La mossa del sottosegretario all'Immigrazione per dare priorità ai cittadini britannici. Le aziende inglesi pagheranno mille sterline all'anno per ogni lavoratore europeo assunto

Londra si arma. E prepara le contromisure alle perdite economiche che potrebbe accusare dalla definitiva uscita dall'Unione europea.

Tra le misure al vaglio del governo britannico c'è anche l'istituzione di una nuova tassa che vada a colpire tutte quelle aziende che assumono lavoratori europei anziché inglesi. "L'imposta - ha spiegato il sottosegretario all’Immigrazione, Robert Goodwill - sarebbe utile per dare una priorità ai cittadini britannici".

Per il momento si tratta soltanto di una proposta. Ma già fa discutere. E tra i milioni di lavoratori italiani ed europei, che si sono trasferiti a Londra per cercare un lavoro, è già motivo di apprensione. L'idea è quella di tassare mille sterline all'anno, che corrispondono a circa 1200 euro, tutte quelle aziende che assumo un lavoratore specializzato di un Paese dell'Unione europea. Un'imposta, quella presentata oggi da Goodwill, che si inquandra nelle misure da prendere per traghettare l'Inghilterra, senza scossoni economici, nell'uscita dall'Unione europea.

Intervenendo a una commissione della Camera dei Lord, il sottosegretario all'Immigrazione ha spiegato chiaramente che la misura è pesanta per "dare una priorità ai cittadini britannici". La tassa è già prevista per le assunzioni di lavoratori, che non appartengono all'Unione europea, ed entrerà in vigore ad aprile. Il governo inglese intende ora estenderla anche ai lavoratori italiani e a quelli europei.

di   per ilgiornale.it 

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