capture 007 09042021 092532La nascita di Littoria  è direttamente legata alla prima fase dei lavori di bonifica dell’Agro Pontino. Il 6 novembre 1931 l’Opera Nazionale Combattenti (O.N.C.) prende possesso del primo lotto di 17.797 ha, trasferiti in proprietà con il RD 28 agosto 1931; il 7 novembre arrivano i primi 1300 operai per il disboscamento; il 7 aprile 1932 Mussolini visita i lavori e dà il via alle operazioni di dissodamento. Nel corso di questa visita, Mussolini da un balcone dell’abitato di Quadrato (nucleo di alloggi per gli operai impiegati nei lavori), annuncia che sorgerà prestissimo, proprio li, una borgata per 5.000 abitanti dal nome Littoria. Littoria nascerà dunque all’altezza del Km 76 della via Appia, baricentrica rispetto alla parte nord del territorio, nel primo lotto di bonifica (circa 10.500 ha dei Comuni di Cisterna e Sermoneta). I collegamenti viari non destano problemi: già il nucleo di Quadrato era sorto all’incrocio di quattro strade. La linea ferroviaria più vicina è la Ci­sterna-Sezze. Su questa viene inserita la nuova stazione, cui Littoria è collegata da uno stradone di 9 km.

 

Il progetto della città viene sviluppato dall’architetto Oriolo Frezzotti, prescelto direttamente dal commissario dell’O.N.C. nell’aprile del 1932, secondo uno schema radiocentrico, sul quale si innesta a ovest un tessuto a maglia ortogonale, imperniato su una piazza (Piazza del Littorio – attuale Piazza del Popolo) su cui prospettano gli edifici principali, pressoché tutti disegnati dallo stesso Frezzotti in collaborazione con tecnici dell’Opera: il Municipio, la caserma della M.V.S.N. (Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale), la sede dell’O.N.D. (Opera Nazionale del Dopolavoro), un albergo, un cinematografo: prossime sono la caserma dei RR.CC. (Regi Carabinieri) ed il Palazzo delle Poste e Telegrafi.


Palazzo del Municipio – oggi


Palazzo del Municipio – 1933


Palazzo della caserma della M.V.S.N.  – oggi


Palazzo della caserma della M.V.S.N.  – 1933

Ad Ovest, sul prolungamento dell’asse longitudinale di Piazza del Littorio è prevista un’altra grande Piazza detta del Quadrato, che è il centro agrario della città, ove sono la Direzione Agraria dell’O.N.C., il mercato, magazzini e ed edifici di abitazione.


Edifici di abitazione  – oggi


Edifici di abitazione, magazzini, mercato  – 1933

A sud di Piazza del Littorio, a lato del prolungamento del suo asse trasversale è la Piazza Savoia (attuale Piazza S. Marco), centro religioso educativo, con la Chiesa, l’Asilo, l’ O.N.B. (Opera Nazionale Balilla), la sede delle Associazioni Combattentistiche.


La Chiesa


Edificio della sede agraria dell’O.N.C.  – oggi


Edificio della sede agraria dell’O.N.C.  – 1933


Edificio della O.N.B.  – oggi


Edificio della O.N.B.  – 1933

La scuola è nella Piazza Dante, un piccolo largo assai prossimo ed in direzione est di Piazza del Littorio.


La scuola

Solo il palazzetto delle poste e la stazione ferroviaria sono dell’architetto Angiolo Mazzoni.


La stazione ferroviaria


Il palazzetto delle poste

Il 30 giugno è posata la prima pietra del Municipio. Il territorio comunale è organizzato sulla base delle 800 unità poderali, con cinque centri agricoli di servizio (Piave, Isonzo, Grappa, Carso, Littorio). Alla fine del 1932 sono già in funzione 410 km di canali, 360 km di strade, 515 case coloniche, per le quali vengono studiati 11 tipi, 6 a due piani e 5 a un piano. Gli abi­tanti previsti sono 4/ 5.000. L’inaugurazione ha luogo il 18 dicembre 1932.

Sul fascicolo IX del 1933 -XI di Architettura – Rivista del sindacato nazionale fascista architetti a cura di Marcello Piacentini viene riportato un articolo specifico su “La nuova città di Littoria in Agro Pontino – architetto Oriolo Frezzotti”. Le riviste del settore non allineate ignorano invece pressoché ogni fase dell’evento. La più aristocratica, “La Casa Bella” (direttore G. Pagano, redattore E. Persico), nel n. 60 del dicembre 1932 solo vi ac­cenna in una recensione a un libro tedesco sulle colonie rurali.

La vicenda progettuale di Littoria solleva inoltre larghe proteste fra gli architetti e gli ingegneri, soprattutto romani, per l’incarico diretto ottenuto da Frezzotti: si comincia a vedere, in tutto il suo peso, l’ importanza dell’ occasione costituita, pur con le molte approssimazioni del caso, da un programma straor­dinario di realizzazione di «città nuove» che sono una vetrina promozionale per il regime e possono diventarlo per i progettisti; non a caso ambienti acca­demici e corporativi chiederanno d’ ora in poi, con forza, il bando di concorsi di progettazione e si accapiglieranno, con accanimento, intorno agli esiti degli stessi e alle vicende progettuali dei nuovi insediamenti promossi negli anni Trenta, soprattutto di quelli dell’ Agro pontino e romano.

