L'Università di Padova studia un potenziale farmaco anti-Covid che riuscirebbe a bloccare un enzima che favorisce la replicazione del virus e le trombosi. "Blocca entrambi i meccanismi ed evita gli effetti gravi della malattia"
Mentre si procede spediti con le vaccinazioni, ricerca e Scienza lavorano "sotto traccia" per mettere a punto un farmaco anti-Covid che possa evitare lo sviluppo della malattia grave: da questo punto di vista, ottime notizie potrebbero presto arrivare proprio dall'Italia.
Lo studio italiano
Lo studio, approvato dal Comitato Tecnico Scientifico (Cts) dell’Istituto Superiore di Sanità, dal Comitato Etico Nazionale dell’Ospedale Spallanzani di Roma e dall’Aifa, sarà condotto in collaborazione con le Unità Covid-19 dell’Azienda Ospedaliera - Universitaria di Padova. Lo studio clinico controllato è disegnato e coordinato dal prof. Gian Paolo Rossi, Direttore della Unità Operativa di Medicina d’Urgenza e della Scuola di Specializzazione in Medicina d’Emergenza e Urgenza, e dalla prof.ssa Teresa Seccia ed impiegherà il nafamostat mesilato, un farmaco utilizzato da anni in Giappone come farmaco generico anticoagulante che ha mostrato un ottimo profilo di sicurezza in tutti gli studi finora condotti. "Se le attese saranno confermate il farmaco potrà tenere molti pazienti Covid-19 fuori dalle terapie intensive e salvare molte vite - afferma la prof.ssa Seccia ad Insalutenews – e potrebbe risultare efficace anche contro le diverse varianti del Covid-19, ma questo lo definiremo meglio nel corso del nostro studio”.
Libia, spari contro due pescherecci italiani: ferito il comandante. Armatore si scaglia contro Di Maio & C.
Minacce, spari e sequestri. Ancora un altro attacco contro pescherecci italiani. E da Luigi Di Maio e dal governo non arriva nessun segno. L’ultimo caso avvenuto a circa 75 miglia a nord est di Tripoli in Libia. Il comandante di un peschereccio italiano, l’Aliseo, a quanto apprende l’Adnkronos, è rimasto ferito da colpi sparati da una motovedetta della Guardia Costiera libica. In particolare, la Guardia costiera libica avrebbe esploso alcuni colpi di arma da fuoco di avvertimento intimando all’Aliseo e a un altro peschereccio, l’Artemide, di fermarsi. La nave Libeccio della Marina Militare, che si trovava a poche miglia dalle due imbarcazioni italiane, è stata autorizzata dai libici ad approntare il soccorso.
Libia, l’intervento della fregata Libeccio
La fregata Libeccio della Marina militare, impegnata nell’Operazione Mare Sicuro, “è intervenuta nelle prime ore pomeridiane di oggi in assistenza ad un gruppo di 3 pescherecci italiani (Artemide, Aliseo e Nuovo Cosimo) intenti in attività di pesca nelle acque della Tripolitania all’interno della zona definita dal Comitato di Coordinamento Interministeriale per la Sicurezza dei Trasporti e delle Infrastrutture “ad alto rischio” (a circa 35 miglia nautiche dalla costa libica, a nord della città di Al Khums)”. È la Marina militare a sottolineare, in una nota, che “l’intervento si è reso necessario per la presenza di una motovedetta della Guardia Costiera libica in rapido avvicinamento ai motopesca italiani”.
Navi da guerra nella Manica, Johnson e Macron litigano per Jersey: cosa c'è dietro
Parigi e Londra mostrano i muscoli nella Manica. Alta tensione tra i due Paesi, tutta colpa degli effetti collaterali della Brexit. Due motovedette della marina britannica sono arrivate al largo di Jersey, isola del canale, dopo che un'ottantina di barche francesi si sono radunate nel porto di St Helier per protestare contro le norme applicate sui diritti della pesca dopo l'entrata in vigore della Brexit.
L'escalation improvvisa che ha portato, riporta il Guardian, l'Hms Severn e l'Hms Tamar a essere schierati a un miglio dalla costa dell'isola di Jersey. Anche le autorità francesi hanno inviato un pattugliatore per monitorare la situazione.
Downing Street ha riferito che le navi pattuglia sono state inviate per "monitorare la situazione". La gendarmeria marittima francese ha confermato la presenza di un pattugliatore di 32 metri Pcg Athos schierato a otto miglia a nord dell'isola di Jersey per ''monitorare la situazione e garantire la sicurezza delle persone in mare''. Il governo del Jersey ha detto che il ministro dell'Ambiente Gregory Guida e quello degli Affari esteri Ian Gorst avrebbero aperto un dialogo.
Parigi ha chiesto a Londra di revocare le restrizioni ai pescherecci francesi per l’accesso alle acque di fronte all’isola di Jersey, nel Canale della Manica, dove entrambi i Paesi hanno inviato navi militari a monitorare la protesta messa. "Vorrei che le autorità britanniche revocassero la loro decisione" di imporre nuove restrizioni alle licenze di pesca rilasciate ai pescatori francesi, è l’appello della ministro del Mare di Parigi, Annick Girardin. Da ieri, decine di pescherecci francesi si sono ammassati davanti al porto di Saint Helier, capoluogo di Jersey - dipendenza della Corona britannica - di fatto bloccandolo. Contestano il nuovo sistema di rilascio di licenze da parte di Jersey, che limitano il loro diritto di accesso alle acque della Manica, su cui Francia e Regno Unito avevano raggiunto un difficile accordo dopo la Brexit.
