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Onore ai medici ed infermieri in prima linea.Grazie da Redazione Italia

Francesco Vaia, "l'anomalia dei morti per Covid in Italia: cosa vedo in corsia". Una bomba: maxi-truffa sui numeri?

capture 003 10022022 114158"È un dato anomalo e per questo credo sia giunto il momento di fare un’analisi della mortalità da Covid": Francesco Vaia, direttore dell'ospedale Spallanzani di Roma, commenta il numero di morti da Covid in Italia. Un numero sempre molto alto, nonostante la discesa della curva dei contagi, e molto lontano da quello di molti altri Paesi. A tal proposito l'esperto, sentito da La Stampa, ha detto: "A mio giudizio molti decessi sono con e non per Covid, lo vediamo anche qui allo Spallanzani. Nei Paesi come la Germania che questa verifica l’hanno fatta, la mortalità effettiva per Covid si è ridotta del 25%".

Il medico, poi, ha affrontato la questione restrizioni, invocando un allentamento delle misure anti-Covid graduale ma necessario: "Le misure restrittive non possono, ma devono essere allentate", anche perché "siamo già in fase endemica, ossia di convivenza con il virus. Oltre il 90% di quello circolante è Omicron, che è molto meno patogeno". Questa variante, infatti, spinge rapidamente verso l'alto la curva dei contagi, ma altrettanto rapidamente la fa scendere. "In tempi non sospetti avevo messo in guardia dagli ingiustificati catastrofismi che ingenerano solo ansia nella popolazione - ha proseguito Vaia -. Oggi possiamo dire che siamo molto vicini al mare calmo".

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Green pass, la mail uscita dal Cts inguaia il governo. Lo dice la scienza? Giordano dà di matto a Fuori dal coro

capture 002 10022022 105624L'imposizione del green pass è una misura politica e gli scienziati non sono stati neanche interpellati dal governo di Mario Draghi a riguardo. Questo sembra emergente dai documenti mostrati martedì 8 febbraio a Fuori dal coro, il programma di Rete 4. Il direttore e Mario Giordano è furibondo: "Questa è una mail di uno dei più importanti esponenti del CTS, il comitato tecnico-scientifico, che dice che il green pass è una misura politica" sbotta il giornalista mostrando alcuni stralci di una email. 

Comunicazioni in cui "questo esponente del comitato tecnico-scientifico, quindi rappresentante della scienza, si dice sconcertato di una delle ultime decisioni del governo, a gennaio - attacca Giordano - che è una decisione politica, dice e lo scienziato". Da due anni ogni restrizione decisa dall'esecutivo è stata prese "in nome della scienza", oggi c'è la prova che spesso e volentieri non è così. "Lo dice la scienza una mazza, se è sconcertato questo figurarsi quanto siamo sconcertati noi" dice ancora Giordano. 

Ma cosa dice la mail che risale a gennaio 2022, quando con il Dl Covid è stato appena introdotto l'obbligo vaccinale. Un "altissimo rappresentante del comitato tecnico-scientifico" e "ascoltato consulente del ministero" scrive così in questa email: "Le confesso che anch'io sono sconcertato a fronte di certe decisioni, rispetto alle modalità in cui vengono prese. Le cito ad esempio il nostro mancato coinvolgimento" nell'ideazione delle misure. Insomma, lo dice la scienza ma gli scienziati del Cts non sono stati neanche interpellati. 

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I morti si potevano salvare, l'accusa della Gismondo sul Covid

capture 001 10022022 105244I morti per Covid vanno distinti da quelli che, invece, muoiono per altre cause pur essendo positivi al Covid. È questa la posizione di Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze all’ospedale Sacco di Milano. La dottoressa, ospite della puntata di mercoledì 9 febbraio di "Stasera Italia", ha ancora una volta lanciato un allarme, così come il collega virologo Matteo Bassetti: la conta dei morti da Covid viene fatta male. “Ormai da quasi due anni dico che i numeri di questa pandemia sono stati calcolati in maniera errata. Vorrei sottolineare che ancora negli ospedali si ha questa conta dei decessi senza distinzione tra morti con Covid e morti per Covid”.

Oltre a questo, la Gismondo sottolinea l’importanza delle cure che, se somministrate con criterio e nelle giuste tempistiche, possono salvare molte vite. “Vorrei anche cogliere l’occasione per sottolineare un fattore molto importante di cui non si parla – afferma la dottoressa - Io mi chiedo se alcuni di questi morti, non certamente tutti, avrebbero potuto non essere morti ma guariti se finalmente si usassero gli antivirali e le terapie delle quali si parla poco. Per l’accesso a queste terapie c’è una burocrazia così lunga da vanificare il loro utilizzo”.

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I negazionisti delle Foibe assaltano la sede di FdI di Fermo. Meloni: “Di questo odio nessuno parla”

capture 011 09022022 111847Non è una coincidenza, ma una certezza: nella sede di FdI di Fermo in questi giorni era prevista la cerimonia in ricordo delle Foibe, cerimonia su cui è calata la furia dei negazionisti di sinistra. “Sono entrati sfondando la porta con un piede di porco e hanno completamente devastato la sede di Fratelli d’Italia a Fermo. Ma di questa violenza, di questo odio, non ne sentirete parlare dal mainstream. Spero che tutte le forze politiche condannino l’ennesimo attacco nei confronti di una sede di FdI”. La denuncia su Facebook arriva direttamente dal presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, all’indomani del gravissimo atto vandalico compiuto da ignoti all’interno della sede di Fermo di Fratelli d’Italia.

Foibe, l’assalto alla sede di FdI di Fermo

“Mi auguro che i responsabili siano presi e puniti. Non ci facciamo intimidire dall’odio politico”, commenta Emanuele Prisco, commissario regionale Fdi nelle Marche. L’ingresso della sede, dove storicamente si è sempre riunita la destra fermana, è stato forzato e sono stati strappati i manifesti al suo interno e messa a soqquadro l’intera sala. In questi giorni, infatti, si sarebbe dovuta tenere lì la manifestazione in ricordo dei Martiri delle Foibe organizzata da Gioventù Nazionale, l’organizzazione giovanile di FDI. “Si tratta di un atto gravissimo, soprattutto perché il livello del dibattito democratico continua a scadere sempre più velocemente in quella lotta senza quartiere di epoche buie della storia repubblicana. Abbiamo piena fiducia nel lavoro di Forze dell’Ordine e della magistratura che sono già al lavoro per individuare i colpevoli”, aggiunge Emanuele Prisco, commissario regionale Fdi nelle Marche.

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Foibe, la Lega allerta il ministro Messa: «Il rettore Montanari si fa beffa del Giorno del Ricordo»

capture 009 09022022 110958«Tomasi Montanari fomenta divisioni e politicizza lui stesso una vicenda che dovrebbe essere consegnata allo studio della storia e al rispetto di quanti su quel confine persero la vita». A sostenerlo, almeno questa volta, non è il Secolo d’Italia, ma un’autorità di governo nella persona del sottosegretario Tiziana Nisini. L’esponente leghista davvero non le manda a dire al rettore dell’Università per Stranieri di Siena, segnalatosi già nell’estate scorsa per il suo negazionismo sulle foibe. E che ieri è tornato sull’argomento annunciando un convegno che si presenta ambiguo sin dal titolo. Eccolo: “Uso politico della memoria e revanscismo fascista: la genesi del Giorno del Ricordo“.

Nel mirino il convegno organizzato da Montanari

Persino un bambino s’accorgerebbe che il vero obiettivo di Montanari è parlare d’altro. Di tutto, forse, tranne che della tragedia che si abbattè sugli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia alla fine del secondo conflitto mondiale «Vorrei ricordare a Montanari – ha aggiunto la Nisini – che la legge che istituisce il Giorno del Ricordo non ha come scopo solo quello di onorare la memoria delle vittime innocenti e degli esuli. Ma ha anche quello di creare una memoria condivisa sulle vicende che interessarono il nostro confine orientale». La sottosegretaria non è l’unica del suo partito ad strigliare Montanari.

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La protesta No Vax dei camionisti canadesi raccoglie in due giorni 3,5 milioni di dollari

capture 010 09022022 111137Partito a gennaio per protestare contro l’obbligo vaccinale per i camionisti che fanno la spola tra Canada e Stati Uniti, il Freedom Convoy è diventato un più ampio movimento di protesta che sta raccogliendo sostegni politici e fondi anche dagli Stati Uniti.

Un sito di crowdfunding raccoglie 3,5 mld di dollari per Freedom Convoy

Basti pensare che dopo non aver potuto ricevere i diversi milioni di dollari raccolti con GoFundMe, ora il movimento – animato da molti gruppi dell’estrema destra nordamericana – si è rivolto ad un sito cristiano di crowdfunding che in due giorni ha raccolto oltre 3,5 milioni di dollari.

