla al 15 giugno, ma restano ferme le modalità di svolgimento indicate nella stessa norma.
Secondo l'ultimo aggiornamento del report vaccini, sono oltre 33 milioni e 770mila le somministrazioni in Italia, con 11.596.495 nostri connazionali immunizzati, cioè il 19,57% della popolazione. E nella giornata di venerdì è arrivato un altro record con 570.950 iniezioni in un giorno. Insomma, il piano procede ad ampie falcate ed entro lunedì è previsto l'ok dell'Aifa alle dosi anche ai ragazzi fra i 12 e i 15 anni. Intanto, il bollettino del ministero della Salute dà un altro segnale di speranza nell'ottica della ripartenza, con 3.351 nuovi casi di coronavirus e 83 morti nelle ultime 24 ore.
Chiudono i negozi Disney in Italia. I lavoratori in piazza: chiediamo che il sogno non finisca
Non c’è lieto fine nella realtà dei Disney store italiani: il gruppo ha chiuso 14 punti vendita in tutta Italia lasciando a spasso 233 lavoratori che si trovano ora appesi ad un filo. E per dare voce alla protesta si sono dati appuntamento in piazza Montecitorio oggi insieme ai sindacati. “Sogniamo che la Disney non chiuda e che le istituzioni la richiamino alla responsabilità sociale di impresa”, invocano con rabbia i lavoratori che davanti alla Camera dei Deputati chiedono soluzioni ricordando come allo sciopero proclamato per oggi nel Lazio abbiamo aderito in massa il 100% dei lavoratori.
Disney chiude i negozi, 233 dipendenti a spasso
A comunicare nei giorni scorsi la decisione dell’azienda di chiudere tutti i propri negozi specializzati nella vendita di prodotti Disney in Italia sono state le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs che in una nota scrivono: “La direzione societaria ha comunicato alle organizzazioni sindacali di voler chiudere tutti i negozi sul territorio: più di 230 dipendenti occupati nei circa 15 punti vendita sono ora con il fiato sospeso per l’inaspettata notizia”. Secondo quanto spiegato dalle stesse sigle la decisione è stata loro comunicata alla fine del processo decisionale, dopo la messa in liquidazione della società avvenuta il 19 maggio scorso: per questo non è stato possibile intavolare una trattativa tra le parti.
Suor Anna Monia Alfieri, chi è: età, dov’è nata, dove vive, biografia, Quarta Repubblica
Suor Anna Monia Alfieri è una istitutrice e religiosa italiana. È legale rappresentante delle scuole Marcelline italiane e membro della Consulta di Pastorale scolastica e del Consiglio Nazionale Scuola della CEI. È tra gli ospiti di Quarta Repubblica, trasmissione in onda stasera su Rete4.
Chi è Suor Anna Monia Alfieri
- Nome: Anna Monia
- Cognome: Alfieri
- Data di nascita: 12 Giugno 1975
- Luogo di nascita: Nardò (LE), Italia
- Profilo Instagram: N.D.
- Segno zodiacale: Gemelli
Suor Anna Monia Alfieri: età, dov’è nata, dove vive
Chef Rubio, delirante diluvio di insulti contro Francesco Totti: "Capitano? No, camerata tra sadici fascisti e razzisti"
Francesco Totti vedrà la finale di Champions League tra Manchester City e Chelsea da Israele, dove è stato invitato da uno dei principali sponsor della massima competizione europea del club. In un video di lancio dell’iniziativa, l’ex capitano della Roma ha mandato il seguente messaggio: “Ciao fan di Israele, sono molto felice di venire in Israele per partecipare alla fantastica esperienza della finale di Champions League con quattro di voi. Sarete la mia Totti team, un uomo, una squadra. Ci vediamo presto”.
Chef Rubio si è scagliato violentemente contro la bandiera giallorossa, essendo sempre molto “sensibile” alla causa della Palestina e essendo schierato fortemente contro Israele. La partenza di Totti alla volta di Tel Aviv è arrivata in un momento a dir poco delicato, dato che è stato appena raggiunto il “cessate il fuoco” tra Israele e il movimento nazionalista palestinese di Hamas dopo giorni di ostilità: il bilancio in termini di vite umane è stato molto alto, dato che sono morti 232 palestinesi a Gaza (di cui 65 bambini) e 12 israeliani.
