capture 268 03042021 093738Da martedì, ovvero superato lo scoglio di Pasqua in cui tutta Italia sarà rossa, le Regioni Marche e Veneto e la Provincia autonoma di Trento passano in area arancione per le restrizioni anti Covid. Nessun alleggerimento, invece, per le altre nove regioni attualmente in zona rossa, ovvero Lombardia, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Puglia, Campania, Calabria. La decisione è stata assunta dal ministero della Salute, sulla base dell’andamento dei dati epidemiologici.

I rosso o arancione: la mappa del rischio delle Regioni

Nel dettaglio, l’Istituto superiore di Sanità, nella bozza del report sulla settimana 22-28 marzo, ha chiarito che «complessivamente il rischio epidemico si mantiene a livelli elevati». Le Regioni che hanno un livello di rischio alto sono 6: Calabria, Emilia-Romagna, Liguria, Puglia, Toscana e Veneto. Le Regioni e le province autonome a rischio moderato sono, invece, 13. Di queste, però, 7 sono «ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane». Si tratta di Abruzzo, Molise, Piemonte, Sicilia, Umbria e Valle d’Aosta, alle quali si aggiungono le sette in “bilico” che sono Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, la provincia autonoma di Trento, Sardegna. Hanno, invece, una classificazione di rischio basso la Basilicata e la provincia autonoma di Bolzano.

 

L’Iss: «Il rischio si mantiene a livelli elevati»

Le Regioni con un Rt puntuale maggiore di 1, si legge nella bozza del report dell’Iss, sono 11. Si tratta di Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto. Tra queste, due Regioni (Campania e Valle d’Aosta), «hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 3». Dunque, l’Iss, che raccomanda di «mantenere rigorose misure di mitigazione a livello nazionale, sottolinea che «si osserva una lieve riduzione di incidenza a livello nazionale che rimane comunque alta, insieme ad una decrescita dell’indice di Rt sotto il livello di 1». Ma l’incidenza «resta elevata. E ancora lontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti».

 di Luciana Delli Colli per www.secoloditalia.it