Proteste anche davanti al Parlamento della Nuova Zelanda

Sulla scia della protesta di Ottawa, centinaia di manifestanti sono scesi in piazza anche davanti al Parlamento della Nuova Zelanda. Bloccando la circolazione nel centro di Wellington.  Il “convoglio per la libertà” con camion e camper si è radunato fuori dal Parlamento a Wellington in vista del primo discorso dell’anno del primo ministro Jacinda Ardern.

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Lollobrigida: “Poco credibile chi dice di essere alternativo alla sinistra e poi ci governa assieme”

capture 008 08022022 115526“Esistono due centrodestra: uno tra la gente, che è fatto di valori e di programmi ed è maggioritario in Italia, e un altro parlamentare che si è frantumato”. Lo ha detto in un’intervista a Il Messaggero il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida.

“FdI è rimasta coerente, gli altri no”

“La responsabilità – spiega Lollobrigida – non è certo di Fratelli d’Italia, che è rimasta nel centrodestra, ma di chi oggi governa insieme al Pd, all’estrema sinistra e al Movimento 5 Stelle e ha scelto di votare nuovamente un presidente della Repubblica che per storia è espressione del centrosinistra. Abbiamo chiesto coerenza e lealtà ai nostri alleati: noi eravamo sempre sulla stessa posizione mentre loro l’hanno cambiata. Quando si andrà a votare, gli elettori sapranno premiare chi li rappresenta meglio”.

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Multa ai figli del capo di gabinetto di Gualtieri. Loro ostentano il classico “lei non sa chi sono io”

capture 007 08022022 115000Fermati, i figli del capo di gabinetto del sindaco Gualtieri ostentano un classico “lei non sa chi sono io”. Peccato (per loro) che non basti: la multa scatta lo stesso. Ogni tanto ritornano, quelli del «Lei non sa chi sono io». Quelli che, per evitare rimproveri e sanzioni, scomodano l’albero genealogico. E rivendicano trattamenti ad hoc in nome di un blasone politico che nella loro mente si tramanderebbe di padre in figlio. E così, dato che tutto il mondo è Paese – tanto per citare un altro motto immarcescibile divenuto di uso corrente – anche la capitale può vantare i suoi illustri eredi e portabandiera del celebre detto che allude, neanche tanto alla lontana per la verità, a nobili discendenze prodromiche a trattamenti speciali quando si tratta di reprimende e sanzioni. Nel caso specifico di cui dà notizia l’Adnkronos, allora, i due malcapitati – in questa circostanza – sono i figli del capo di gabinetto del sindaco di Roma

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Whoopi Goldberg, sospesa da Abc News per le sue affermazioni sull’Olocausto: non fu razzismo

capture 006 08022022 114625L’Abc News ha sospeso Whoopi Goldberg dopo le sue affermazioni sulla Shoah. L’attrice premio Oscar, nonostante le scuse, non potrà partecipare per due settimane alla trasmissione The View, dove è fra le conduttrici in qualità di moderatrice dal 2007.

Il presidente dell’emittente televisiva americana Kim Godwin ha comunicato che sospenderà “con effetto immediato Whoopi Goldberg per due settimane per i suoi commenti “sbagliati e offensivi”, per le sue dichiarazioni secondo le quali “il genocidio nazista degli ebrei non riguardava la razza”.

“L’intera organizzazione di Abc News – ha aggiunto Godwin – è solidale con i nostri colleghi ebrei, amici, familiari e comunità. Queste decisioni non sono mai facili, ma necessarie. Lavoriamo in maniera inclusiva, rispettosa e trasparente e i commenti di Whoopi non sono in linea con questi valori”.

Ieri, scusandosi, la Goldberg aveva ammesso di aver “parlato male” nello show e aveva ammesso che “la Shoah riguarda davvero la razza, perché Hitler e i nazisti consideravano gli ebrei una razza inferiore. Le parole contano e le mie non fanno eccezione”.

L’attrice aveva affermato che l’Olocausto “non riguarda la razza ma la crudeltà dell’uomo sull’uomo” e aveva coinvolto “due gruppi di bianchi”. Parole che hanno suscitato una valanga di reazioni, tra cui quella di Jonathan Greenblatt, a capo della Lega Anti-Diffamazione, e il Museo dell’Olocausto negli Usa.  La popolare attrice afroamericana si è poi scusata con un tweet: “Nello show di oggi, ho detto che l’Olocausto non riguarda la razza, ma la crudelta’ dell’uomo sull’uomo. Avrei dovuto dire entrambe”. “Il popolo ebraico nel mondo ha sempre avuto il mio sostegno e questo non verrà mai meno. Sono dispiaciuta per il dolore causato”, ha aggiunto l’attrice 66enne.

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La strage americana del Cermis, una ferita ancora aperta

Era il 3 febbraio del 1998 quando un aeromobile da combcapture 005 08022022 114426attimento americano, decollato dalla base militare di Aviano, tranciò di netto i cavi della funivia del Cermis. Quel giorno non vi era nessuna pandemia o obbligo di green pass per turisti e sciatori. Le piste innevate sui monti della Val di Fiemme accoglievano turisti da mezza Europa e gli impianti di risalita riportavano gli stessi in quota per l’ennesima discesa. L’ultima.

A fungere da attrazione turistica, oltre la bellezza delle Dolomiti, erano ormai da diversi mesi le improvvise e incoscienti acrobazie che i caccia americani compivano sorvolando la Val di Fiemme. A bassa quota, sempre più bassa. Ma tra l’eccitazione dei vacanzieri ignari, incominciarono nella valle a levarsi voci di proteste: pastori e contadini trentini si lamentarono aspramente della pericolosità di simili incursioni aeree. “Vacche e capre le si spaventa e nol fa più il latte”, “cosa i fa che la guerra xe finia da un pezzo”, “prima o poi ghe scappa il morto”.

Cermis, “prima o poi ci scappa il morto”

A nulla valsero gli avvertimenti e le proteste dei valligiani contro una potenza, quella americana, arrivata fin qui nella seconda guerra mondiale per liberarci da un regime per poterlo sostituire con un altro. Nel 1998 in Italia non v’era la guerra. Essa però infiammava da diverso tempo a pochi chilometri dai nostri confini, lungo la sponda opposta del Mare Adriatico. In quel periodo i Balcani erano infatti un enorme campo di battaglia che non risparmiava confessioni religiose o etnie. Caduto il socialismo jugoslavo, genti e milizie iniziarono a massacrarsi tra loro per le rivendicazioni più svariate, a volte nobili, troppo spesso malvagie. L’Europa guardava preoccupata questa cruenta trincea alle sue porte. All’Italia sembrò di rituffarsi nel passato, nella sua storia che, proprio in quelle terre orientali tra le pietre del Carso e le onde della Serenissima, scrisse le sue pagine più buie.

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Il Garante dei minori di Trento fa a pezzi il green pass: violente limitazioni ai diritti fondamentali

capture 004 08022022 113756«È semplicemente inammissibile, per un Garante dei diritti dei minori, non dare voce a quelle che sono le espressioni di grave disagio e legittima protesta a causa delle ulteriori e gravi limitazioni dei diritti fondamentali della persona. Rivolgo il mio personale disappunto e indignazione per quello che si può definire come un cervellotico e assurdo meccanismo di controllo sociale, il cosiddetto green pass nelle sue molteplici declinazioni». Così Fabio Biasi, Garante dei minori di Trento, che ha scritto a presidente della Provincia, al commissario del governo e all’Autorità garante per l’infanzia in merito alle misure di contenimento della pandemia per quanto riguarda trasporti scolastici, accesso alle attività sportive e ricreative, mense, regole di accesso alle scuole di ogni ordine e grado e quarantene differenziate a seconda dello stato vaccinale degli studenti.

«I provvedimenti introdotti dall’esecutivo centrale, purtroppo con il generale sostegno delle autonomie locali, comportano in un continuo crescendo, gravi, violente e ingiustificate limitazioni ai diritti fondamentali di tantissimi ragazzi - si legge nel documento -. Il tutto viene scientemente alimentato da una perdurante e martellante narrazione mediatica tesa a indicare i bambini quali diffusori della malattia con conseguente loro colpevolizzazione. Ricordo che le persone non sono numeri anonimi e freddi da inserire in tabelle per far fronte a compiti decisionali». 