Omofobia, Zan non la racconta giusta: nel 2013 voleva mettere il bavaglio ai cattolici in Rai
Le proteste, il richiamo alla Commissione di vigilanza Rai, la stigmatizzazione del servizio pubblico che si fa «megafono» di certe «tesi» senza «alcun contraddittorio». Insomma, c’erano tutti gli ingredienti della censura nell’intervento che Alessandro Zan, padre dell’omonimo ddl contro l’omofobia, fece contro la partecipazione dell’avvocato Giancarlo Cerrelli, all’epoca vicepresidente dell’Unione giuristi cattolici italiani, nei dibattiti Tv in cui si parlava del ddl Scalfarotto, antesignano dell’attuale ddl Zan. A scovare il precedente increscioso per uno che oggi si straccia le vesti sul “caso Fedez”, è stato il giornale Tempi, che ha ricordato la vicenda in un articolo intitolato «Quando Zan chiedeva alla Rai di censurare i cattolici».
La censura di Zan verso i cattolici
I fatti risalgono a quando il dibattito sulla legge contro l’omofobia ruotava intorno al ddl Scalfarotto, uno dei vari poi riassorbiti dall’attuale ddl Zan. Era il 2013. La Rai ebbe l’ardire di invitare a parlarne, oltre a Fabrizio Marrazzo del Gay Center, anche Cerrelli, che aveva una posizione critica su quella legge. «Possibile che in Rai se si parla di gay bisogna ricorrere per forza ad ospiti ultra cattolici e omofobi? Su questo chiederò l’intervento della Commissione Parlamentare di Vigilanza. È impensabile che il servizio pubblico si faccia megafono di tesi, teorie e personaggi che esprimono opinioni discriminanti e che si scagliano contro la discussione in corso in Parlamento, senza alcun contraddittorio politico», tuonò con una nota Zan, allora deputato di Sel.
Di Mare (Rai3) contro Fedez: “Ha manipolato i fatti” (video). Il centrodestra: “Faida a sinistra”
«Una storia inventata e falsa». Così il direttore di Rai3, Franco Di Mare, in audizione in Commissione di Vigilanza replica brutto muso a Fedez. «Si tratta di una polemica basata sulla manipolazione dei fatti, che avrebbe dovuto dimostrare nelle intenzioni dell’autore l’esistenza di una censura che non c’è mai stata».
Di Mare attacca Fedez: manipolazione e menzogna infamante
«Questa accusa è infamante – ha detto in un accorato intervento Di Mare – è una censura inesistente. Nessuno (tra i media) si è preso il tempo necessario per una verifica. Tutti vittime di una menzogna. Di una verità aggiustata. La velocità del web annienta i fatti. Una menzogna che diventa verità per tutti, per 48 ore. Tutti dicono: “Niente censure, io sto con Fedez”. E lo fanno prima ancora che Fedez salga sul palco. Sentenze di condanna nei confronti della Rai prima di conoscere le cose».
Amazon, 44 miliardi di entrate in Europa: zero tasse pagate. La Ue tace e Bezos se la ride
La notizia tiene banco sui giornali economici ed è un vero proprio terremoto per i Palazzi della politica europea. Amazon non paga un solo centesimo di tasse in Europa nonostante i ricavi record. Il quotidiano britannico The Guardian, che ha pubblicato il bilancio 2020 di Amazon Europa. La società con sede in Lussemburgo attraverso la quale il colosso di Jeff Bezos (l’uomo più ricco del mondo) vende prodotti anche in Italia.
Lavoratori italiani sfruttati, ma Amazon brinda e non paga le tasse
Nell’anno della pandemia, il colosso del commercio on line ha realizzato in Europa vendite record per 44 miliardi di euro. Tasse pagate da noi? Zero. Una beffa che tocca anche l’Italia perché dal Lussemburgo Amazon gestisce le sue filiali in Francia, Germania, Olanda, Spagna, Polonia, Svezia e appunto da noi.
Infatti, Amazon EU Sarl, nonostante l’incremento dei ricavi del 30%, ha messo a bilancio perdite per 1,2 miliardi di euro. La beffa nella beffa? Amazon ha maturato quindi un credito d’imposta di 56 milioni di euro. Tutto nel rispetto delle leggi. Segno che le leggi europee vanno riscritte.
A Bruxelles fanno capire di essere caduti dal pero. «Abbiamo visto gli articoli sulla stampa, non entriamo nei dettagli, ma in linea generale la Commissione ha adottato un’agenda molto ambiziosa in materia di fiscalità e intendiamo lavorare contro le frodi fiscali», ha commentato ieri il portavoce della Commissione Ue.