“Comunque la Roma - ha twittato il cuoco e attivista romano Gabriele Rubini - è più vecchia dello stato illegale, teocratico, d’occupazione e apartheid israeliano fondato dai sionisti, gruppo di sadici fascisti, razzisti e colonialisti. Una carriera da Capitano per poi finire camerata”. Insomma, un attacco molto duro nei confronti di Totti, recatosi in Israele per una normale iniziativa legata esclusivamente al calcio.
Un barboncino ha fatto tremare governo, scienziati e Cts. Brividi per la causa "animale"
Non c'è riuscito Matteo Salvini anche quando batteva ogni giorno sullo stesso tasto. Non ci è riuscita Giorgia Meloni che da mesi ogni tipo di polemica ha provato a fare. Non ce l'hanno fatta i ristoratori che a momenti stavano per darsi fuoco in piazza come bonzi per ottenere una riaperturina o un allentamento del coprifuoco. Però a mettere in crisi mezzo governo, la schiera intera dei virologi, le direzioni del ministero della Salute, l'avvocatura dello Stato, la presidenza del Consiglio, l'intero Comitato tecnico-scientifico guidato dal professore Franco Locatelli è stato un barboncino. Simbolicamente, certo, perché le sue ragioni ha provato a farle valere una signora di Perugia, Luisa, che gestiva una “barberia” per cani e gatti proprio in quella città. E' stata lei a prendere le parti del barboncino oltre di che sé stessa a fine febbraio, facendo una semplice domanda: “perché mai gli uomini e le donne anche nelle zone rosse possono tagliarsi il capello, aggiustarselo, lavarselo e poi portare le proprie vesti in tintoria e tutto questo è vietato a cani, gatti e altri animali che pure il virus non trasmettono fra loro e nemmeno agli umani?”.
Eh sì, perché l'ultimo dpcm di Giuseppe Conte aveva allentato la presa anche in zona rossa sui cosiddetti “servizi alla persona”, concedendo l'apertura di alcuni esercizi che fin lì nei lockdown più duri erano stati chiusi. Porte aperte anche con i divieti più rigidi dunque per parrucchieri, barbieri, saloni di bellezza, tintorie ed affini. Ma serrande giù per tutti gli esercizi che facevano toelettatura per animali. Se il barboncino non vedeva più nemmeno a un metro per eccesso di frangia, doveva rassegnarsi all'attesa o al miglioramento della curva dei contagi, perché il parrucchiere per animali non poteva intervenire per decreto governativo. Ora la nostra tenace signora Lucia ha fatto una domanda secca secca che ha messo in imbarazzo tutto il vertice della emergenza sanitaria: “quale è la motivazione scientifica per cui io devo stare chiusa in zona rossa e gli altri esercizi no? Chi ha stabilito che da me che vedo solo bestie si rischiano più contagi che in parrucchieri e barbieri frequentati solo da umani? Mi fate vedere un verbale del comitato tecnico scientifico che stabilisce questo? Perché se non c'è, allora mi avete chiuso ingiustamente e arbitrariamente. E allora mi dovete dare un risarcimento per ogni giorno di ingiusta chiusura”.
L'ammiraglio sbotta sui migranti: "Basta illegali. Serve un nuovo piano per fermare le navi Ong sempre dirette in Italia"
Mentre il Ministro dell'Interno italiano Luciana Lamorgese accoglie a braccia aperte i rappresentanti delle ONG straniere, sostenendo irrazionalmente il traghettamento dei migranti clandestini paganti dalle sponde del continente africano all'Italia, la nave battente bandiera spagnola Aita Mari, dopo aver recuperato davanti alle coste libiche 50 clandestini ora alloggiati sui suoi ponti (territorio giuridicamente spagnolo) inviati sottobordo con un gommone dai banditeschi mercanti di esseri umani, sta ora dirigendo verso la Sicilia, nonostante abbia attuato il recupero in zone di competenza forestiera. La nave, da giorni in pendolamento a lento moto davanti a Zuara, ha finalmente ricevuto lo scontato pacchetto di mercanzia umana, ha puntato la prora verso Pozzallo non prima di aver passato il testimone alla nuova e più grande sorella norvegese, la Geo Barents, robusta nave da 5.000 tonnellate, idonea per le lunghe navigazioni. Il «fattore attrattivo» delle navi ONG davanti alle coste africane, facilmente individuabili in tempo reale sia nella posizione che nella rotta su ordinari siti di Internet (uno per tutti, vesselfinder.com), che tanto stimola gli scafisti in quanto predispone a rapidi e sostanziosi affari criminali, è dunque di nuovo in atto.
L'Aita Mari, nave da pesca di tonni, è alla sua quinta raccolta. Questa volta però c'è da sottolineare un fatto nuovo, propedeutico ad un verosimile incremento della presenza di navi ONG davanti a Tripoli e quindi di rischio di innalzare verosimilmente le morti in mare. I finanziamenti per questo tipo di attività, comunque onerosi sia per il noleggio delle navi sia per la loro manutenzione ed approntamento, ma anche per assicurare la paga agli equipaggi, sono ora assicurati dal popolo tedesco di fede protestante. La spagnola organizzazione non governativa «Humanitarian Maritime Rescue» proprietaria della nave - sottolinea che «il problema dell'enorme sforzo economico e logistico implicato nel noleggio della nave è oramai risolto». In questo senso, ha ringraziato il sostegno della ONG Sea Watch che, con una donazione di ben 120.000 euro, ha permesso ad Aita Mari di salpare lo scorso febbraio.
Perché Antonio Conte ha dato l’addio all’Inter: dove andrà l’allenatore Campione d’Italia
Antonio Conte dà l’addio all’Inter. Ad appena tre giorni dalla festa di San Siro per la vittoria 19esimo Scudetto nella storia dei nerazzurri, l’allenatore pugliese saluta dopo due stagioni con la società milanese. Un accordo consensuale secondo quanto riportato in un comunicato della Fc Internazionale Milano: “Fc Internazionale Milano comunica di aver trovato l’accordo per la risoluzione consensuale del contratto con l’allenatore Antonio Conte”.
A quanto riportato da diversi media la società e il tecnico avrebbero trovato un accordo per una buonuscita di sette milioni di euro. Il suo contratto prevedeva 12 milioni di euro a stagione. Conte non avrebbe accettato il ridimensionamento della rosa e quindi del progetto previsto dalla società. Il club di Suning vuole chiudere il mercato in attivo di almeno 70 milioni. Potrebbero partire dei big della rosa: l’indiziato principale è l’attaccante argentino Lautaro Martinez, ma potrebbero avere mercato anche l’attaccante Romelu Lukaku, l’esterno Achraf Hakimi e il centrocampista Marcelo Brozovic.
Un fulmine a ciel sereno, l’addio di Conte. Sono giorni di grandi movimenti di panchine in Serie A. Andrea Pirlo non è per niente stabile su quella della Juventus, il Napoli è senza allenatore al momento, la Lazio ancora non hanno deciso del suo futuro. Adesso l’Inter sembra stia pensando a Massimiliano Allegri e Simone Inzaghi, allenatore della Lazio in scadenza.
Le 10 migliori cose da vedere in Brasile
Rio de Janeiro sta per accogliere le Olimpiadi. Una buona occasione per scoprire uno dei Paesi più belli dell'America Latina. 10 cose da vedere in Brasile!
La fiamma olimpica arriverà a Rio de Janeiro dopo aver viaggiato per tutto il Brasile. Il 5 agosto, la città carioca si riempirà di sportivi e tifosi. Non solo calcio, quindi. Schermidori, canoisti, arcieri e lottatori si accingono a sfidarsi in decine di diverse discipline, mentre centinaia di migliaia di tifosi li seguiranno. Se sei uno di questi, ti consigliamo di scoprire le 10 cose da vedere in Brasile!
1. La baia dell'isola di Fernando de Noronha
L'isola di Fernando de Noronha racchiude una delle baie più belle del mondo. Un vero e proprio anfiteatro circonda un mare dai colori intensi, dallo smeraldo al blu. Su questa spiaggia sono ammesse solo poche centinaia di turisti ogni giorno. L'isola si trova a 340 chilometri dalle coste brasiliane, in mezzo all'Oceano Atlantico.
2. Le dune del Parco Nazionale dei Lençóis Maranhenses
Un luogo veramente suggestivo, non prettamente marino è il Parco Nazionale dei Lençóis Maranhenses. Si trova nello stato federato di Maranhão, nel nord-est del Brasile. Comprende un'area di 270 km² di dune di sabbia bianchissima che si spostano con il vento e cambiano la loro disposizione. Sembra un deserto, eppure qui piove, e anche piuttosto spesso. Così, tra le dune, l'acqua pluviale forma specchi d'acqua limpidi dove è possibile nuotare o rinfrescarsi.
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