equitalia M5SEquitalia: "21 milioni di contribuenti con debiti, il 53% sotto i 1000 euro". I dati dell'amministratore della società di riscossione Ernesto Ruffini in audizione alla Camera: "Oltre 8mila gli enti creditori". Di questi, tre italiani su quattro hanno carichi pendenti inferiori ai 5 mila euro: Ma sul totale di 821 miliardi, solo 52 possono essere recuperati. Quasi un italiano su due, in un modo o nell'altro, deve dei soldi al fisco italiano o ad altri enti.

Lo ha spiegato questa mattina l'amministratore unuico di Equitalia Ernesto Ruffini, in audizione alla Camera. Ad oggi - ha detto - "ci sono circa 21 milioni di contribuenti che risultano avere debiti a vario titolo" con gli "oltre 8mila enti creditori" per cui esercita la riscossione la società. Di questi, "il 53% ha accumulato pendenze che non superano i 1000 euro". Mentre tre italiani su quattro sui 21 milioni, il 74%, ha debiti inferiori ai 5mila euro. Come ordine di grandezza, secondo le cifre fornite dal dipartimento delle finanze, sono circa 40,8 milioni gli italiani che hanno presentato quest'anno la dichiarazione Irpef, e vengono quindi normalmente considerati contribuenti.

Il 'magazzino', cioè i carichi residui da riscuotere affidati a Equitalia dal 2000 al 2016 "ammonta a 817 miliardi di euro" ma "la quota su cui azioni di recupero potranno ragionevolmente avere più efficacia" si ferma a "51,9 miliardi", ha detto Ruffini spiegando che "oltre il 43% è difficilmente recuperabile". Ci sono infatti "147,4 miliardi dovuti da soggetti falliti, 85 da persone decedute e imprese cessate, 95 da nullatenenti".

Per altri "30,4 miliardi la riscossione è sospesa per i provvedimenti di autotutela emessi da enti creditori o sentenze dell'autorità giudiziaria", ha proseguito poi Ruffini. Restano così 459,2 miliardi di cui oltre il 75%, 384,4 miliardi, si riferisce a contribuenti" rispetto ai quali Equitalia "ha già tentato invano in questi anni azioni di riscossione". Altri 26,2 miliardi sono pagati a rate e "l'effettivo magazzino residuo" su cui agire "si riduce a 84,6 miliardi di cui circa 32,7 riferiti a posizioni non lavorabili per effetto delle norme a favore dei contribuenti".

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dall-articolo di repubblica.it

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