Il confine spostato di 2 metri e 29 cm: cosa succede in Francia
Il trattore non passa: contadino sposta una pietra dal suo campo ma non sa che quello è il confine di Stato. Ecco cosa rischia l'uomo
Cosa succede a spostare un sasso che disturba la traiettoria del proprio trattore? Di solito nulla, in Belgio rischia di innescare un caso diplomatico internazionale con la Francia. La questione è nata per caso, perché un appassionato di storia di storia che passeggiava nei boschi al confine tra i due Paesi ha notato l'anomalia e riportato tutto alle autorità. Il caso è stato trattato dalla BBC e ora i due Paesi devono capire in che direzione muoversi perché, di fatto, quella pietra rappresenta il confine di Stato, che ora è stato spostato di 2,29 metri in avanti per il Belgio, riducendo lo spazio territoriale francese.
La pietra si trova lungo il confine che corre nei pressi della cittadina francese di Bousignies-sur-Roc, nella parte nord-ovest del Paese. Non è ben chiaro quando sia stata spostata dall'agricoltore, ma si sa quando è stata posizionata: nel 1819. Napoleone Bonaparte aveva da pochi anni perso la ben nota battaglia di Waterloo e si stavano delimitando per la prima volta i confini dei due Stati. Quella pietra è uno degli indicatori che sono stati posizionati per la determinazione dei limiti dei due Paesi e probabilmente il contandino non ne era a conoscenza quando, visto che intralciava il suo lavoro nei campi, ha deciso di portarla qualche passo più in là, in modo tale che quando si trova a passare col trattore questo non incontrasse ostacoli. "Ha reso il Belgio più grande e la Francia più piccola", ha detto David Lavaux, sindaco del villaggio belga di Erquelinnes, al canale televisivo francese Tf1. Certo, i diretti interessati hanno accolto con ironia quanto accaduto, soprattutto il sindaco belga, il cui villaggio ha 2,29 metri in più di territorio.
Milano, sabato corteo pro legge Zan. De Corato: «Un nuovo assembramento benedetto da Sala»
Sabato Milano rischia un nuovo assembramento autorizzato. Alla faccia delle misure anti-covid. E per il sindaco Beppe Sala si prevedono nuovi guai. A mettere sotto i riflettori l’irresponsabilità del primo cittadino, già sotto accusa per i festeggiamenti dei tifosi neroazzurri, è Riccardo De Corato.
Sabato corteo pro legge Zan, l’allarme assembramento
“Sabato 8 maggio, a Milano, è prevista una manifestazione organizzata dai Sentinelli a favore del ddl Zan. L’amministrazione comunale ha autorizzato l’evento, all’Arco della Pace, al quale sono attesi partecipanti da tutta Italia. Vuol dire che ci sarà un altro assembramento, benedetto da Sala”. L’allarme arriva dall’assessore alla Sicurezza della Regione Lombardia che denuncia lo strabismo della giunta Sala. Che si conferma particolarmente clemente con le piazze dell’estrema sinistra.
AstraZeneca, rivolta a Napoli. Insulti e minacce ai medici, "a rischio la campagna vaccinale"
AstraZeneca è un vaccino sicuro ma a Napoli è scoppiata la rivolta. Nessuno vuole farlo. Pretendono Pfeizer o Moderna. "I comportamenti inaccettabili di pochi rischiano di cancellare il diritto alla vaccinazione dei più", sbotta il direttore generale dell'Asl Napoli 1 Centro, Ciro Verdoliva, dopo le lunghe file e il caos che si è venuto a creare nell'hub vaccinale della Mostra d'Oltremare. "Nella giornata di oggi (ieri 4 maggio, ndr) - fa sapere l'Asl -, la direzione strategica dell'Azienda sanitaria Napoli 1 Centro ha convocato al centro vaccinale Mostra d'Oltremare 4mila cittadini appartenenti alla fascia d'età 60-69, per i quali è previsto il vaccino AstraZeneca. Diversi utenti, tuttavia, una volta definita l'accettazione, hanno preteso la somministrazione di vaccino Pfizer o Moderna, rifiutando il vaccino AstraZeneca pur in assenza di validi motivi".
Per evitare che la situazione potesse degenerare, visti gli insulti e le minacce verbali agli operatori sanitari, il direttore generale Verdoliva ha richiesto un intervento delle forze di polizia, peraltro già presenti, al fine di sedare le proteste. La direzione strategica dell'Asl Napoli 1 Centro ricorda che "il piano vaccinale prevede la somministrazione del vaccino a m-Rna solo per categorie dedicate puntualmente definite ed elencate.
"Pretendere la somministrazione di un vaccino a m-Rna - prosegue Verdoliva - al di fuori di queste categorie e dalle indicazioni prescritte dai sanitari non è possibile e di certo non è accettabile alcun comportamento di minaccia o insulto nei confronti del personale sanitario o delle guardie di sicurezza impegnate nello svolgimento del proprio lavoro a servizio dei cittadini". Un fatto gravissimo, "non tollereremo che con tali comportamenti e tali pretese si faccia saltare l'organizzazione di un intero centro vaccinale pensando di poterci costringere a somministrare vaccini diversi da quelli previsti".