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Anche gli intellettuali di sinistra si accorgono che la schwa è una follia. E parte la raccolta di firme

capture 003 08022022 113527Una raccolta firme «a difesa della lingua nostra». È comparsa su Change.org dopo che il ministero dell’Istruzione ha usato la schwa (ə) in un documento ufficiale: una procedura concorsuale universitaria per l’abilitazione a professore universitario di Organizzazione aziendale. La vocale indistinta che abolisce le differenze di genere si trovava nel settore delle discipline economico-giuridiche. Avevamo ripreso l‘ennesima deriva omologante in ossequio al pensiero unico di cui aveva dato notizia la Verità neri giorni scorsi. Ebbene, qualcosa si è mosso e deve avere risvegliato le coscienze di molti intellettuali che si sono resi conto della deriva. La petizione, lanciata da Massimo Arcangeli (linguista e scrittore, ordinario di Linguistica italiana all’Università di Cagliari), prende in esame un estratto del verbale pubblicato dal Miur.

La petizione degli intellettuali contro la schwa su change.org

Guerra dichiarata contro l’uso della schwa, in questo caso applicata alla parola professore. Nell’invito a firmare si parla di «una pericolosa deriva, spacciata per anelito d’inclusività da incompetenti in materia linguistica, che vorrebbe riformare l’italiano”. “Promotori dell’ennesima follia, bandita sotto le insegne del politicamente corretto; pur consapevoli che l’uso della “e” rovesciata non si potrebbe mai applicare alla lingua italiana in modo sistematico». Il linguaggio inclusivo, la neolingua che fa strage delle identità non aveva mai oltrepassato la soglia di documenti scolastici ad indicare i vari percorsi “alias”. Un’emblema delle battaglie Lgbt che  la sinistra intellettuale ha sempre avallato in qualche modo. Ora che la lettera Schawa è entranta in un documento del Miur anche a sinistra si è determinato un cortocircuito, un rigurgito di bile.

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Walter Ricciardi, Alessandro Giuli: il menagramo scorbutico che ci vedeva tutti morti di Covid. Perché ci vuole richiusi

capture 002 08022022 112839«Nulla sarà più come prima del Covid-19», ripete ancora Walter Ricciardi con sguardo tetro da ogni pulpito mediatico disponibile. Manca soltanto l'anatema penitenziale - «pentitevi!» - e l'ordine perentorio di convertirsi alla chiesa della rassegnazione. Non è chiaro se Ricciardi sia un politico travestito da scienziato o viceversa. Di certo il cilicio del menagramo scorbutico e millenarista è il suo abito d'ogni giorno; e il Coronavirus è lo svaporante dio a cui rivolge il suo pervicace atto di fede quotidiano. Oggi, stando alle sue fideistiche previsioni, dovremmo essere all'incirca tutti mezzi morti o comunque sommersi da 300mila contagi giornalieri. E invece niente, la variante Omicron sembra aver ripiegato voltando le spalle al docente d'Igiene all'Università Cattolica di Milano, consigliere principale del ministro della Salute, Roberto Speranza, e uno dei principali protagonisti del rito della disperazione andato in scena quotidianamente durante la prima ondata pandemica, quando ogni sera alle 18 la Protezione civile e il Cts diramavano e commentavano lividi il bollettino di morti, contagiati e ospedalizzati. Consuetudine rimasta oggi solo sulla carta e contro cui Regioni, imprese, scuole e una parte autorevole del mondo scientifico reclamano un cambiamento sostanziale.

Giunti ormai alla terza dose vaccinale e in presenza di "portatori sani" virali non ammalati, basta con i vecchi parametri che ci costringono nel purgatorio dei colori giallo-arancio-rosso e delle quarantene intermittenti, smettiamola di computare gli asintomatici bis o trivaccinati, scegliamo unità di misura più congrue rispetto alla necessità di coabitare con il Sars-CoV2 senza abbassare la guardia ma sbloccando l'Italia a rischio d'impoverimento cronico. Ma soprattutto, se è vero che il picco è oltrepassato e a fine marzo dileguerà anche lo stato d'emergenza, perché insistere con l'anacronistico Green pass mentre il resto del mondo se ne disfa e impara a convivere col virus piuttosto che morire di paura?

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Il Financial Times boccia i politici italiani ma esalta la Meloni: “Si distingue e cresce”

capture 031 03022022 104722“Bisogna fare uno sforzo speciale per far apparire i politici della Prima repubblica in buona luce, ma la scorsa settimana i politici della Seconda ci sono riusciti”. Parte da questo commento caustico l’analisi del Financial Times sul voto per il Quirinale, commento intitolato “Una classe politica egoista evita il disastro all’ultimo minuto“, vale a dire “il collasso del governo riformista di Mario Draghi”. “Ma lascia gravi dubbi – scrive l’editorialista Tony Barber – sulla capacità dei politici di professione italiani di fare appello a un più alto senso di responsabilità mentre il Paese si trova in una fase critica del suo sviluppo”. Una bocciatura completa per la classe politica italiana, ma il quotidiano economico-finanziario britannico salva l’opposizione, l’unica, quella coerente che “è sempre più popolare” e si distingue da tutti gli altri. Quella di Giorgia Meloni e di Fratelli d’Italia.

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Giuseppe Conte, blitz della Finanza a casa del leader M5s: fatture e consulenze, in ballo 400mila euro

capture 030 03022022 103912Si mette male per Giuseppe Conte. Oltre allo scontro con Luigi Di Maio, il capo politico dei Cinquestelle rischia di avere guai con la giustizia. Di recente, infatti, gli uomini della Guardia di Finanza di Roma, su ordine della procura, hanno bussato alla sua porta in cerca di documenti importanti. La perquisizione ha riguardato le cosiddette consulenze d'oro che l'avvocato del popolo ha svolto per alcune società del gruppo Acqua Marcia già di Francesco Bellavista Caltagirone. Si parla di incarichi tra i 300 e i 400mila euro, non pagati, avuti nel 2012 e 2013. Libero lo scorso settembre si era già occupato dell'inchiesta che imbarazza l'ex premier con un articolo di Paolo Ferrari dal titolo "I verbali di Amara inguaiano anche Conte", in cui si raccontava di come il faccendiere al centro, tra l'altro, della fantomatica loggia Ungheria con cui magistrati e varie personalità avrebbero pilotato i processi, interrogato a dicembre del 2019 dai pm d Milano avesse tirato in ballo anche le consulenze super pagate date ad avvocati, professori e "amici degli amici". Tra questi, appunto, Giuseppe Conte e il suo mentore, professor Guido Alpa, che si sono sempre dichiarati estranei ad ogni addebito.

Ora, però, a conferma di quelle rivelazioni, ci sono nuove indagini da parte della procura di Roma, infatti, come riporta anche oggi il quotidiano Domani, sia che Conte che Alpa nelle scorse settimane hanno subìto delle perquisizioni e c'è un nuovo fascicolo, per ora, senza indagati arrivato da poco sulla scrivania della magistrata romana Maria Sabina Calabretta, la quale ha ereditato la pratica dai colleghi di Perugia che indagano da mesi sulle dichiarazioni dell'imprenditore Piero Amara. Costui aveva detto, in interrogatorio, di avere raccomandato alcuni avvocati a Fabrizio Centofanti, al tempo potente capo delle relazioni istituzionali del gruppo Acqua Marcia. Secondo Amara le nomine erano condizione fondamentale «per riuscire a ottenere l'omologazione del concordato stesso» dai giudici del Tribunale di Roma.

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Lockdown, "impatto nullo" su morti e contagi da Covid. Lo studio: Speranza ci ha rinchiuso per niente?

capture 029 03022022 103548L'impatto del lockdown? Devastante sulla tenuta economica e sociale di un Paese, ma praticamente "nullo" su quello della salute pubblica nel quadro della lotta al Covid. Lo afferma un nuovo studio sulla prima ondata della pandemia condotta dalla Johns Hopkins University. I "blocchi" hanno ridotto la mortalità per Covid "dello 0,2% negli Stati Uniti e in Europa", spiega il tabloid britannico Daily Mail riportando i dati della ricerca. "Sebbene questa meta-analisi concluda che i blocchi hanno avuto effetti minimi o nulli sulla salute pubblica, hanno imposto enormi costi economici e sociali laddove sono stati adottati - sottolineano i ricercatori -. Di conseguenza, le politiche di blocco sono infondate e dovrebbero essere respinte come strumento politico pandemico". Un colpo mortale a quello che è sempre stato il vanto dell'ex premier Giuseppe Conte e del ministro della Salute Roberto Speranza, ancora in carica, grandi sostenitori dello strumento delle chiusure, tanto da applicarlo su scala nazionale, per due mesi, da 9 marzo 2020 per quasi due mesi, e considerando la misura decisiva nel contenimento di contagi e vittime.  

