Champs Elysees 04 990x742A due giorni dal primo turno delle Presidenziali torna la paura in Francia. Karim Cheurfi, 39 anni, parigino, l’attentatore degli Champs-Elysees, era una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine. Aveva aggredito la polizia più volte, almeno tre in 16 anni. L’ultima volta era stato arrestato a febbraio. Nella sua auto, abbandonata prima di passare in azione, una copia del Corano e carte inneggianti all’Isis. Intanto il tema sicurezza irrompe nelle ultime ore della campagna elettorale: Fillon, Le Pen e Macron hanno annullato gli ultimi comizi, ma la leader del Front National continua a parlare riverberata dai media: “Mi aspetto altri attacchi prima del voto”. Per la polizia era un volto più che familiare. Anzi, peggio: era un pericolo da anni, almeno sedici. Aveva tentato di ammazzare due agenti nel 2001, era saltato addosso a una guardia in carcere. Per i nuovi attentati nel centro di Parigi si profila ancora lo stesso copione. Karim Cheurfi, l’uomo che ha ucciso l’agente di polizia Xavier Jugelé sugli Champs-Élysées – freddato, ha fatto sapere il procuratore François Molins, con due colpi di kalashnikov alla testa- è una figura conosciuta dalle forze di sicurezza. Ma “non era schedato con la lettera S”, che indica gli individui radicalizzati a rischio di passare alle azione, ha spiegato il procuratore di Parigi, François Molins, smentendo le informazioni diffuse ieri sui media. Nei suoi anni di “detenzione, non aveva mai dato segni di radicalizzazione”.

Due mesi fa l’uomo, 39 anni, parigino delle banlieue, era stato di nuovo arrestato dalla polizia per aver minacciato le forze dell’ordine. Ma fu rilasciato, per mancanza di prove, raccontano due funzionari francesi all’Associated Press. Il fermo, avvenuto il 23 febbraio, fu dovuto al fatto che gli agenti si resero conto che l’uomo non aveva rispettato i domiciliari e l’obbligo di cure psichiatriche, decisi dal tribunale in relazione al suo precedente arresto. Il giudice responsabile dell’applicazione delle pene non ritenne però che ci fossero motivi sufficienti perché Cheurfi tornasse in carcere.

Le indagini francesi peraltro svelano la grottesca propensione alla propaganda dell’Isis, che attraverso la sua agenzia Amaq, aveva rivendicato l’attentato chiamando il suo terrorista Abu Yussuf, le Belge, cioè Abu Yussuf il belga. Una persona che però non ha mai preso parte all’attentato dell’Arco di Trionfo.

..............

di F. Q. per ilfattoquotidiano.it

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna