capture 025 20042021 144448Non si ferma il terremoto in Toscana dopo l’inchiesta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta. Ledo Gori, capo di gabinetto del presidente della Regione, Eugenio Giani, è stato messo in ferie obbligate. Le sue funzioni nel frattempo sono state sospese ed entro pochi giorni sarà deciso chi prenderà il suo posto. È stata inoltre avviata la procedura per la revoca dell’incarico di capo di gabinetto della Giunta regionale a Gori, indagato dalla procura distrettuale antimafia di Firenze con l’accusa di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio nell’inchiesta sulle presunte infiltrazioni della ’ndrangheta nel traffico illecito dei rifiuti pericolosi. Venerdì scorso Giani aveva già disposto che le funzioni di capo di gabinetto svolte da Gori fossero attribuite in via transitoria al direttore generale della Regione, Paolo Pantuliano.

La scorsa settimana i Carabinieri e la Dda di Firenze, eseguendo 23 arresti, hanno stroncato in Toscana più attività criminali riconducibili alla ‘ndrangheta infiltratasi nell’intera regione: dal traffico di cocaina, al controllo di lavori stradali, allo smaltimento illecito di rifiuti nelle concerie. Tra i 19 indagati, anche esponenti politici toscani e dirigenti di enti pubblici. I due indagati in Regione sono appunto il capo di gabinetto del governatore Eugenio Giani, Ledo Gori, per corruzione, e anche il dirigente della Direzione Ambiente Edo Bernini. Indagata anche Giulia Deidda, sindaco di Santa Croce sull’Arno e il consigliere regionale Andrea Pieroni. L’inchiesta coinvolge elementi di vertice dell’Associazione Conciatori di Santa Croce sull’Arno i quali, secondo l’accusa, rappresentano il fulcro decisionale di tutto l’apparato sotto indagine. Messa in luce anche l’infiltrazione che passava nel settore inerti della cosca calabrese Gallace che, preso il controllo su una storica azienda del Mugello, avrebbe condizionato la concorrenza aggiudicandosi importanti commesse pubbliche. E ora Gori è stato silurato da Giani.

 

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