Con legge n. 1942 del 27 dicembre 1932, che converte in legge il DL 22 novembre 1932 n. 1343, Littoria è costituita in Comune. Il territorio comunale si amplia con aree del Comune di Nettuno (1934) e di Sezze (1935). Il 18 dicembre 1934, a suggellare l’importanza del nuovo centro e della sua posizione, Littoria è elevata a provincia.
Frezzotti intanto era stato incaricato di un piano di ampliamento, approvato con DL 6 giugno 1935 n. 1152. La previsione del numero degli abitanti è portata a 50.000; l’area urbana a 170,5 ha, di cui 150 per la residenza. La zonizzazione, specialmente per le zone resi­denziali, è più articolata. Le strade sono classificate in quattro tipi. Gli abitanti il giorno dell’inaugurazione sono 6.308 (oltre a 11.492 temporanei) e si prevedeva che sarebbero aumentati a 15.000 circa l’anno successivo, con l’estensione della bonifica e la costruzione di nuove case. Al censimento del 1936 la popolazione residente assomma a 19 .654 unità. Da allora rimane pressoché stazionaria, e solo dopo la guerra l’incremento riprende, specialmente dalla fine degli anni cinquanta (nel 1951 i residenti sono 35.187). Ma Latina (cosi è cambiato il nome nel 1945) è diventata nel frattempo un centro dell’industria leggera. Lo sfasciarsi della struttura agraria, e il cambiamento funzionale con il connesso boom edilizio hanno reso pressoché irriconoscibile perfino il centro cittadino.
Un aspetto di particolare interesse caratterizza Littoria rispetto alle altre città dell’Agro Pontino: le case popolari realizzate dall’IACP di Roma fra il 1934 e il ’36 su progetto dell’ingegner Giuseppe Nicolosi. L’intervento è attentamente studiato, nella lottizzazione, nella scelta delle tipologie, nella progettazione edilizia, che arriva fino ai particolari. È suddiviso in tre lotti, rispettivamente di 190, 175 e 77 alloggi, con livello qualitativo crescente. Queste case popolari, che costituiranno il “Quartiere Nicolosi”, confermano l’impressione che, considerando da un punto di vista d’insieme le cinque città, Littoria è l’unica che effettivamente svolge il ruolo per il quale era stata fondata. Cosi il centro urbano, nato come “città terziaria,” si sviluppa secondo la logica che gli è propria, e provvede via via alle abitazioni per la burocrazia che lo abita . Poiché, infatti, è una piccola rappresentanza della classe media impiegatizia ad essere destinataria delle abitazioni di Littoria, le tipologie sono quelle urbane; e siccome questa classe è gerarchicamente ordinata, la qualità degli alloggi vi si conforma. Insomma questa operazione dell’IACP, nel suo ambito, reinserisce Littoria in un contesto nazionale vero, e certo assai più reale del clima vagamente alienato delle bonifiche integrali, della ruralità, ecc.


Il quartiere Nicolosi (attuale Via E. Filiberto – Via G.B. Grassi)

Altri alloggi sono costruiti dall’Istituto Nazionale delle Assicurazioni alla fine degli anni trenta, su progetto degli architetti Mario Pa­niconi e Giulio Pediconi.
Va infine ricordato che il piano di Littoria ha la ventura di assurgere alle cronache del IV Congresso internazionale di architettura moderna (luglio 1933). Ogni gruppo nazionale (l’Italia era rappresentata da Bottoni, Pollini, Terragni) doveva illustrare alcune città particolarmente significative: il gruppo italiano presentò le piante di cinque città: Roma, Como, Genova, Venezia e Littoria.