Secondo i ricercatori coordinati da Steve Hanke, uno dei fondatori della Johns Hopkins School of Applied Economics, Jonas Herby e Lars Jonung, economista svedese, a fronte di benefici "al massimo marginali" ci sono stati "effetti devastanti" sull'economia e sulla società. Le chiusure "hanno contribuito a ridu

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Salvini si droga? Un giornale insinua, la reazione del leader della Lega è furiosa: “Vergogna, querelo”

capture 028 02022022 100632Salvini e la droga: l’attacco al leader della Lega stavolta non è politico, ma arriva da un giornale, “Il Riformista“, diretto Piero Sansonetti, che lascia intendere cose molto sgradevoli sul piano personale che scatenano la reazione del leader leghista.
Alla lettura di quell’articolo “ho capito io quello che avete capito voi? Uscirei spesso dall’ufficio, durante le riunioni, per andare a drogarmi in bagno e tornare pimpante…. Accetto tutto, ma non questo”. In un lungo post Matteo Salvini replica così a quanto scritto “nell’articolo del Riformista del 29 gennaio a firma di tale Angela N.” dove “si legge di ‘commenti pesanti sulle frequenti necessità di Salvini di assentarsi un attimo, giusto un attimo, per poi tornare rinfrancato e pimpante'”.

Salvini e la droga, le vergognose insinuazioni del Riformista

La frase che insinua che Salvini faccia uso di droga, da parte del giornale “garantista”, “Il Rifosmista”, è questa: “Due colonnelli della fronda leghista, seduti in attesa sui divanetti rossi, svelenano tra loro commenti pesanti sulle frequenti necessità del segretario, di assentarsi un attimo, giusto un attimo, per poi tornare rinfrancato e pimpante”. Parole inequivocabili, purtroppo.

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Quirinale, ne esce bene solo Giorgia Meloni: ma quanto durerà?

capture 026 02022022 100003Dalla pessima tragicommedia del Quirinale l’unica a uscire senza le ossa rotte  è Giorgia Meloni. In un centrodestra che, come si è già detto, si trova a rimediare una delle figure peggiori possibili di fronte al proprio elettorato.

Il Quirinale e la posizione di Giorgia Meloni

Fratelli d’Italia ha se non altro mantenuto il punto in questa occasione, come lo aveva tenuto già in passato nel non dare seguito e appoggio incondizionato al governo di Mario Draghi. Intendiamoci, è un processo assolutamente nella norma. Nella corsa al Quirinale il partito della Meloni non ha fatto altro che seguire la propria linea, in una condizione di minoranza parlamentare, ancora lontana da consensi “certificati” che ormai diversi sondaggi danno intorno al 20% dei voti.

La dinamica è fin troppo conosciuta da tempo: una formazione politica ha lo slancio e la possibilità di manifestare dissenso solo in condizioni di basso o medio riscontro elettorale. Ed FdI, alle elezioni politiche del 2018, aveva ottenuto meno del 5%. Uno spazio che, non essendo ancora importante, solitamente permette e rende più semplice esprimersi in modo discontinuo.

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Le mire della Cina sui porti italiani: il caso Trieste

capture 025 02022022 095643Il premier Mario Draghi sta cercando di resistere alle ambizioni della Cina su Trieste, ma il ritorno di Zeno D’Agostino probabilmente porterà i progetti cinesi a guadagnare terreno ancora una volta nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia, il più grande porto commerciale d’Italia. Nel giugno 2020, il Tar del Lazio ha revocato la sospensione di D’Agostino da presidente dell’Autorità Portuale dell’Adriatico Orientale, che governa il porto di Trieste. L’Autorità anticorruzione italiana (Anac), aveva infatti sospeso D’Agostino a causa della preoccupazione che vi fosse conflitto di interessi con il suo altro ruolo di presidente del Trieste Passenger Terminal. La corte ha stabilito che le preoccupazioni dell’Anac erano infondate e basate su un’interpretazione errata delle norme sul conflitto di interessi.

Trieste, le mire della cinese Cosco

Tornato sul posto di comando che occupa dal 2016, D’Agostino ha recentemente ribadito il suo obiettivo di trasformare Trieste nel motore principale dell’economia locale e nazionale. Questo rappresenta però una buona notizia anche per la cinese Cosco, che vuole tenere un piede nel porto italiano. Dopo essersi ritirato da Genova nel luglio 2020, a causa del cattivo stato delle infrastrutture, Cosco è riuscita a tornare nei porti italiani e a mantenere una posizione vantaggiosa per il controllo della circolazione delle merci nel Mediterraneo. Ciò è dovuto in parte alla tedesca Hamburger Hafen und Logistik AG (Hhla), in cui Cosco ha una partecipazione, nonché ai suoi rapporti privilegiati con tre società proprietarie della maggioranza di Trieste Adriatic Maritime Initiatives s.r.l. – che controlla Trieste Passenger Terminal -, vale a dire: Assicurazioni Generali, Costa Crociere e Carnival PLC.
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Volantino Br venduto per 32mila euro: il feticismo del terrore rosso

capture 024 01022022 101525E così il volantino Br sul sequestro di Aldo Moro è stato venduto. E per una cifra record, come riporta l’Ansa. Soprattutto se consideriamo che soltanto qualche settimana fa l’offerta maggiore si aggirava intorno ai 5.500 euro. I reperti storici possono riguardare argomenti benefici come evidentemente criminali. Ma è una riflessione complicata.

Volantino Br su sequestro Moro: venduto per 32.760 euro

Il volantino delle Br che rivendicava il sequestro Moro è stato venduto all’asta per 32.760 euro. Per meglio dire, una copia a ciclostile del documento originale con il quale le Brigate Rosse comunicarono il rapimento dello statista democristiano, successivamente all’uccisione della sua scorta in via Fani: era il 16 marzo 1978. L’articolo costituiva il lotto numero 43 di un catalogo (“Autografi & Memorabilia”)  ed è stato acquistato nel pomeriggio di ieri, durante la vendita organizzata dalla casa d’aste Bertolami Fine Arts di Roma: una messa in vendita che aveva suscitato molte polemiche.

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Rischio tecnocratico: guai a pensare che il tecnicismo sia sempre la soluzione

capture 023 01022022 101219Rischio tecnocratico, già. A partire dalla crisi governativa del 2011, in cui l’ultimo governo Berlusconi fu deposto a colpi di spread e presunta necessità di attuare delle riforme strutturali per la nostra nazione, abbiamo assistito al fortificarsi dell’ideologia tecnicista.

Il rischio tecnocratico: uno spettro sempre presente

Dunque il rischio tecnocratico si approfondisce nel corso degli anni. Certo, anche nel secolo scorso la politica italiana fece ricorso a delle figure tecniche più che squisitamente politiche per guidare apparati e ministeri di peso, Carlo Azeglio Ciampi su tutte, che cominciò la propria scalata istituzionale senza essere in principio un uomo di partito ma, appunto, un tecnico prestato alla politica.

Tuttavia, da poco più di un decennio quella che era un’opportunità remota e sempre distante dal rivelarsi consuetudine nei palazzi del potere sembrerebbe tramutarsi in una quasi irrinunciabile necessità. Infatti, il richiamo alle figure tecniche, ultima in ordine cronologico quella di Mario Draghi per guidare l’attuale governo, ha superato l’opportunità di sviluppare nuovi accordi politici che partorissero una figura di partito, o di preferire le elezioni anticipate al commissariamento della politica stessa.

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La dignità della parola è stata abolita dal pensiero unico

capture 022 31012022 094447Nel corso degli ultimi mesi abbiamo spesso osservato la leggerezza con cui l’opinione pubblica è riuscita a screditare immagine e valore delle visioni esposte da chiunque non fosse allineato al pensiero unico dettato dal mainstream, soprattutto in ambito dell’emergenza sanitaria. L’avvento della pandemia ha fornito di fatto l’alibi perfetto per introdurre una sorta di “vocabolario dell’informazione” con all’interno prassi, opinioni ritenute veritiere e quasi incriticabili, oltre che una visione sociale volta all’annullamento – ove ritenuto necessario – delle libertà personali e della scelta individuale anche in materia di tutela della propria salute.

C’era una volta la dignità della parola

L’aspetto maggiormente preoccupante di quanto espresso è rappresentato dall’accoglienza spesso favorevole con cui tale indirizzo è stato accolto dalla stessa società. Giudicare e magari offendere o umiliare volti anche noti ritenuti fino ad oggi di pregevole valore in ambito sportivo, scientifico, culturale e giuridico si è rivelata opportunità ghiotta quanto fattibile per coloro che adorano seminare odio, moralismo e giudizio negativo verso chi abbia opinioni differenti dalle proprie. Una preziosa critica a riguardo è arrivata anche dall’avvocato Fabio Garaventa, che ha osservato a più riprese che se la libertà di parola è in effetti ancora concessa ai più, la dignità di essa è andata di fatto perduta.

