capture 012 13032021 095229Nel contesto politico italiano l’intero corso della XVIII Legislatura inaugurata dalle elezioni del 2018 è stato segnato dalla crescente rilevanza politico-istituzionale assunta dal Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Il Copasir, che a norma di legge vigila sull’operato dei servizi segreti italiani, ha interpretato negli ultimi anni in maniera elastica ed espansiva questo compito, per fornire una cinghia di trasmissione tra attività del governo, Parlamento e apparati di intelligence sul fronte della vigilanza delle minacce sistemiche al Paese e, in particolare, all’economia nazionale.

A marzo scorso, sulla scia dello scoppio del Covid-19, del disastroso tracollo della borsa italiana legato, tra le altre cose, alle parole di Christine Lagarde sugli spread dei Paesi europei, della percepita minaccia all’economia nazionale che governo, Presidenza della Repubblica e Copasir hanno rilevato e di una fase di grave criticità per il Paese,  il comitato di Palazzo San Macuto si è messo in trincea. Avviando un’indagine prospettica sulle minacce che gravavano sul sistema-Paese, dalle debolezze sul fronte finanziario e tecnologico alla presenza di appetiti predatori da parte di multinazionali straniere su asset dell’economia italiana, passando per la funzione tradizionale di controllo sulla governance dei servizi, entrati nell’occhio del ciclone a causa delle tensioni che hanno accompagnato lo scontro tra Matteo Renzi e Giuseppe Conte.

 

Palazzo San Macuto ha visto alternarsi una serie di figure di alto profilo chiamate in audizione. Dai vertici di Banca d’Italia a quelli di Intesa, Unicredit, Mps, Bpm, Mediobanca, Generali, Ubi, ma anche Deutsche Bank, poi i direttori delle agenzie, Aisi e Aise, infine l’ex premier Conte, il ministro della Difesa ed ex capo del Copasir Lorenzo Guerini, l’ex ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Da questo ciclo di audizioni è uscita una serie di proposte organiche per il rafforzamento del golden power, recepito dal governo Conte, uno scrutinio severo sull’attività di diversi Paesi (Francia e Cina in primis) in Italia e un focus particolare su Borsa Italiana nel momento del passaggio al gruppo a guida francese Euronext.

Le quattro sfide del Comitato per il 2021

Cosa aspetta il Copasir nel 2021, a un anno dallo scoppio della pandemia e dopo che molti scenari economici e securitari su scala globale sono cambiati, ponendo al centro del dibattito la questione del predominio della sicurezza sulla prosperità in settori strategici per un Paese (tesi che risale al padre dell’economia, Adam Smith)? Le sfide, e le minacce per l’Italia, sono ancora multilivello.

In primo luogo il Copasir deve mantenere compattezza. Rischiano di metterla a repentaglio i litigi tra Lega e Fratelli d’Italia per la sua presidenza: essendo il Carroccio passato alla maggioranza col governo Draghi, Fdi rivendica, sostenuto da diversi costituzionalisti e esperti di diritto pubblico, la poltrona di presidente occupata dal leghista Raffaele Volpi e che nelle sue intenzioni dovrebbe spettare al senatore Adolfo Urso. Volpi e Urso hanno lavorato con profitto nell’ultimo anno: tra i due deve mantenersi una sinergia e un metodo di lavoro ben rodato che hanno contribuito a strutturare il Copasir come istituzione strategica.

In secondo luogo, il Comitato dovrà vigilare sull’applicazione della linea guida operativa della nuova autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, il prefetto Franco GabrielliL’ex capo della Polizia è stato scelto da Draghi proprio per riportare all’ordinaria operatività e professionalità i servizi e non lasciarli in balia di una guerra politica che li aveva eccessivamente esposti. I servizi devono ritrovare unità operativa e seguire quella continuità di analisi e studio che si è ben manifestata nell’ultima informativa sulla sicurezza presentata al Parlamento. Nel silenzio, lontano dal clamore mediatico, il Copasir dovrà tornare alla sua funzione primaria e fungere da camera di compensazione e luogo di risoluzione delle controversie nel comparto intelligence.

In terzo luogo, ci sarà da scrutare da vicino la partita dei vaccini. Il governo Conte II si è fatto prendere in contropiede, assieme al resto dell’Ue, dai tagli alle forniture da parte delle case farmaceutiche. E nel frattempo si sta aprendo una partita per la base industriale della produzione vaccinale che potrebbe estendersi a vaccini esterni al campo occidentale, come quello russo Sputnik. Compito del Copasir sarà vigilare che nel processo di gestione della produzione, della logistica, della distribuzione i servizi individuino e sterilizzino ogni rischio al sistema-Paese, dalla minaccia della criminalità organizzata a possibili effrazioni cibernetiche nei sistemi di controllo e gestione.

Sul fronte Sputnik, il Copasir aveva già parlato, nella “Relazione sulla tutela degli asset strategici nazionali nei settori bancario e assicurativo” di novembre, di cui sono stati relatori il deputato Enrico Borghi del Partito Democratico e il senatore Francesco Castiello del Movimento 5 Stelle, del Russian Direct Investment Fund (Rdif) che è finanziatore del vaccino, sottolineando i legami sistemici che lo legano al nostro Paese, dalle partnership con Cdp agli investimenti in Barilla.

Ultimo fronte, ma non meno importante, sarà quello della protezione dei dati, divenuto centrale a seguito dell’accelerazione della tecnologizzazione del lavoro e dei rapporti sociali nell’era della pandemia. Una svolta che ha reso ancora più pregnante la necessità di garantire ai cittadini italiani la sicurezza sul fronte della tutela dei dati personali da abusi e manipolazioni e alle imprese la validazione di protocolli che ne consentano la messa al sicuro da rischi di furto o corruzione.

Le possibili insidie

Mentre imprese come Leonardo sviluppano assieme a player come Aruba il cloud nazionale e lavorano sul fronte Gaia-X, servizi e comitati dovranno guardarsi su due fronti: da un lato capire in che modo c’è il rischio che in Italia il big tech e le aziende ad esso collegate possano tentare politiche che abusino delle regolamentazioni Gdpr, dall’altro valutare il giusto equilibrio nei rapporti con l’attore leader della trasformazione digitale globale, la Cina, i cui standard sull’utilizzo dei dati e sulla privacy sono notevolmente diversi da quelli europei. Tutti i cittadini schedati, con dati sensibili passati direttamente via cellulare allo Stato-Partito Unico che può farne un uso arbitrario.

“Il Grande Fratello è tra noi”, ha twittato Enrico Borghi in relazione alla recente scelta di Pechino di introdurre il passaporto vaccinale per viaggiare nel Paese. “Schedature” di questo tipo potrebbero moltiplicarsi in diversi Paesi nei mesi a venire per consentire la mobilità post-Covid a fini lavorativi, turistici, famigliari. Servizi e Copasir dovranno vigilare che questo non infici la sicurezza dei cittadini italiani e dei loro dati sensibili. Dal materiale all’immateriale, la sicurezza nazionale è dunque una filiera sempre più articolata. Che ha in Palazzo San Macuto un suo presidio.

 di Andrea Muratore per https_it.insideover.com