motorino usato coriereitUn economista cresciuto in Italia, docente universitario in Inghilterra, racconta l’arrivo da Londra a Roma per un progetto di ricerca: «Troppi balzelli». L’Italia è l’unico Paese europeo che non ha registrato incrementi di produttività tra il 2000 e la fine del 2016.  .......... Faccio alcuni esempi concreti che mi hanno coinvolto nelle scorse settimane. In un semplice trasferimento da Londra a Roma ci sono due cose basilari da sistemare: affittare una casa e munirsi di motorino. Per l’affitto della casa ho dovuto pagare oltre 1000€ di spese d’agenzia (che immagino ne prenda altrettanti dal proprietario di casa). Quello che l’agenzia ha dovuto fare per affittarmi casa è ben poco e non giustifica tale spesa. Tuttavia quello che conta da un punto di vista macroeconomico è che i miei soldi sono andati ad un servizio a bassa produttività che ha coinvolto giusto 1-2 persone.


Capitolo motorino. Acquisto uno scooter usato, devo effettuare il passaggio di proprietà e assicurarlo. Il passaggio tra tasse e balzelli costa 100€ euro, ma dato che il processo fai-da-te è abbastanza laborioso ricorro ad una scuola guida che mi carica 60€ (alcune agenzie chiedevano anche 120€). Conto finale 160€: il 15% del valore del motorino. La chicca finale è l’assicurazione, che ovviamente non riconosce gli anni di guida immacolata londinese: devo pagare 450€ ad una compagnia di assicurazione telefonica (ovviamente la meno cara).

A Londra il costo dell’agenzia immobiliare sarebbe stato di circa 300€, il passaggio di proprietà gratuito e semplice, l’assicurazione 150€. In Italia ho speso 1.800€. Questi soldi avrei potuto allocarli, ad esempio, per comprare un motorino nuovo. Cioè una spesa in un settore a più alta produttività e che avrebbe contribuito al lavoro di molte più persone.
Una distorta allocazione della domanda non riguarda solo quanto si spende, ma anche il tempo che si perde. Nell’interminabile attesa che arrivasse internet a casa, ho comprato una «saponetta» per una connessione portatile. Ottenerla è stato veloce e semplice: entro in negozio, firmo le carte e pago. Per disdirla però, non è stato sufficiente andare in negozio e fare il processo inverso. Sono dovuto andare in posta e mandare una raccomandata con ricevuta di ritorno, tempo sprecato: un’ora, inclusa la ricerca di una busta per cui ho dovuto girare fra quattro tabaccai, dato che con mia sorpresa le poste non hanno buste per le lettere (è un po’ come andare al bar e doversi portare la tazzina da casa). In quell’ora avrei potuto lavorare, andare al bar o fare altre attività che avrebbero generato un contributo maggiore all’economia.

Insomma, con una migliore regolamentazione del mercato di intermediazione immobiliare e di quello assicurativo, con una migliore regolamentazione dei passaggi di proprietà e di tutela del consumatore, avremmo avuto un cittadino più felice e con 1.800€ in più da spendere in attività economiche più virtuose.
Questi sono solo pochi esempi e molti altri potrebbero essere fatti. Su queste cose la politica può e deve agire. Al momento, la sensazione è che troppo spesso ci siano da pagare oboli di rendita che distorcono la domanda. Sembra di essere rimasti al film di Benigni e Troisi «Non ci resta che piangere», ogni qualvolta che uno attraversa una linea c’è qualcun’altro che grida «un fiorino!».

di Fadi Hassan  per corriere.it

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