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Il centrodestra è morto, ma forse è una buona notizia

capture 021 31012022 093548Quasi trent’anni di centrodestra non vanno in fumo per un teatrino imbarazzante consumatosi nella partita del Colle. Spariscono, ammesso che davvero tutti i protagonisti attuali ne prendano davvero atto, a causa di una serie di clamorosi passi falsi. Manifesta incapacità di avere una visione politica chiara, assenza di una programmazione seria, mancata volontà reale di incidere nella società. Quasi trent’anni senza produrre un fronte culturale capace di contrapporsi alla sinistra. Dall’associazionismo alle cooperative, passando per i media locali, chi controlla il quarto potere al quadrato batte la concorrenza elettorale e leviga le istituzioni. E’ il vecchio insegnamento di Gramsci, a sinistra più vivo che mai nonostante i continui inciampi e gli odierni mediocri rappresentanti. A destra prevale il vuoto, a perdere.

Il centrodestra è morto. Ora lo ammettono tutti

“Il centrodestra parlamentare mi pare che non esista. E’ ancora maggioranza nella nazione, credo che debba avere rappresentanza politica ma credo che bisogna ricominciare tutto da capo” , dice oggi Giorgia Meloni. Un’ammissione chiara, posto che non serviva attendere l’esito della sceneggiata quirinalizia per affermarlo. “Matteo Salvini propone di andare tutti a pregare il Sergio Mattarella di fare un altro mandato da Presidente della Repubblica. Non voglio crederci”, aveva prima scritto su Facebook il leader di Fratelli d’Italia. Poi è arrivato Ignazio La Russa, a tuonare per la riproposizione di Mattarella: “Effetti su centrodestra? Quale centrodestra?”, ha risposto ai cronisti che gli chiedevano lumi su eventuali effetti sulla coalizione. “Quando dopo diversi tentativi si arriva a rieleggere in stato di necessità un presidente che più volte aveva manifestato la sua indisponibilità, si tocca il fondo, pur con il rispetto dovuto alla persona”, ha poi aggiunto l’esponente di FdI.

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Bush e Blair, ombre e accordi segreti nella guerra in Iraq

capture 020 31012022 093313Sulla testata Middle East Eye, che si occupa prevalentemente di notizie inerenti le dinamiche mediorientali, è da poco disponibile un articolo in cui viene allegata una lettera riguardante gli incontri tra l’ex Presidente americano George Bush e l’ex primo ministro britannico Tony Blair, prima dell’inizio della guerra in Iraq. I due leader si erano incontrati nel ranch texano dell’allora presidente statunitense, dal 5 al 7 aprile 2002, al fine di prendere alcune decisioni sul futuro intervento in Iraq contro il regime di Saddam Hussein.

La lettera che inchioda Bush e Blair

L’epistola in questione è stata scritta da David Manning, addetto alle politiche estere durante il governo Blair, ma al suo interno non vi sono informazioni sulla sicurezza del petrolio, né un piano per l’instaurazione di un governo democratico e tantomeno un progetto per mettere fine al terrorismo, come viene fatto notare in un altro articolo di Middle East Eye.

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La Geo Barents ci scarica 439 clandestini, altri 176 in arrivo. Il governo è un fantasma

capture 019 31012022 092739Ed anche la Geo Barents qualche ora fa è sbarcata sulle coste siciliane con un maxi carico di clandestini, 439 per l’esattezza, continuando a ingrassare il business della famigerata accoglienza targata Europa ma con un unico punto d’approdo da spendere: l’Italia. Questa volta ad aggiudicarsi l’ingente numero di persone da immettere nel sistema è stato il porto di Augusta che doveva già essere noto ai solerti traghettatori da giovedì, visto che dopo un intenso girovagare davanti alla costa meridionale della Sicilia hanno puntato la prua verso nord aggirando la punta più estrema dell’Isola.

Non solo Geo Barents, altri 176 clandestini in arrivo

E per una nave appena attraccata, un’altra stanotte ha avuto il permesso di ancorare a largo di Lampedusa, dunque a breve avrà anche quello di raggiungere il porto della più grande delle Pelagie, si tratta della spagnola Aita Mari con altri 176 immigrati a bordo. Il primo mese dell’anno per la Sicilia e l’Italia tutta, che ha visto inasprire i divieti e le limitazioni per i cittadini a causa della pandemia, è caratterizzato ancora una volta da questa piaga con, in più, dei numeri spietati che si moltiplicano di anno in anno.

Gennaio 2021 si chiuse con 1.039 arrivi, oggi siamo già a 2.786 (contando i 439 appena giunti ad Augusta e non ancora immessi nella statistica giornaliera del Ministero dell’Interno) e potenzialmente arriveremo, con quelli dell’imbarcazione spagnola, a quasi 3.000 unità. Facendo i conti della serva il 2022 batterà di netto il record del 2021 con quasi 70mila clandestini. E tutti lì a sfregarsi le mani e col disegnino dell’euro al posto delle pupille. La flotta delle Ong pronte a traghettare i nuovi schiavi e la manovalanza per la delinquenza indigena ed estera che sta scaldando i motori in vari porti.

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Trump ancora duro su Biden: “Con lui rischiamo una guerra mondiale”

capture 018 31012022 092449Ancora Donald Trump, ancora contro Joe Biden. Lo rende noto un’Ansa di stamattina, entrando nel dettaglio dell’ultima apparizione pubblica del tycoon.

Trump: “Biden ci porterà alla terza guerra mondiale”

Dopo le ultime invettive proferite in Arizona, stavolta Trump parla da Conroe, in Texas, ed è carico più che mai contro Biden. “Quello che Putin e la Russia stanno facendo con l’Ucraina non sarebbe mai accaduto con me presidente. Sotto il mio sguardo l’America era rispettata, forse più rispettata che mai”, afferma Trump, aggiungendo che con la “debolezza e l’incompetenza di Biden si rischia una terza guerra mondiale”.

Arrivano poi bordate contro la Nato, e di nuovo contro la gestione dell’immigrazione del presidente: “Dovrebbe inviare truppe al confine con il Messico: solo lo scorso anno cinque milioni di persone hanno attraversato il confine illegalmente”. E poi ancora: “Sotto il mio sguardo l’America era rispettata, forse più rispettata che mai. Biden ha tradito Israele e ha presieduto alla catastrofe dell’Afghanistan. Con me invece abbiamo costruito la più grande economia al mondo, distrutto l’Isis, riportato le truppe a casa e fronteggiato la Cina”,

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Crosetto: “Ho avuto tanti voti perché siamo un forza attrattiva, Giorgia ha avuto coraggio»

capture 012 28012022 104601Onorato per la scelta di puntare su di lui per il Quirinale. Ben consapevole, però, che si tratta di una candidatura di “servizio”. Guido Crosetto, come è noto dalle cronache e dall’ottima performance (quasi il doppio dei voti dei grande elettori di FdI), accetta sorpreso e lusingato la proposta di Giorgia Meloni di correre per il Colle. Fatta con una telefonata lampo nel pieno della prima chiama della terza votazione. “La ringrazio, le dico che sono lusingato e che può procedere. Che so benissimo che è una candidatura di bandiera ma che è sempre un onore”, racconta al Corriere.

Crosetto: lusingato per la scelta di Giorgia

Non se l’aspettava, ammette l’imprenditore e fondatore di Fratelli d’Italia. Convinto che il centrodestra potesse votare uno dei candidati proposti nella rosa. La mossa della leader di FdI per uscire dal cul de sac delle schede bianche e dare uno scossone al quadro, poi, si rivelerà azzeccata. Non appena circola la notizia riceve centinaia di chiamate e di messaggi da amici, ex colleghi parlamentari, conoscenti, racconta il gigante buono della destra. Che piace anche a sinistra. “Guarda che la mia è una candidatura di bandiera. Dovrei prendere i 63 voti di Fratelli d’Italia. Risentiamoci dopo il voto” è la sua risposta a tutti. L’esito dello spoglio andrà ben oltre le aspettative. Su Crosetto convergono 51 voti fuori dal recinto di Fratelli d’Italia, il test è riuscito.

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Covid, altri 426 morti, calano i ricoveri. L’Iss: «80 anni l’età media delle vittime»

capture 011 28012022 104014Sono stati 167.206 i nuovi casi di coronavirus e 426 i morti nelle ultime 24 ore. Dunque, numeri in calo rispetto a ieri, quando i contagi da Covid erano stati 186.740 e i morti 468, il numero più alto della quarta ondata. Da inizio pandemia arriva così a 144.770 il numero totale delle vittime, delle quali l’Iss oggi ha tracciato l’identikit, rivelando che avevano in media 80 anni e quattro malattie pregresse. I tamponi processati sono stati 1.097.287, tra molecolari e antigenici, che fanno rilevare un tasso positività pari al 15%, dunque questo dato è in crescita rispetto a ieri, quando si era attestato al 13,3% su 1.397.245 tamponi.