M5S e Pd litigano anche sulla pista ciclabile di Roma. Zingaretti a Raggi: “Con l’asfalto copri le buche…”
Diventa un caso nazionale tra Pd e M5S la colata di asfalto sul Lungotevere per ripristinare una vecchia pista ciclabile. Il lavoro, fortemente criticato da tutti, ma difeso strenuamente dai grillini, è diventato infatti oggetto dell’ultimo attacco di Nicola Zingaretti a Virginia Raggi, provocando uno scossone tra i rapporti tra i due partiti che va oltre gli ormai consueti scontri romani. «Con le competenze che abbiamo vogliamo fare di tutto per aiutare città. L’asfalto serve per coprire le buche di Roma e non va messo sulle rive del Tevere», ha detto il presidente della Regione, dando il via alla reazione ai più alti livelli del Movimento.
Crimi reagisce alla frecciata di Zingaretti alla Raggi
Per dare manforte agli assessori comunali che hanno fatto da scudo al sindaco, infatti, dopo l’intervento di Zingaretti è sceso in campo anche il capo politico Vito Crimi, che ha lamentato le «menzogne su Virginia Raggi». «L’ultima fake news riguarda la pista ciclabile sul Lungotevere che, se la si vuol criticare, i responsabili vanno trovati molto indietro nel tempo, all’attuale amministrazione va dato invece il merito di averla risistemate e resa ancora più fruibile». Insomma, «Virginia è una sindaca capace e tenace, chi cerca di usare questi mezzucci dimostra solo di non avere altre frecce al proprio arco» e cinque anni dopo il suo arrivo in Campidoglio, a scadenza del mandato, la colpa è sempre di quelli che c’erano prima.
Matteo Bassetti: "Abbiamo le prove, qui zero Covid via aerosol". Ristoranti massacrati per nulla?
Matteo Bassetti ha dato una notizia tutt’altro che secondaria a Tiziana Panella. Intervenuto in diretta a Tagadà - la trasmissione in onda tutti i pomeriggi su La7 - l’infettivologo del San Martino di Genova ha parlato delle mezze riaperture avvenute lo scorso 26 aprile e soprattutto delle restrizioni riguardanti i ristoranti, che non possono utilizzare gli spazi al chiuso ma soltanto all’aperto. “Fino a un mese fa - ha ricordato Bassetti - avevamo la possibilità di mangiare al chiuso nelle zone gialle, ed eravamo in piena terza ondata”.
“Adesso si è deciso di riaprire solo all’esterno, basandosi sul fatto che il coronavirus può essere trasmesso per via aerosolica”, ha sottolineato l’infettivologo, che però non è convinto: “Bisogna che queste cose siano documentate. Io ad oggi non ho prove che qualcuno si è contagiato al ristorante per via aerosol”. Ma non è tutto, perché Bassetti ha svelato di aver condotto una ricerca all’interno dell’ospedale San Martino di Genova: “Abbiamo provato a rilevare quanto virus c’era nell’aria con un gorgogliatore all’interno di stanze con pazienti positivi al Covid”.
Il risultato? “Zero virus trovato nell’aria”. La Panella non ha nascosto lo stupore nel sentire quanto affermato da Bassetti, che poi ha concluso così il suo intervento: “Allora questo argomento va affrontato con un maggiore approfondimento dal punto di vista scientifico. Dobbiamo dimostrare che quella aerosolizzazione porti davvero e con certezza alla trasmissione del virus”.
ENRICA PERUCCHIETTI -Giornalista e scrittrice. Ciò che le TV e i media non ti dicono
ALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE NON PIACCIONO GLI SCACCHI: YOUTUBE SOSPENDE IL CANALE DI ANTONIO RADIC PER “RAZZISMO”
Guai per gli scacchisti su YouTube: “bianco” e “nero” sono parole proibite.
Il 28 giugno scorso YouTube aveva bloccato l’account di Antonio Radic, meglio noto come Agadmator, per contenuti offensivi.
Il blocco della scorsa estate è durato solo 24 ore ma YouTube non ha fornito spiegazioni in merito all’oscuramento dell’account.
Il problema è che Radic è lo scacchista più seguito al mondo: il suo account conta ben un milione di iscritti. Nei suoi video di commento alle partite, vengono citati ovviamente due termini che ormai sono diventati tabù: “bianco” e “nero”.
Caso Fedez, Franco Di Mare smonta le "falsità": manipolazione dei fatti, nessuna censura della Rai
Non si spegne il caos per il discorso di Fedez sul palco del concertone del 1 maggio, un monologo andato in diretta sulla Rai. A parlare è nuovamente Franco Di Mare, direttore di Rai3, intervenuto sulla vicenda nell’audizione davanti alla commissione di Vigilanza convocata per fare chiarezza sulla denuncia pubblica del rapper, che ha accusato la Rai di avergli fatto pressioni per rivedere il contenuto del proprio testo. “La vicenda Fedez-Rai al Concertone - ha detto Di Mare - ha creato molto rumore ma era basata fondamentalmente sulla manipolazione dei fatti, che nelle intenzioni di chi l’ha orchestrata avrebbe dovuto dimostrare una sorta di censura da parte della Rai nei confronti di un artista, censura che non c’è mai stata”.
