Voto in FranciaLa frammentazione del voto francese è l'ennesimo segnale della malattia della democrazia europea, sembra quasi che vi sia stato il contagio italiano a diffondere la tendenza. Il sentimento prevalente dell'antipolitica e anti establishment ha trovato le risposte più efficaci in una destra estremista che si presenta con un volto apparentemente più docile, quello di Marine, la sinistra popolare e post partitica ha riconosciuto nell'affabulazione del vecchio Mélenchon un epigono dei Sanders e dei Corbyn.

L'establishment invece si è ritratto dietro il volto del giovane rampante enarca Macron, Il Forrest Gump della politica francese ora in marcia verso l'Eliseo con un seguito eterogeneo che si è irrobustito nel corso di una campagna nella quale ha avuto sostegni formidabili non solo dagli apparati economico finanziari ma anche dai media sempre a caccia di novità, l'effetto glamour costituito dalla sua vicenda personale e dagli endorsement internazionali d'oltreoceano e mediterranei hanno fatto il resto.

Se la crisi economica come nel resto del continente ha messo in crisi il rapporto fra cittadini e le istituzioni europee, lo choc costituito dall'irrisolta questione dell'immigrazione ha posto i francesi di fronte a un dilemma nuovo rappresentato dalla crisi dell'identità della Repubblica. E il prezzo più grande è stato pagato dei partiti tradizionali entrati in una crisi profonda che è certamente il frutto.

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dall'articolo di Bobo Craxi  per huffingtonpost.it

 

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