The birth of Littoria (now Latina) is directly linked to the first phase of the reclamation works of the Agro Pontino. On 6 November 1931 Opera Nazionale Combattenti (O.N.C.) took possession of the first lot of 17,797 ha, transferred to property with the RD 28 August 1931; on 7 November the first 1300 workers arrived for deforestation; on 7 April 1932 Mussolini visited the works and started the tillage operations. During this visit, Mussolini announced from a balcony in the village of Quadrato (a nucleus of lodgings for the workers employed in the works) that a village of 5,000 inhabitants called Littoria would soon be built there. Littoria will therefore be born at km 76 of the Appian Way, barycentric with respect to the northern part of the territory, in the first lot of reclamation (about 10,500 hectares of the municipalities of Cisterna and Sermoneta). The road links do not cause problems: the core of Quadrato was already built at the intersection of four roads. The nearest railway line is the Cistern-Sezze. On this is inserted the new station, to which Littoria is connected by a road of 9 km.
The project of the city was developed by the architect Oriolo Frezzotti, chosen directly by the commissioner of the O.N.C. in April 1932, according to a radiocentric scheme, on which is grafted to the west a woven orthogonal mesh, hinged on a square (Piazza del Littorio) on which lie the main buildings, almost all designed by the same Frezzotti in collaboration with technicians of the Opera: the Town Hall, the barracks of the M.V.S.N. (Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale), the headquarters of the O.N.D. (Opera Nazionale del Dopolavoro), a hotel, a cinema: next are the barracks of the RR.CC. (Regi Carabinieri) and the Palazzo delle Poste e Telegrafi.
To the west, on the extension of the longitudinal axis of Piazza del Littorio, there is another large square called Piazza del Quadrato, which is the agricultural center of the city, where the Agricultural Direction of the O.N.C., the market, warehouses and residential buildings are located.
To the south of Piazza del Littorio, next to the extension of its transversal axis is Piazza Savoia, an educational religious centre, with the Church, the nursery school, the O.N.B. (Opera Nazionale Balilla), the headquarters of the Combatant Associations. The school is in Piazza Dante, a small square very close by and in the east direction of Piazza del Littorio.
Only the post office building and the railway station are by the architect Angiolo Mazzoni.
On 30 June the first stone of the Town Hall is laid. The municipal territory is organized on the basis of 800 farm units, with five agricultural service centers (Piave, Isonzo, Grappa, Carso, Littorio). At the end of 1932, 410 km of canals, 360 km of roads and 515 farmhouses were already in operation, for which 11 types were studied, 6 with two floors and 5 with one floor. There are expected to be 4/5,000 inhabitants. The inauguration took place on 18 December 1932.
In issue IX of 1933 -XI of Architecture – Rivista del sindacato nazionale fascista architetti, edited by Marcello Piacentini, there is a specific article on “La nuova città di Littoria in Agro Pontino – architetto Oriolo Frezzotti”. Non-aligned trade magazines, on the other hand, ignore almost every phase of the event. The most aristocratic, “La Casa Bella” (editor G. Pagano, editor E. Persico), in issue 60 of December 1932 only mentions it in a review of a German book on rural colonies.
Littoria’s design story also provoked widespread protests among architects and engineers, especially from Rome, for the direct assignment obtained by Frezzotti: the importance of the occasion is beginning to be seen, in all its weight, constituted, even with the many approximations of the case, by an extraordinary program of realization of “new cities” that are a promotional showcase for the regime and can become it for the planners; it is not by chance that academic and corporate circles will ask from now on, with force, the announcement of design contests and they will be seized, with fury, around the results of the same and the design events of the new settlements promoted in the Thirties, above all of those of the Agro pontino and Roman Agro.
By law no. 1942 of 27 December 1932, which converted DL 22 November 1932 no. 1343 into law, Littoria was constituted as a Municipality. The municipal territory is enlarged with areas of the Municipality of Neptune (1934) and Sezze (1935). On December 18, 1934, to seal the importance of the new center and its position, Littoria was elevated to a province.
In the meantime, Frezzotti had been commissioned with an expansion plan, approved by DL 6 June 1935 n. 1152. The forecast of the number of inhabitants is increased to 50,000; the urban area to 170.5 ha, of which 150 for the residence. The zoning, especially for residential areas, is more complex. The roads are classified into four types.
The population on the day of the inauguration are 6,308 (plus 11,492 temporary) and was expected to increase to about 15,000 the following year, with the extension of the reclamation and the construction of new houses. At the 1936 census, the resident population was 19,654. Since then it has remained almost stationary, and only after the war did the increase resume, especially since the end of the 1950s (in 1951 there were 35,187 residents). But Latina (as its name changed in 1945) has become in the meantime a center of light industry. The collapse of the agricultural structure, and the functional change with the associated building boom have made even the city center almost unrecognizable.
An aspect of particular interest characterizes Littoria compared to the other cities of the Agro Pontino: the public houses built by the IACP of Rome between 1934 and 1936 on a project by the engineer Nicolosi. The intervention is carefully studied, in the subdivision, in the choice of the typologies, in the building design, that goes up to the details. It is divided into three lots of 190, 175 and 77 apartments, respectively, with an increasing quality level. These council houses confirm the impression that, considering the five cities as a whole, Littoria is the only one that actually plays the role for which it was founded. Thus the urban centre, born as a “tertiary city,” develops according to its own logic, and gradually provides housing for the bureaucracy that inhabits it. Since, in fact, it is a small representation of the employed middle class to be the recipient of the houses of Littoria, the types are urban, and since this class is hierarchically ordered, the quality of housing conforms to it. In short, this operation of the IACP, in its context, reintegrates Littoria in a true national context, and certainly much more real than the vaguely alienated climate of integral reclamations, rurality, etc..
Other accommodations were built by the National Insurance Institute at the end of the 1930s, based on a project by architects Mario Paniconi and Giulio Pediconi.
Finally, it should be remembered that Littoria’s plan is likely to rise to the headlines of the Fourth International Congress of Modern Architecture (July 1933). Each national group (Italy was represented by Bottoni, Pollini, Terragni) had to illustrate some particularly significant cities: the Italian group presented the plans of five cities: Rome, Como, Genoa, Venice and Littoria.

 

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