Di Mare ha sostenuto che “è stato gettato discredito sul servizio pubblico e che ha indotto molte adesioni che io reputo molto frettolose”. “La Rai - ha continuato il direttore di Rai3 - non ha chiesto niente. Era all’oscuro. Dunque la prima affermazione di Fedez, che afferma che la Rai avrebbe chiesto il testo, non è vera. Il testo è stato chiesto dall’agenzia che organizza l’evento. La valutazione del contenuto è demandata alla produzione perché è scritto nel contratto. I testi vengono chiesti dalla società di produzione. Questo si configura nella responsabilità di chi organizza l’evento, è un atto doveroso. La Rai - ha proseguito Di Mare - ha il diritto di chiedere cosa accadrà perché la messa in onda è sua responsabilità, ma questo non significa censura. La Rai acquista un diritto di ripresa, esattamente come avviene per una partita di pallone o uno spettacolo teatrale, non possiamo dire cosa dire né all’arbitro di fischiare un rigore. I temi e i valori da veicolare sono di esclusiva competenza degli organizzatori, cioè Cgil, Cisl e Uil”.
La Ue criticava la cucina italiana ma autorizza la tarma come alimento. Altri 11 insetti in arrivo
In ritardo su tutto, vaccini, controlli, cure, fondi per il sostegno alle imprese, ma efficientissima sul fronte dell’alimentazione “non tradizionale”, quella degli insetti. Di oggi una decisione per certi aspetti storica. L’Ue autorizza per la prima volta un insetto come alimento. Il comitato sulle piante, animali, cibo e mangimi, composto da rappresentanti degli Stati membri e della Commissione, ha dato ieri, comunica oggi l’esecutivo Ue, parere favorevole all’atto giuridico che autorizza l’immissione sul mercato delle larve seccate del Tenebrione mugnaio (nella foto in alto il Tenebrio molitor), un Coleottero meglio noto come tarma della farina, come cibo per gli esseri umani. I vermi dovranno essere usati interi, seccati, come snack o come ingredienti, in una serie di prodotti alimentari.
Undici gli insetti in attesa dell’autorizzazione della Ue
La decisione formale della Commissione europea sarà adottata nelle prossime settimane e fa parte della strategia “Farm to Fork”. Il piano d’azione Ue 2020-30 per i sistemi alimentari sostenibili identifica gli insetti come una fonte di proteine a basso impatto ambientale che possono sostenere la transizione ‘verde’ della produzione alimentare Ue. Al momento, sono undici le domande per insetti come nuove alimenti all’esame dell’Efsa. Al netto degli studi sulla connessione con il Covid.
Inter, i tifosi si danno appuntamento a sabato: nuova festa scudetto, disastro annunciato. Il sindaco Sala senza alibi
Ha riscosso non poche polemiche la maxi-festa in piazza Duomo dei tifosi nerazzurri, intenti a festeggiare il 19esimo Scudetto della storia dell'Inter. Tuttavia, la preoccupazione continua: Sabato alle 18:00 andrà in scena Inter-Sampdoria e i tifosi nerazzurri hanno già fatto sapere che ripeteranno i festeggiamenti di domenica scorsa davanti al Meazza. La richiesta della questura è quella di anticipare il fischio d'inizio, per evitare i festeggiamenti a ridosso del coprifuoco, lo riporta il Corriere della Sera. La Lega calcio non ha tuttavia accolto la richiesta della questura e il comitato per l'ordine e la sicurezza ne parlerà oggi.
I fatti di domenica rappresentano un precedente non da poco, soprattutto dal punto di vista del quadro sanitario. Il Comune chiede la collaborazione del club e della tifoseria: "Se vogliono festeggiare siamo disponibili a capire quali attività si possano mettere in campo. Non sarà però possibile agire senza criteri e fuori dalle normative". Lo pensa anche Letizia Moratti che, in una lettera al sindaco Sala e al prefetto, ha scritto: "Capisco la passione che anima i tifosi, ma in vista di prossimi eventi che potrebbero riportare nelle piazze tanta gente è opportuno che amministrazioni e prefetture chiedano un parere preventivo al Comitato tecnico scientifico, in modo da affrontare preparati e per tempo eventuali nuove occasioni di grandi e incontrollati assembramenti".
Dopo un silenzio di 24 ore, Beppe Sala è tornato a parlare: "Spiace che l'immagine di piazza Duomo abbia colpito la sensibilità di tanti e abbia suscitato la rabbia di molti milanesi. Capisco invece di meno la strumentalizzazione politica della vicenda" sostiene "La situazione era prevedibile, è vero, ma non era pensabile evitare che i tifosi scendessero in piazza. Con prefetto e questore abbiamo valutato come contenere la folla e l'ipotesi anche di chiudere piazza Duomo. Ma i rischi superavano i benefici" ha ribadito Sala. "Non abbiamo mai detto di vietare i festeggiamenti" rispondono Bastoni, Silvia Sardone e Alessandro Morelli. "Andavano però organizzati. Sala non può nascondersi. Non può dire che i tifosi non si potevano fermare. Doveva pensarci prima e allestire quattro-cinque punti strategici della città da dedicare alla festa, contingentando le presenze".
