Evasione fiscale StatoLa commissione tecnica presso il Tesoro presieduta da quell'Enrico Giovannini che alla guida di analoga commissione non riuscì a stabilire se i parlamentari italiani venivano pagati più o meno dei loro colleghi in Europa e nel resto del mondo ora si dice sicura nel dettaglio che l'evasione contributiva e fiscale italiana sia aumentata fra il 2012 e il 2014. Per altro anche nel 2013- anno in cui Giovannini era ministro economico di Enrico Letta, e tutti insieme ci raccontavano di avere fatto meraviglie nel combattere l'evasione. Giovannini e i suoi autorevoli tecnici si sono insediati al ministero dell'Economia il 7 giugno 2016, e in quella seduta si sono conosciuti e presentati. Si sono trovati di nuovo il 27 giugno, il 13 e il 21 luglio. Poi un po' di vacanza e riunione il 31 agosto per darsi appuntamento l'ultima volta il 19 settembre scorso. Non molte ore, ma sono bastate per scoprire tutta l'evasione fiscale e contributiva italiana in dettaglio. Il 29 settembre scorso hanno pubblicato un librone di 150 pagine, la “relazione sulla evasione fiscale e contributiva”. Ora Giovannini e i suoi sono stati ascoltati dalla bicamerale sull'anagrafe tributaria e si sono portati dietro quel documento vecchio di 6 mesi. E tutti sono sbottati con il loro “oh” di stupore, conquistando i titoli dei tiggì.

Che dice quel documento? Una cosa nuova: che in Italia si evade. Anzi, che l'unico settore che non va mai in crisi è quello degli evasori fiscali. In media sottraggono al fisco 110 miliardi di euro l'anno. Ma nel 2012 erano solo 107,6 miliardi, e nel 2014 sono diventati 111,6 miliardi. Stupisce perché in ognuno di quegli anni il governo in carica (Mario Monti, Enrico Letta e Matteo Renzi) ci aveva detto l'esatto opposto: che avevano recuperato una montagna di miliardi dall'evasione. Fra chi allora diceva una cosa e oggi il suo opposto c'è per altro proprio Giovannini, che nel 2013 era ministro economico del governo Letta.

Quei numeri nperò sono molto teorici, e anche dopo questa bella relazione sugli evasori fiscali italiani se ne sa quanto prima. Devono essere qualcosa di simile ai terribili studi di settore che il fisco usa per romperti le scatole dicendo: fai il piastrellista? Allora in media incassi mille e mi devi 500. Solo che quel mille era calcolato sulla base di indagini teoriche di 5 anni fa. Nel frattempo si è abbattuto il ciclone della crisi sui piastrellisti, le aziende hanno tutte chiuso e io ho faticato a fatturare 50. Mi dici che ne ho evase 450, ma io come faccio a trovare quella cifra da darti se ne ho incassati 50?

L'evasione c'è, è sotto gli occhi di tutti, non solo dei tecnici di Giovannini. Ci sarà anche un bel po' di ricconi che la fanno franca. Ma la grande pancia è fatta di sopravvivenza, una specie di stato sociale sommerso che consente agli italiani di vivere. Una sorta di reddito di cittadinanza che si sono presi da soli. I figli si laureano con 110 e lode e non giocando a calcetto con Giuliano Poletti non trovano lavoro? Intanto si arrangiano a fare lavoretti in nero: lezioni private, pizze o cene cinesi consegnate, quel che trovano. Gli insegnanti italiani hanno uno stipendio fra i più bassi in Europa? Si rimettono in media con le lezioni private in nero. E così con milioni di italiani e non solo italiani, visto che siamo pieni di clandestini che non possono lavorare alla luce del sole, e però devono mangiare: se non rubano, lavorano in nero.

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dall'articolo di Franco Bechis per liberoquotidiano.itliberoquotidiano.it

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