Ricoveri in calo nelle terapie intensive e nei reparti

Calano i ricoveri: i pazienti in terapia intensiva sono 26 in meno rispetto a ieri; i ricoverati con sintomi 36 in meno. In totale, dunque i posti occupati in rianimazione sono 1.665, mentre nei reparti Covid ci sono 20.001 pazienti. Gli attualmente positivi sono oggi 2.716.581, vale a dire 27.319 in più di ieri al netto dei guariti, che nelle ultime 24 ore sono stati 139.421, portando il totale delle persone che hanno superato il Covid a 7.522.210 dall’inizio della crisi, a fronte di 10.383.561 persone contagiate.

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Svelati i dati nascosti del Covid: solo 1 su 4 è morto in terapia intensiva

capture 009 28012022 102928Alla fine l’Istituto superiore di sanità ha risolto il giallo dei morti per Covid. In un report pubblicato ieri, per la prima volta viene fatto sapere che solo il 23,8% dei decessi è avvenuto in terapia intensiva. Un dato importante, perché ci dice che, di qui in avanti, sarà bene fare molta attenzione ai termini che usiamo. Non a caso l’Iss preferisce parlare di «pazienti deceduti positivi all’infezione» da coronavirus. E non di pazienti deceduti «per il coronavirus». Altrimenti si rischia solo una gran confusione. Soprattutto se consideriamo che, secondo gli esperti che hanno analizzato le cartelle cliniche, il 17,7% dei morti non si trovava nemmeno in ospedale.

Per rendere l’idea ancora meglio è opportuno tradurre queste percentuali in numeri assoluti. Il rapporto dell’Iss fa riferimento a 138.099 persone morte dall’inizio della pandemia fino al 10 gennaio scorso. Di queste, quasi 33mila (23,8%) sono decedute in terapia intensiva, 80.787 (58,5%) erano ricoverati in altri reparti e 24.443 non era nemmeno in ospedale. Il Covid è una malattia che quando attacca il sistema respiratorio può degenerare velocemente. Chi sviluppa una grave polmonite in poco tempo viene per forza portato in terapia intensiva. Se ciò non avviene, significa che la malattia non è grave. La causa del decesso, quindi, deve essere un’altra. Ovviamente, è difficile generalizzare. Ma è la tesi che ormai sostengono numerosi medici. Per citare alcuni dei più conosciuti, sia Matteo Bassetti che Andrea Crisanti invitano da tempo ad inserire nel bollettino giornaliero solo chi è morto veramente per Covid, depennando tutti gli altri.

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“Una notizia questa di rilevante importanza, tenuta nascosta sia dal Governo italiano e Ministero della Salute, che dai nostri Parlamentari seduti sullo scranno del Parlamento Europeo.

 capture 006 26012022 184731In data 27 gennaio 2021 l’Assemblea Permanente del Consiglio d’Europa ha votato la risoluzione 2361 (di cui alleghiamo il documento*) che vieta di rendere obbligatoria la vaccinazione anti covid-19.

Il testo approvato dall’Assemblea chiarisce ai Paesi aderenti quali siano gli obblighi nella gestione della campagna di vaccinazione. Riportiamo a seguirei i contenuti che riteniamo fondamentali ai fini della tutela dei diritti umani: (punto 7.3.1) assicurarsi che i cittadini siano informati che la vaccinazione NON è obbligatoria e che nessuno è politicamente, socialmente o altrimenti sottoposto a pressioni per farsi vaccinare, se non lo desiderano farlo da soli; (punto 7.3.2) garantire che nessuno sia discriminato per non essere stato vaccinato, a causa di possibili rischi per la salute o per non voler essere vaccinato; (punto 7.3.4) distribuire informazioni trasparenti sulla sicurezza e sui possibili effetti collaterali dei vaccini, collaborando e regolamentando le piattaforme di social media per prevenire la diffusione di disinformazione; La risoluzione 2361 chiarisce inequivocabilmente 4 aspetti fondanti:

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Lo Spallanzani sul Covid: l'80 per cento contagiato da Omicron. Aggiornare i vaccini

capture 003 26012022 095640All'ospedale Spallanzani  di Roma, nelle ultime quattro settimane, «sono state monitorate in maniera sistematica le varianti di Sars-CoV-2. La percentuale di persone contagiate con variante Omicron è rapidamente cresciuta, passando dal 35% della fine di dicembre ad oltre l’80% dell’ultima settimana». Così in una nota l’Istituto per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma. «Si conferma, inoltre, il dato che il paziente con variante Omicron è prevalentemente ambulatoriale.

L’impatto clinico di Omicron - precisa lo Spallanzani - è assolutamente limitato nella sua gravità e ciò è dovuto, come più volte sottolineato, alla capacità dei vaccini di prevenire la malattia grave. L’estrema contagiosità e conseguente diffusione del virus, però, conferma quanto più volte affermato da questo Istituto circa la necessità di continuare lo sviluppo dei vaccini ed il loro aggiornamento rispetto alle varianti che finora si sono determinate o che potranno insorgere». «A tal fine, prosegue la nostra attività di ricerca, anche in partnership con Istituti nazionali e internazionali, sia per l’aggiornamento dei vaccini già esistenti sia per nuovi vaccini che inducano un’immunità verso altri bersagli del virus, diversi dalla proteina spike», conclude lo Spallanzani.

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Pandemia, ecco chi sono i re dei tamponi: i nomi delle società che guadagnano con i test

capture 002 26012022 094619I test per la diagnosi del Covid-19 sono ormai diventati uno dei business più redditizi al mondo. Le aziende che li producono e li distribuiscono hanno visto negli ultimi due anni schizzare il proprio fatturato. Ma chi sono i "signori dei tamponi"?

Cina e Sud Corea detengono un oligopolio nel settore, seguite dalle multinazionali statunitensi. I tamponi sono diventati una gallina dalle uova d'oro: usati per diagnosticare il coronavirus, per uscire dalla quarantena, per entrare nelle strutture socio-assistenziali e per i non vaccinati a cui serve il greenpass. Basti pensare che solo in Italia ne viene processato circa un milione al giorno, tra ospedali pubblici e cliniche private, centri analisi, farmacie, hub e drive-in della struttura commissariale. Ormai ce n'è per tutti i gusti e le fasce di prezzo: molecolari e antigenici rapidi, antigenici qualitativi o quantitativi, sierologici per la ricerca di anticorpi, professionali o fai da te, naso/orofaringei o salivari.

Tra Natale e Capodanno era salita la «febbre da tampone», una vera e propria corsa al test per avere il via libera ai festeggiamenti in casa o con gli amici. Nelle grandi città, come Roma, Milano e Torino, le farmacie hanno registrato il sold-out delle prenotazioni. C'è chi ha aspettato in fila ai drive-in per 3-4 ore. I test fai da te sono andati letteralmente a ruba e quei pochi rimasti nei negozi sono stati venduti con rincari del 100%. Maurizio Arcuri, prima, e Francesco Figliuolo, poi, hanno acquistato dal 12 marzo 2020 al 20 ottobre 2021 ben 177.170.213 kit diagnostici e tamponi (con annesse provette), prevalentemente molecolari, per una spesa complessiva di 597 milioni e 354 mila euro.

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Matteo Bassetti, il grafico con cui demolisce Speranza: "Basta chiacchiere, ecco i dati sul Covid di un Paese che sa darli"

capture 001 26012022 094406"Basta chiacchiere da bar e da tv". Matteo Bassetti, con un post pubblicato sul suo profilo Instagram, mostra i veri numeri su Covid e vaccini che non possono più lasciare spazio a dubbi e interpretazioni. Le vaccinazioni sono fondamentali per combattere la pandemia. "Ecco i dati del Covid di un Paese che sa dare sul Covid: la Svizzera. Il tasso di mortalità settimanale è dell'11.56 per centomila abitanti tra i non vaccinati, dello 0.89 tra i vaccinati con dosi senza booster e dello 0.07 per chi ha anche il booster", scrive.

Insomma, conclude il direttore della clinica Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, "Per i vaccinati la mortalità è inferiore a quella dell'influenza. I vaccini hanno depotenziato il Covid. Basta chiacchiere da bar e da tv". 

E in questo momento in Italia i contagi stanno calando e probabilmente "siamo arrivati al picco", avverte Bassetti: "Questa settimana speriamo di scendere anche con i ricoveri, ma ci vuole un po' di tempo per dimettere una persona come ci vorrà tempo per vedere un calo dei decessi". Il professore, commentando poi quanto affermato dal direttore generale dell’Oms per l’Europa, commenta che è "plausibile" che con Omicron l’Europa "si stia avviando alla fine della pandemia".

