cameravuota 990Il regolamento della Camera stabilisce che ogni formazione debba avere almeno 20 deputati. Una soglia raggiunta solo da 6 formazioni su 12. Le altre sopravvivono grazie ad una deroga I numeri non ci sono, ma i gruppi parlamentari di Montecitorio continuano a esistere, incassando fondi e contributi come se nulla fosse. Eppure il 50% dei gruppi alla Camera esiste solo grazie a deroghe al regolamento, secondo cui ogni schieramento deve essere composto da un minimo di 20 membri. La verità è che dei 12 esistenti, solo 6 sono in regola. Eppure sul fronte contributi non è cambiato nulla. 

Per le loro funzioni istituzionali incassano circa 50 milioni di euro all’anno. L’articolo 14 del regolamento di Montecitorio stabilisce che ogni formazione debba avere un minimo di venti deputati. Una soglia che non viene raggiunta da sei gruppi su dodici. Tutto legittimo, però, grazie a una toppa messa dall’ufficio di Presidenza. Una deroga che permette alle formazioni più piccole di continuare a sopravvivere. E incassare.

I numeri non ci sono, ma i gruppi parlamentari di Montecitorio continuano a esistere, incassando fondi e contributi come se nulla fosse. Eppure il 50% dei gruppi alla Camera esiste solo grazie a deroghe al regolamento, secondo cui ogni schieramento deve essere composto da un minimo di 20 membri. La verità è che dei 12 esistenti, solo 6 sono in regola. Tra le cause divisioni e cambi di casacca che in questa legislatura hanno registrato un record, arrivando a quota 458. Così, soprattutto tra i gruppi della Camera, è accaduto di tutto. Eppure sul fronte contributi non è cambiato nulla. Perché quello che si incassava, si continua a incassare. Tutto legittimo, sia chiaro. Grazie a una toppa messa dall’ufficio di Presidenza. Una deroga che permette ai gruppi parlamentari di continuare a sopravvivere. I conti li ha fatti l’osservatorio civico Openpolis.

GLI EFFETTI DEI CAMBI DI GRUPPO – La XVII legislatura sarà ricordata per il suo elevato numero di cambi di gruppo. “Un valzer parlamentare continuo – spiega Openpolis – causato dall’esplosione delle principali liste elettorali delle ultime politiche e la conseguente creazione di nuovi schieramenti”. Si va dal terremoto che ha scosso il Popolo delle libertà alle vicende che hanno riguardato Scelta civica e, più di recente, il Partito democratico. “Gli ultimi movimenti a sinistra – ricorda l’osservatorio – hanno visto sia l’unione fra Possibile e Sinistra Italiana, che la nascita di Art.1 – Movimento democratico e progressista”. Una rivoluzione che ha avuto diverse conseguenze. Prima fra tutte la segmentazione della Camera dei deputati. Tant’è che dei 12 gruppi parlamentari presenti a Montecitorio, ad oggi solo quattro sono riconducibili in maniera chiara a liste elettorali che hanno partecipato alle ultime politiche: Partito democratico, Movimento 5 stelle, Lega nord e Fratelli d’Italia. Nuovi schieramenti politici e, inoltre, con pochi membri, mentre l’articolo 14 del regolamento di Montecitorio stabilisce che ogni gruppo parlamentare debba avere un minimo di venti deputati.

I NUMERI CHE MANCANO – Ma chi sono i gruppi che rispettano questa regola? È presto detto: Partito democratico (238 membri), Movimento 5 stelle (91), Forza Italia (50), gruppo Misto (47), Art.1-Mdp (40) e Alternativa popolare (26). “Gli altri gruppi parlamentari – spiega l’osservatorio – hanno tutti meno di 20 membri”. Non raggiungono la soglia Lega Nord (ferma a 19 membri), Si-Sel-Pos (17), Civici e innovatori (16), Scelta civica-Ala-Maie (16), Democrazia solidale-Centro democratico (14) e Fratelli d’Italia (11). Da notare che tre di questi gruppi sono l’unione di diverse componenti.

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dall'articolo di Luisiana Gaita per ilfattoquotidiano.it

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