capture 480 26112020 143415L'ex ministro Vincenzo Visco ha spiegato che "un'imposta su chi ha di più sarebbe ben accolta da tutti" e che in Italia riguarderebbe alcune poche migliaia di persone

La patrimoniale? Non è certo una bestemmia, anche perché lo scenario che sta attraversando il Paese è particolarmente delicato. E poi la misura non riguarderebbe tutti gli italiani, ma soltanto una piccola parte, quantificabile in qualche migliaio di persone.

Può essere riassunto così l'intervento rilasciato dall'ex ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, ai microfoni della trasmissione L'Italia s'è desta su Radio Cusano Campus.

"In una situazione come questa – ha spiegato Visco - un'imposta su chi ha di più sarebbe ben accolta da tutti. In Italia riguarderebbe alcune migliaia di persone, ma poche". Come se non bastasse, ha fatto notare ancora l'economista, una recente sentenza della Corte Costituzionale "ha stabilito che il prelievo di solidarietà sulle pensioni più alte va bene".

Dunque, perché tartassare i pensionati e non i ricchi? "Io penso che piuttosto che prendersela con i pensionati, prendersela per una volta con i ricchi non sarebbe sbagliato. La crisi avvantaggia i più ricchi", ha dichiarato l'ex ministro. Che si è poi soffermato su altri temi, tra cui il Recovery Fund, con il quale "ci giochiamo il futuro del Paese", e quindi "sarebbe opportuno essere molto seri e unitari nel motivare certe scelte", e il Natale, sul quale è emerso un "dibattito surreale nel momento in cui abbiamo 800 morti al giorno".

 

"La patrimoniale non è una bestemmia"

Tornando sulla patrimoniale, Visco ha fatto riferimento a quanto sta accadendo negli Stati Uniti, dove la senatrice Elizabeth Warren vorrebbe una patrimoniale annuale del 2% sui patrimoni sopra ai 50 milioni di dollari, e del 3% sui patrimoni sopra al miliardo. Il ragionamento che ne consegue è facile da intuire.

"L'introduzione dell'imposta patrimoniale non è una bestemmia come sembra qui in Italia – ha evidenziato Visco - È un'imposta commisurata alla ricchezza del contribuente anziché al reddito o al consumo. Questa è più o meno l'imposta sulle grandi fortune che c'era in Francia ed ha avuto una sorte travagliata, finché Macron ha deciso di sopprimerla perché succedeva che i ricchi francesi portavano i loro capitali in Svizzera".

Visco preferirebbe un'imposta sul patrimonio "di tipo generale", cioè "che si applicasse a tutti e con aliquote più basse". In ogni caso, ha aggiunto ancora l'economista, "i dati italiani confermano che tutti gli effetti della crisi del 2009 e di quella attuale vanno a favore dei ricchi, perché le banche centrali devono riempire l'economia di liquidità che si traduce in un sostegno alle borse e chi ha i titoli in borsa non è povero".

Infine il capitolo sulle tasse. Visco ha evidenziato che "vanno a fare le cose che ci consentono una vita decente, dalla sanità all'istruzione" e per questo "si dovrebbe evidenziare ad ogni cittadino quando costa ognuno di questi servizi pro capite e quanto ognuno paga, io lo manderei a casa di ogni cittadino ogni anno".

I precedenti

Insomma, anche Vincenzo Visco si è aggiunto al club dei simpatizzanti della patrimoniale. Club che annovera, tra tutti, Carlo De Benedetti, che la scorsa estate – e anche più recentemente – ha evocato con una certa insistenza l'esigenza di instaurare la suddetta misura. Anche in questo caso, l'obiettivo di una ipotetica patrimoniale sarebbe sempre lo stesso: risolvere "il problema delle diseguaglianze sociali". De Benedetti parlava di una tassazione sul patrimonio dello 0,8% annuo, "che sarebbe giusta perché darebbe un segno nella risoluzione delle disuguaglianze".

Una ricetta del genere, almeno a giudicare da interventi più o meno recenti, sembrerebbe non dispiacere neppure a una parte dell'attuale governo giallorosso. Il premier Giuseppe Conte, in una conferenza stampa risalente alla scorsa primavera, utilizzò una frase alquanto ambigua: "Siamo tutti consapevoli che in Italia c’è tanto risparmio privato, è uno dei punti di forza". Tanto bastò per far scattare il panico tra i contribuenti.

Andando ancora a ritroso, ricordiamo il suggerimento messo sul tavolo dal commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni (tornare all'Imu dei tempi di Monti) e l'emendamento presentato dal Pd intitolato "Proposta contributo di solidarietà per redditi Irpef superiori a 80.000 euro lordi annui". I precedenti non mancano.

di  per www.ilgiornale.it