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Covid, Giuseppe Conte "untore in Europa". Lancet condanna l'ex premier: clamoroso caso internazionale

capture 006 24012022 103558"La decisione di governo e Regione Lombardia di non chiudere Alzano e Nembro è responsabile dell’esplosione del contagio nella Bergamasca e poi in tutta Europa": la rivista scientifica Lancet lancia questa grave accusa contro l'esecutivo guidato da Giuseppe Conte riferendosi a quanto successo nei primissimi giorni della pandemia. Sulle responsabilità in ambito giuridico, comunque, sta già indagando la Procura di Bergamo per epidemia colposa.

Va avanti, poi, la dura condanna da parte della rivista, che si chiede chi pagherà per "l’orrore dei morti in casa senza cure, soli in ospedale, corpi cremati non identificati". Come riporta il Giornale, vengono contestati la sottovalutazione del fenomeno e la mancata applicazione del piano pandemico, seppur non aggiornato. Tra le responsabilità, continua il quotidiano diretto da Minzolini, anche la "pessima terapia domiciliare (Tachipirina e vigile attesa) su cui Speranza continua a insistere, sebbene sia stata bocciata da nuove scoperte e dal Tar".

La mancata chiusura di Alzano e Nembro in Lombardia, inoltre, sarebbe costata fino a 4mila morti, secondo il rapporto redatto da Andrea Crisanti e consegnato in Procura. Lancet parla addirittura di "omertà istituzionale", lodando invece l’azione dell’associazione dei familiari delle vittime della Bergamasca. Dopo aver fatto causa al governo per 100 milioni di risarcimento, infatti, il team di legali guidati da Consuelo Locati ha chiesto anche l'istituzione di una vera commissione parlamentare sulla gestione dell’epidemia.

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“La mafia nigeriana è sempre più potente per colpa del politicamente corretto”: l’accusa dello zio di Pamela

capture 005 24012022 103205“Mantenere alta l’attenzione” sul fenomeno della mafia nigeriana e “cercare sempre più di comprenderne i meccanismi, altrimenti si rischia di trattare con politica ipocrisia un fenomeno-quello mafioso-che è sempre più transnazionale”. E’ quanto afferma all’Adnkronos l’avvocato Marco Valerio Verni, a pochi giorni da una nuova operazione contro la mafia nigeriana che ha portato, stavolta a Palermo, a quattro arresti.

Verni, che è zio e legale della famiglia di Pamela Mastropietro, la 18enne romana che si era allontanata da una comunità di Corridonia e i cui resti furono ritrovati chiusi in due trolley a Pollenza (Macerata), fatti per i quali è stato condannato all’ergastolo in primo grado e in appello Innocent Oseghale, da tempo studia il fenomeno della mafia nigeriana e ha sollevato spesso interrogativi anche rispetto alla vicenda della nipote che però, su questo fronte, non hanno, almeno al momento, trovato riscontri in sede giudiziaria.

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Roy De Vita contro Fabrizio Pregliasco: "Ma che medico è". Il caso dei ricoveri vietati ai no vax

capture 004 24012022 103021"Il dottor Pregliasco con le sciocchezze che ha detto dall’inizio della pandemia ci ha autorizzati ad avere dubbi sulla sua competenza di virologo; su quella di medico li fugati tutti". Il prof. Roy De Vita in un video fa a pezzi il direttore sanitario dell'Istituto Galeazzi, finito nel mirino della Regione Lombardia e contro il quale è stata avviata un'ispezione. La richiesta è arrivata dopo le polemiche esplose relativamente a una disposizione firmata da Pregliasco che chiederebbe il rinvio degli interventi per i pazienti che non sono vaccinati. Roy de Vita, fra i più conosciuti chirurghi plastici italiani e Primario della Divisione di Chirurgia Plastica dell'Istituto dei Tumori di Roma Regina Elena, denuncia la gravità delle accuse contro il medico: "Basta un tampone, è un tampone che va chiesto ai pazienti". 

“Il dottor Pregliasco con le sciocchezze che ha detto dall’inizio della pandemia ci ha autorizzati ad avere dubbi sulla sua competenza di virologo; su quella di medico li fugati tutti”

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Effetti collaterali, la verità su Pfizer e AstraZeneca. Gismondo spiazza tutti

capture 002 21012022 101559A “Di Martedì”, il programma di approfondimento sull’attualità di LA7, martedì 11maggio, la microbiologa dell'ospedale Sacco di Milano Maria Rita Gismondo, sfata il mito della pericolosità del vaccino AstraZeneca e lo riabilita: “Cattiva informazione, i dati dicono altro”.

La campagna vaccinale in Italia sta rallentando per lo scarso approvvigionamento dei vaccini e perché in molti rifiutano AstraZeneca. La professoressa Gismondi, carte alla mano, cita un report dell’Aifa sulla bontà del vaccino di Oxford e aggiunge: “Voglio darvi dei dati pubblicati che ridimensionano questa confusione fatta ai danni di AstraZeneca. Su 100.000 vaccinati, 328 effetti collaterali dovuti a Pfizer, 309 dovuti a AstraZeneca, 24 gravi su Pfizer e 39 su AstraZeneca. Quindi se parliamo in numero assoluto di effetti collaterali indesiderati, su Pfizer abbiamo qualche numero in più. Questo ovviamente non per dire che sia più ragionevole o efficace vaccinarsi con Pfizer piuttosto che AstraZeneca o viceversa, ma per dire che i vaccini che si stanno utilizzando sono tutti vaccini che al pari stanno aiutando a dare un’arma efficacia nei confronti della pandemia. Inoltre abbiamo avuto un’ampia sperimentazione nel Regno Unito dove dopo aver vaccinato milioni di abitanti con AstraZeneca quello che si è avuto come effetti collaterali è stato molto limitato. E’ anche vero dall’altra lato e non dobbiamo nasconderlo che questi vaccini sono stati sperimentati per necessità oggettiva per un periodo di tempo limitato e che certamente potremo conoscerli meglio nel prossimo futuro così come li stiamo conoscendo meglio man mano che li utilizziamo”.

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PiazzaPulita, Andrea Crisanti: "Vaccinati non vuol dire protetti". Contagio e quarantena, brutte notizie

capture 001 21012022 101027Attenzione, avverte Andrea Crisanti in collegamento dall'Inghilterra con Corrado Formigli a PiazzaPulita, su La7. "Vaccinati non significa protetti", dice il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'università di Padova: "Ci sono milioni di persone che anche se hanno fatto la vaccinazione non sono protetti", precisa Crisanti. "Dobbiamo pensare alle persone fragili, a chi ha superato 85 anni, ai trapiantati. Non necessariamente i vaccinati coincidono con i protetti".

Quindi, ragiona il professore, prima di allentare le misure e ridurre i giorni di isolamento e di quarantena - come chiedono per esempio Stefano Bonaccini, governatore dell'Emilia Romagna, e l'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato entrambi ospiti di Formigli - per chi ha fatto le tre dosi di vaccino anti-Covid, bisogna pensare che una parte della popolazione, pur avendo fatto le vaccinazioni resta a rischio.

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Danni da vaccino, passa il risarcimento per le reazioni avverse

capture 014 18012022 083952Danni da vaccino, passa l'emendamento per il risarcimento delle reazioni avverse. In Commissione Affari Costituzionali del Senato è stato approvato l'emendamento che tutela i cittadini che riportassero danni da vaccino anti-Covid. Al provvedimento hanno contribuito il senatore della Lega Ugo Grassi con i colleghi senatori Augussori, Calderoli, Pirovano e Riccardi.

L'emendamento prevede che, ai soggetti sottoposti ad obbligo vaccinale ai sensi del decreto-legge 26 novembre 2021 n. 172 che abbiano riportato a causa di vaccinazione per la prevenzione dell'infezione da SARS-CoV2 lesioni o infermità dalle quali sia derivata una menomazione permanente della integrità psico-fisica, si applicano le disposizioni di cui alla legge 25 febbraio 1992, n.210”. (La 210/92 è la legge per indennizzare i soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazioni di emoderivati). 

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Virginia, stop alle mascherine a scuola e al vaccino obbligatorio. Ciclone Youngkin al primo giorno da governatore

capture 015 18012022 084133Via le mascherine dalle scuole e stop all'obbligo dei vaccini per i dipendenti pubblici. Il primo giorno da 74mo governatore della Virginia del repubblicano Glenn Youngkin è stato caratterizzato da 11 azioni esecutive tra ordini e direttive che azzerano molte delle misure anti-Covid presenti nello Stato americano ma anche la fine "dell'uso di concetti divisivi, tra cui teoria critica della razza, nell'istruzione pubblica". 

In particolare, quest'ultima misura è la messa in pratica di una istanza crescente nella galassia Gop e ha a che fare con la Critical care theory (CRT) che secondo la Brookings Institution "non attribuisce il razzismo ai bianchi come individui o anche a interi gruppi di persone" (...)  ma "afferma che le istituzioni sociali statunitensi (ad esempio il sistema di giustizia penale, il sistema educativo, il mercato del lavoro, il mercato immobiliare e il sistema sanitario) sono condizionate dal razzismo incorporato in leggi, regolamenti, regole e procedure che portano a risultati differenziati per razza”, riporta HuffPost. 

