sostituzione etnica burqa(di   per ilgiornale.it)
Nel 2006 pubblicai Io amo l'Italia, che aveva come sottotitolo: Ma gli italiani la amano? Oggi la domanda è: Ma gli italiani amano se stessi?
Lo scandalo, vero, verosimile, presunto o falso della collusione tra Ong e scafisti ci fa toccare con mano come la nostra Italia possa essere additata come la Repubblica della denuncia. 
La denuncia è diventata lo sport preferito dopo il calcio.  I magistrati, formalmente indipendenti, denunciano il malaffare della politica. I magistrati, di chiara nomina politica, denunciano i loro colleghi non allineati. I partiti campano speculando sulla denuncia. Il governo un po' governa e molto denuncia, immagina che per consolidare e perpetuare il potere è preferibile cimentarsi sul terreno della denuncia, prediligendo gli avversari che si sostanziano di denuncia. I media sono il «Tempio della denuncia», dove solo esperti archeologi di quella che un tempo si chiamava la notizia, che consta di dati oggettivi e di fatti obiettivi, riescono a raccapezzarsi e orientarsi tra il vero e il falso. I cittadini sopravvivono alle mille sofferenze quotidiane abbuffandosi di denuncia.

Al punto che affiora un dubbio di per sé inquietante: gli italiani sono ancora capaci di intendere e di volere? Com'è possibile che ogni giorno i governi promuovano l'auto-invasione da parte di migliaia di clandestini e gli italiani si limitano a denunciare la falsità della tesi ideologica della accoglienza, ma subiscono la più imponente operazione di sostituzione etnica della storia e non reagiscono? Dobbiamo prendere atto che prima ancora della crisi dei valori, c'è una crisi della ragione. Abbiamo trasformato la nostra Italia in una terra di nessuno, finendo per essere una terra di conquista. Siamo arrivati persino ad accordare agli stranieri ciò che non è consentito agli italiani.

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dall'articolo di   per ilgiornale.it

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