L'ex ministro del Governo Letta è accusata di associazione a delinquere, concussione e utilità per ottenere voto elettorale

Lei si professa innocente e devastata dalla notizia, ma ovviamente starà al giudice decretare se le accuse avanzate dal PM (e la richiesta di 8 anni e 3 mesi di reclusione) sono o meno legittimi. Fatto sta che Nunzia De Girolamo, ex ministro delle politiche agricole alimentari e forestali del Governo Letta (e moglie dell’attuale ministro per gli affari regionali e le autonomie Francesco Boccia) dovrà difendersi da accuse piuttosto pesanti: si va dall’associazione a delinquere a utilità per ottenere il voto elettorale, passando per concussione.

Perché Nunzia De Girolamo rischia 8 anni e 3 mesi di carcere

Tutto nasce da un’inchiesta risalente a sei anni fa e che vede al banco degli imputanti, oltre all’ex parlamentare del Nuovo Centro Destra, anche Luigi Barone, attuale presidente del consorzio Asi di Benevento, Giacomo Papa, l’ex direttore generale dell’Asl Michele Rossi, l’ex direttore amministrativo Felice Pisapia, l’ex direttore sanitario Gelsomino Ventucci, l’ex responsabile del budgeting Arnaldo Falato e il sindaco di Airola Michele Napoletano (per il quale, però, è stata chiesta l’assoluzione).

 

Secondo l’accusa, la De Girolamo avrebbe promosso la costituzione di un “comitato politico” per influenzare nomine e assegnazione di appalti da parte della ASL di Benevento. L’obiettivo primario di questo “direttorio politico”, sostiene il Pubblico Ministero, era quello di ottenere in cambio voti e altri favori elettorali. La De Girolamo, secondo l’accusa, era a capo dell’intera operazione e aveva asservito l’Azienda sanitaria al proprio volere e ai propri comodi.

La palla passa ora tra le mani del giudice Daniela Fallarino, che dovrà valutare se l’impianto accusatorio regge o se, invece, le richieste dell’accusa sono infondante. Come detto, per la De Girolamo è stata chiesta una condanna a 8 anni e 3 mesi di reclusione, mentre gli altri imputati rischiano tra i 6 e i 2 anni di reclusione.

“Distrutta e incredula, ma so di essere innocente”

Sin dalle primissime battute, la De Girolamo non ha mai rilasciato alcuna dichiarazione sull’inchiesta e sulle pesanti accuse che pendevano nei suoi confronti. L’ex ministro, dimessasi dal ruolo proprio a causa delle indagini a suo carico, si è sempre professata innocente. Raggiunta dal Corriere della Sera al termine dell’ultima udienza, però, l’ex esponente del PdL si è lasciata un po’ andare.

La De Girolamo si è detta L’e: una condanna così pesante, infatti, non verrebbe inflitta neanche a chi è accusato di omicidio. “Anche se non ho fatto nulla di cui avere paura – si legge sulle pagine del Corriere -, sono devastata solo a leggere la richiesta del pubblico ministero”.

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