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Ha mostrato dati falsi, la Maglie contro i numeri di Speranza

capture 012 17012022 093552“Il ritorno in piazza di tante persone è la dimostrazione che l’obbligo vaccinale non serve, è inutile. Oltre che irrispettoso di qualunque forma di democrazia e libertà, pone problemi di compatibilità con la Costituzione”. Lo afferma Maria Giovanna Maglie, ospite in collegamento della puntata di sabato 15 gennaio di Controcorrente, il talk di approfondimento politico condotto da Veronica Gentili su Rete 4. “Il racconto sta cambiando. A cominciare dalla conferenza stampa di Draghi, quando Speranza ha mostrato dati falsi, come ha spiegato benissimo sul Tempo il direttore Franco Bechis”, sottolinea la Maglie. “Oggi non c’è nessun virologo che non introduca elementi di dubbio, perché evidentemente non vogliono finire a fare il capro espiatorio”.

La giornalista, anche alla luce di una tendenza a livello mondiale, suggerisce un “ripensamento generale”. Occorre fare un’analisi lucida di quel che si è fatto e correggere gli errori. “Se si finisce in terapia intensiva, vaccinati o non vaccinati, sarà sempre tardi perché prima qualsiasi medico generico ha l’obbligo di dirti di non prendere niente se non una ridicola tachipirina e stare in vigile attesa. Che sia ancora questo il protocollo è ridicolo. Non aver abbinato la terapia domiciliare, per evitare che molti casi diventassero gravi, e aver saturato gli ospedali sono errori”. A questo proposito, il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato dal Comitato Cura Domiciliare Covid-19 contro le linee guida ministeriali del 26 aprile 2021, per il trattamento domiciliare dei malati Covid, e dunque bocciato il cosiddetto protocollo Speranza. Altro grande tema che andrebbe ripensato, vaccino e numero di dosi: “Siamo pronti alla terza, quarta o quinta dose ma fior di virologi dicono che questo metodo non può essere seguito, e nel contempo il governo, anche di fronte a questa constatazione, si è ben guardato dal cercare altri metodi”.

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I non vaccinati salveranno l'umanità, Montagnier ai no vax

capture 013 17012022 093746"Chiedo a tutti i miei colleghi di fermare le vaccinazioni contro il Covid con questo tipo di vaccini. Ne va di mezzo il futuro dell’umanità. Il dopo dipende da voi, soprattutto dai non vaccinati, che un domani potranno salvare l’umanità, mentre i vaccinati dovranno essere salvati dai centri medici". Lo ha detto il virologo e biologo Luc Montagnier, premio Nobel per la medicina nel 2008, notoriamente contrario ai vaccini contro il Covid e non nuovo a posizioni che si sono attirate le critiche della comunità scientifica, in piazza XXV aprile a Milano alla manifestazione no vax e no green pass organizzata da Italexit di Gianluigi Paragone.

Lo scienziato 89enne, davanti a una folla di almeno 2mila persone, parlando in francese e con la traduzione in italiano, ha spiegato che "c’è stato un grande errore di strategia" nel contrasto alla diffusione del Covid-19. "Questi vaccini non ne impediscono la trasmissione. Questo vaccino non funziona". Il vaccino "anziché proteggere dalla malattia favorisce anche altre infezioni. La proteina usata per il vaccino è un veleno e tocca organi come il cuore, tanto che molti atleti si stanno ammalando. Il vaccino è fatto per proteggere e non per uccidere". Per 
Montagnier "è un crimine assoluto dare questo vaccino ai bambini".

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Meloni: il Tar boccia ancora la “vigile attesa” di Speranza, è ora che il ministro vada a casa

capture 011 16012022 185622Il Tar del Lazio accoglie il ricorso del Comitato per le Cure domiciliari e boccia le famigerate linee guida del ministero della Salute su ‘tachipirina e vigile attesa’. Giorgia Meloni, commentando la decisione del tribunale, torna a chiedere le dimissioni del ministro Speranza.

Meloni: Speranza, due anni di fallimenti

“Dopo due anni di fallimenti conclamati la sentenza del Tar del Lazio mette una pietra tombale sull’operato del ministro Speranza, che ha la grande responsabilità di non aver mai voluto ascoltare le numerosissime esperienze cliniche portate dai medici di base. È chiaro che Speranza non può rimanere un minuto di più, Mario Draghi e le forze di maggioranza prendano atto del fallimento”.

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Salgono a 11 gli stupri di Capodanno a Milano, la difesa del questore: “No a paragoni con Colonia”

capture 010 16012022 185511Il questore Giuseppe Petronzi sugli abusi sessuali di massa, a Capodanno a Milano, si difende in un’intervista al Corriere della Sera: «Fatti gravi ma non paragonabili a Colonia, qui la cornice era diversa. Avevamo un servizio di ordine pubblico per vigilare sui festeggiamenti: è stato usato un metodo subdolo, nuovo per noi, non per altre città europee».
Al Corriere, il questore di Milano dichiara che un servizio di ordine pubblico c’era eccome e che per garantire la sicurezza della piazza era stato deciso di «perimetrare l’area centrale lasciandola libera anche per non favorire eccessiva presenza di persone». E aggiunge: «Il personale ha progressivamente allontanato giovani esagitati, anche ragazzi noti grazie ai numerosi servizi svolti in questi mesi in centro». Ma qualcosa è senza dubbio andato storto. E questo, secondo il questore, anche a causa di una tecnica utilizzata dai branchi di molestatori che avrebbero provocato difficoltà persino «agli stessi autori dei video consegnati agli inquirenti. Sono riusciti solo dopo a realizzare cosa fosse realmente accaduto e cosa avessero documentato».

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Saviano annebbiato: scambia la violenza brigatista per violenza antifascista. Il Foglio lo bacchetta

capture 009 16012022 184742Presentando sul Corriere il podcast «Nebbia» – di Giovanni Bianconi e Alessandra Coppola – Roberto Saviano si avventura negli anni di piombo facendo bella mostra di pregiudizi incancreniti.

Così Saviano presenta il podcast Nebbia

E lo fa laddove scrive che il podcast Nebbia “racconta come la violenza neofascista in questo Paese sia stata profondamente egemone e usata per impedire un percorso democratico e riformista. Ma racconta anche il codardo attentato di Primavalle alla famiglia missina dei Mattei. Attraverso la voce dell’ultimo dei fratelli, Giampaolo, sopravvissuto al rogo in cui morirono Virgilio (22 anni) e Stefano (8 anni)”.

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No vax in piazza a Roma e Milano. Attimi di tensione e l’arringa di Montagnier: “Salveremo il mondo”

Dopo settimane di silenzio a Roma e Milano gli irriducibili no vax e no green pass tornano in piazza. Gridando contro il governo Draghi, lo Stato di polizia e i “vaccinazisti”. A Milano oltre 2mila manifestanti si sono ritrovati in piazza XXV aprile. Per partecipare al presidio promosso da Italexit di Gianluigi Paragone. Che ha visto come ospite principale il premio Nobel per la medicina Luc Montagnier. Diventato un’icona della dottrina ‘no vax’ che ha scaldato i militanti con un’arringa contro i vaccinati e i medici che si ostinano a voler immunizzare i pazienti. Proprio così.

No vax a Roma e Milano, niente cortei

capture 008 16012022 184504“Chiedo a tutti i miei colleghi di fermare le vaccinazioni contro il Covid con questo tipo di vaccini. Ne va di mezzo il futuro dell’umanità. Il dopo dipende da voi, soprattutto dai non vaccinati. Che un domani potranno salvare l’umanità, mentre i vaccinati dovranno essere salvato dai centri medici”.  Lo scienziato 89enne,  parlando in francese e con la traduzione in italiano, ha ripetuto ossessivamente che “questi vaccini non funzionano”.

“Abbasso lo Stato fascista”

Oltre un centinaio di manifestanti hanno provato a partire in corteo, al grido “corteo corteo”, ma sono stati bloccati dalle forze dell’ordine disposte ai lati della piazza. Poi uno spezzone ha percorso corso Como, per essere fermata all’incrocio con via De Tocqueville. Tra i tanti striscioni spicca quello che recita “Abbasso lo Stato fascista”, “green pass = diritti a scadenza”. Diversi gli slogan intonati. Da “libertà, libertà”, un evergreen, a “la legge come noi non molla mai” per finire con “Giù le mani dai bambini”. Non sono mancanti gli insulti all’indirizzo del presidente Mattarella e del premier Mario Draghi. Considerato “il nemico numero uno”.

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