Poliziotto pestato a sangue: difende la barista da un ubriaco e in 3 gli spaccano il naso
Poliziotto pestato a sangue in un bar alle porte di Roma: difende la barista da un avventore ubriaco e molesto e in 3 lo accerchiano. Lo minacciano. E lo aggrediscono a calci e pugni, fino a spaccargli il setto nasale… Non era neppure in servizio il poliziotto che ieri, un giovane ubriaco, ha aggredito aiutato dal branco di amici, a calci e pugni. L’agente era intervenuto in difesa della barista che l’aggressore, nei fumi dell’alcol, aveva minacciato di punire con una testata. Perché? semplicemente perché la donna si era rifiutata di servirgli altri alcolici. Tanto è bastato perché il ragazzo minacciasse e pestasse brutalmente, sotto gli occhi sconcertati e terrorizzati di moglie, figli e amici – con cui fino a 5 minuti prima il rappresentante delle forze dell’ordine era tranquillamente seduto a un tavolino – all’esterno del locale di Albano Laziale…
Poliziotto pestato al bar: ha difeso la barista da un ragazzo ubriaco
Un’aggressione di una violenza gratuita e di una portata spropositata, quella con cui il giovane ha reagito al richiamo del poliziotto. E nata sulla scia di una intimidazione pesante: quella che il ragazzo, che nel ricostruire la vicenda, la Questura definisce «completamente sbronzo», rivolge alla titolare di un bar ad Albano Laziale. Il minaccioso cliente sta già dando in escandescenze quando la donna gli rifiuta l’ennesimo bicchierino, e lui risponde tentando di «colpirla al volto con una testata», spiegano le forze dell’ordine. È a quel punto che il poliziotto, un agente della Polizia di Stato del commissariato di Genzano, libero dal servizio interviene per cercare di calmierare la situazione e spegnere gli animi, decisamente troppo infuocati…
Milano, al Qt8 vendere casa è impossibile: tutta colpa di un ex ministro grillino...
Più che un vincolo è una paralisi, nel senso che nel quartiere Qt8, periferia nord-ovest, il mercato immobiliare è fermo al palo. «Negli ultimi tre anni ho perso un terzo di potenziali clienti e il valore di vendita degli immobili è crollato del 10%» dice Andrea Turola, mediatore immobiliare con un'agenzia in via Enrico Noe. E chiariamo subito: non c'entra il Covid, non ha nulla a che vedere con la pandemia e dimenticatevi la crisi del mattone (che, per altro, a Milano non c'è mai stata).
I vincoli urbanistici messi dall'ex ministro Bonisoli, hanno mandato in crisi il mercato immobiliare Il problema, semmai, ha una data ben precisa: il 3 giugno del 2019, quando la direzione generale del Mibac (acronimo che sta per Ministero della cultura e delle belle arti) ha deciso di sottoporre l'intero Qt8 a vincolo di "interesse culturale particolarmente importante". Un bel riconoscimento, messo così. Che rispondeva alla logica di valorizzare un'area simbolo del dopoguerra meneghino. Ma che, adesso, si sta tramutando in un incubo bollato per chi deve vendere (o comprare) casa in zona. A ben vedere, poi, non si salvano nemmeno le donazioni e le successioni. «Il vincolo impone diversi paletti che scoraggiano sia gli acquirenti che i venditori», spiega Turola: «Anzitutto dispone un periodo di prelazione di sessanta giorni nel quale, mentre le parti aspettano il silenzio-assenso dello Stato per completare il passaggio di proprietà, tutto deve rimanere sospeso. Cioè non possono essere versate le caparre e non ci possono essere le consegne anticipate. Questo significa che chi vende un immobile al Qt8 deve aspettare due mesi in più degli altri, ma non tutti possono permetterselo».
Sette italiani su 10 bocciano il gender e i dogmi Lgbt: il sondaggio delle femministe
Quanto il ddl Zan e la sensibilità gender interessano agli italiani? Poco e niente. Non solo, ma la maggioranza dissente dal suo contenuto. Un sondaggio su La Stampa, ma “mimetizzato” nel titolo (“Paese spaccato”) lascia di sale. E fa finalmente chiarezza su quanto siano ribaltati i parametri tra paese reale e leggi-bandiera. L’esito della rilevazione è clamoroso: ma come? Il sacro testo difeso e strombazzato dal “corifeo” Fedez al concertone, simbolo eccelso del progressismo illuminato trova il dissenso del 56% delle persone consultate?. Ebbene sì, i dati sono questi e li ha diffusi sul quotidiano torinese Marina Terragni.
“Catechismo” gender bocciato: il sondaggio delle associazioni femministe
La scrittrice ha dato conto di un sondaggio promosso con una raccolta fondi da varie sigle femministe: Se non ora quando, Radfem Italia, Libreria delle donne, Udi. I quesiti erano tre. Il primo riguarda l’atteggiamento rispetto alla partecipazione di atlete trans agli sport femminili. Tema portato in auge negli Usa dal presidente Joe Biden che ha emesso un apposito executive order permissivo in tal senso. Il 56% degli interpellati dissente da questa linea, il 14% non sa; e solamente il 30% ne sia favorevole. E questo è il dato più ‘arcobaleno’ di tutti, commenta la Verità che rilancia l’esito della rilevazione incetrata sulle tematiche sottese al ddl Zan. Gli altri quesiti trovano ancora meno consenso.
