Sanità, l'abolizione del ticket costerebbe almeno 3 miliardi. Ma le Regioni temono altri tagli e fermano le trattative. L'abolizione o la riforma dei ticket su farmaci e prestazioni sanitarie con tutta probabilità non arriverà mai al traguardo. Ma se il governo dovesse, invece, premere sull'acceleratore non saranno buone notizie per la classe media. I «ricchi» sui quali verrà concentrata la tassa rischiano di essere le famiglie con redditi complessivi dai 35mila euro lordi in poi. Un salasso mascherato da detassazione.
La novità di ieri è in realtà che all'incontro con il ministro Beatrice Lorenzin, i governatori si sono rimangiati la disponibilità mostrata quando l'idea era filtrata dal dicastero della Sanità. Tutto è rinviato a quando Def, Pdr, il piano nazionale delle risorse e chiaramente la manovra, saranno già stati approvati. «Dopo Pasqua istituiremo un gruppo di lavoro. Per il momento non ci sono proposte, ma l'obiettivo è di arrivare ad averle entro la prossima estate», ha spiegato il coordinatore degli assessori regionali alla Sanità, Antonio Saitta. All'incontro di ieri l'argomento ticket è stato toccato solo per dire che non se ne fa niente.
«Abbiamo evitato di parlare di ipotesi - ha sottolineato Saitta - perché prima vogliamo vedere bene i dati, vogliamo approfondire seriamente. Poi vedremo quali sono le soluzioni percorribili. Occorre vedere i numeri, gli effetti».
Il costo dell'operazione, ha ricordato il rappresentante delle Regioni, è tre miliardi. Cifra ammessa dallo stesso ministro Lorenzin. Se vengono sottratti ai bilanci delle regioni, devono essere trovati in altro modo.
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dall'articolo di ilgiornale.it per