No al gender, sondaggio “oscurato”
La scelta del sesso con una semplice “autodichiarazione” a prescindere dal dato biologico della nascita trova favorevole appena il 20% dei cittadini, con il 68 per cento che si dichiara contrario. A ciò fa da corollario un altro dato significativo: solo il 13% avalla l’uso di farmaci che bloccano lo sviluppo di bambine che si sentono di appartenere «all’altro sesso». Sette italiani su dieci, insomma, rifiutano l’ideologia gender e, dunque, la “filosofia” del ddl Zan. Nel primo articolo del quale si definisce come un “catechismo” l’identità di genere così: «identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso; indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione». L’articolo che ha fatto infuriare, tra gli altri, il professor Zecchi.
Marina Terragni: “Il titolo della Stampa minimizza…”
Anche l’articolo 7 del ddl Zan che fa riferimento alle iniziativa scolastiche di sensibilizzazione contro l’omobitransfobia risente di ciò. E’ permeato di quella stessa visione antropologica per cui il genere altro non è che: «identificazione percepita e manifestata di sé». Il sondaggio sul gender svelato dalla scrittrice Marina Terragni oltre che opportuno si rivela però scomodo per il quotidiano di riferimento: La Stampa di Massimo Giannini ha titolato: «Scegliere il proprio genere? L’Italia si spacca in due ma prevale il fronte del no». Un titolo minimizzato, ha commentato dai suoi canali social la stessa Terragni sui social. In un contesto sondato che che vede almeno sette su dieci degli interpellati contrari ad una certa idea, non pare che l’asserzione “Paese spaccato in due” sia la più veritiera. Infatti ad emergere – con buona pace di tutti – è che sul testo proposto da Alessandro Zan, la maggior parte degli italiani la pensa in modo ben diverso. Con il permesso del nuovo leader delle sinistre, Fedez.
Ddl Zan, pericoloso approvarlo di fretta
Sui temi sensibili come l’identità di genere non si scherza né si deve minimizzare – scrive nel suo articolo la scrittice e promotrice delle iniziative di “Se non ora quando”: per approvare testi delicati come aborto e fecondazione assistita ci sono voluti anni di discussioni e confronti. Pretendere come la Cirinnà che il ddl Zan e lil catechismo gender ad esso sotteso si approvi a passo di carica è totalemente sbagliato. Parlare della sessualità umana come di una merce ridotta all’insignificanza non ci staperché il dibattito “non è mai iniziato”, chiosa Terragni. Che, anzi, dai suoi profili social fa sapere che se la legge sarà approvata molte sigle femministe sono pronte a chiedere un referendum abrogativo.
Ciro Grillo, la versione dell’amica. Lui urlava: me la sono portata a casa perché me la volevo scop…
L’amica di Silvia (nome di fantasia per la ragazza che accusa Ciro Grillo e i suoi amici) racconta la sua versione. E sui giornali trapelano i particolari. Lei viene chiamata Roberta (altro nome di fantasia). E’ lei che raccoglie per prima l’angosciata confessione di Silvia: “Mi hanno violentata..tutti”. E’ lei che resta a dormire sul divano quando Silvia le dice che è meglio andarsene. Sempre lei voleva evitare la denuncia per stupro secondo quanto ha raccontato agli inquirenti la madre di Silvia.
La versione dell’amica della ragazza violentata
Ma Roberta conferma questa versione? Ecco cosa fa mettere a verbale la ragazza secondo la ricostruzione del Fatto quotidiano. racconta che anche lei subisce le avance di almeno tre dei quattro ragazzi, ma lei li respinge e non accade nulla. I ragazzi offrono anche erba da fumare, ma le due amiche rifiutano. La ragazza dice di essersi svegliata tre volte: “In un’occasione – racconta – Ciro Grillo urlava a uno degli altri in corridoio, era arrabbiato perché Silvia era in camera con qualcuno, io ho subito pensato a Corsiglia: ‘Io me la sono portata a casa perché me la volevo scopare, invece se la sta scopando lui’. L’amico provava a calmarlo: ‘Tanto era brutta, ne troviamo un’altra domani’“. Ciro Grillo e Silvia in discoteca si erano dati un bacio ma lei poi aveva rivelato a Roberta che nessuno dei quattro le piaceva.
Madrid, schiaffo alla sinistra e a Sanchez. Trionfa la popolare Isabel Ayuso. Vox quarto partito
Vittoria schiacciante del Partito popolare (Pp) nelle elezioni regionali di Madrid, in Spagna, che permettono alla governatrice uscente Isabel Diaz Ayuso di guidare l’amministrazione da sola. Il Pp si è infatti aggiudicato 65 dei 136 seggi nel Parlamento regionale, come ha reso noto la Commissione elettorale con il 99,93 per cento dei voti scrutinati. E’ quasi il doppio dei risultati ottenuti dal partito nel 2019, quando si aggiudicò 30 seggi. Non è necessaria, quindi, un’alleanza con Vox per governare. Il partito di destra ha comunque già annunciato il suo appoggio. Vox, guidato da Rocío Monasterio, è risultato il quarto partito con il 9,2%.
Madrid, il voto sancisce l’inizio della fine per Sanchez
”E’ l’inizio della fine” del governo del premier Pedro Sanchez, ”un nuovo inizio”, ha commentato Ayuso, dicendo ai suoi elettori che ”oggi ha vinto la libertà”. I socialisti di Sanchez hanno perso 13 dei 37 seggi che avevano nel Parlamento della regione di Madrid, mentre tre partiti di sinistra hanno ottenuto solo 58 seggi in tutto impedendo loro di formare un governo. Grande sconfitto Ciudadanos, che uscirebbe dall’Assemblea locale non avendo superato la soglia del 5%: un duro colpo, passando da 26 rappresentanti a zero.
Luana D'Orazio, ipocrisia sinistra: il 1 maggio dimenticati i morti sul lavoro
Da lassù, Luana, vedrà che la morte vera è pure qui. Luana D’Orazio, 22 anni, che ha perso la vita in una fabbrica toscana schiacciata dai rulli di un macchinario, vedrà quant’è defunto questo Paese avvolto nell’inferno del banale. Mentre si preparano perizie, verifiche su come sono andate le cose, su cosa ha strappato via dal mondo questa giovane mamma, che “amava tutti e aveva paura delle api”, come ha detto sua madre, s’irradia già la colpa non tanto della sua morte, quello no. Ma del modo indegno in cui abbiamo accompagnato alla porta questa piccola grande donna scrigno di tenerezza e di sogni. Come il cinema, per esempio. L’abbiamo vista sorridere in foto accanto a Leonardo Pieraccioni, perché sì, a quell’età si dipinge il futuro dei colori più belli. Ma può accadere che un artiglio nero ti gratti via, il 3 maggio, a due giorni dalla festa dei lavoratori. E le lacrime, il dolore, siano ingiustamente comprimarie nel copione pubblico in questo Paese in eterna assemblea da condominio e lite tra comari. Qui, appunto, risiede la colpa.
Un Paese innamorato della pornografia del futile, che esercita il diritto al chissenefrega per le cose serie e scatena guerre puniche sul trascurabile, il vuoto, il microbico. Mentre Luana ci lasciava noi, qui, nel girone dei condannati all’inutile si dibatteva su un signore salito sul palco il Primo Maggio con le unghie dipinte e il piglio artificiale messianico che vuol catechizzare il mondo su cose che manco conosce. E tutti dietro, accorrendo verso una montagna che ha partorito un topolino: il giallo sul video della telefonata dei dirigenti Rai, la lottizzazione della tv pubblica, il Ddl Zan. E l’autocoscienza eterna della politica.
18enne e 15enne violentate e picchiate in un B&B all’Esquilino: arrestato afghano senza fissa dimora
Violentate, picchiate e minacciate: a più riprese. Arriva dal centro di Roma, da un B&B dell’Esquilino, l’ultima storia di orrore e violenza inferti da un 31enne afghano. Uno dei tanti stranieri in Italia senza fissa dimora. Una vicenda che, se non fosse stato per un referto medico di pronto soccorso, probabilmente non sarebbe mai arrivata alla luce, visto il terrore con cui l’aguzzino soggiogava le sue vittime: una ragazza di 18 anni e una di appena 15. Sul caso, hanno indagato gli agenti della Polizia di Stato del commissariato Esquilino, diretto da Stefania D’Andrea, dopo un’articolata e complessa attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, ad arrestare lo straniero. Ora trattenuto in carcere in regime di custodia cautelare per violenza sessuale, lesioni e furto.
Roma, violentate nel B&B all’Esquilino: arrestato un 31enne afghano
La vicenda, che come anticipato denuncia gravi fatti di violenza sessuale continuata ed aggravata, risale a fatti commessi tra il 24 gennaio e il 4 febbraio scorso nei confronti di una ragazza di 18 anni e della sua amica di 15 anni, all’interno di un B&B in zona Esquilino. Ma è il 5 febbraio che gli investigatori cominciano a indagare sullo sconcertante caso. Quando gli agenti acquisiscono un referto medico di pronto soccorso con una prognosi di 7 giorni e diagnosi di contusioni multiple da aggressione, a seguito di una brutale aggressione, con tentativo di violenza sessuale.
L’Università di Kamala Harris cancella i classici: «Suprematisti». Buttafuoco: «Li salveranno i russi “cattivi”»
La Howard University di Washington chiuderà il dipartimento di studi classici perché sono «suprematisti». L’ultimo delirio della cancel culture arriva da una delle più influenti istituzioni culturali afroamericane, l’ateneo frequentato, tra gli altri, anche dall’attuale vicepresidente Kamala Harris. Si tratta di una decisione che ha suscitato forte sconcerto negli stessi Usa, ma che nonostante ciò è stata assunta: i corsi saranno “ricollocati” in altri dipartimenti. «Ci salveranno i “cattivi”», ha commentato Pietrangelo Buttafuoco, ricordando che «tutto quello che sta succedendo in America è per mano della coppia più glamour che applaudiamo tutti: Joe Biden e Kamala Harris». Sono loro che hanno «imposto all’umanità questo “penitenziagite”».
Buttafuoco: «Se ne prenderanno cura i russi “cattivi”»
A fronte di questo «grido di penitenza, che ha trasformato l’ideologia sovversiva del progressismo in oratorio globale» e che emana dagli Usa, per Buttafuoco «fortunatamente tutto questo lascito e patrimonio culturale non andrà disperso. Dall’altra parte del mondo se ne prenderanno cura, lo faranno i “cattivi” che avranno il compito di custodia». «Ci penseranno i “cattivi” russi, i nostri progenitori indiani, i giapponesi, perfino i cinesi», ha aggiunto il giornalista e scrittore.
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