capture 046 22042021 114203Vittorio Feltri difende a spada tratta Beppe Grillo e suo figlio Ciro. E si tira fuori dal coro della gogna mediatica, nel nome del garantismo che lo ha sempre contraddistinto. Lo fa in prima pagina di Libero quotidiano, ricostruendo la vicenda, partendo dal filmato del fondatore del M5s, che lui stesso definisce “agghiacciante”, ma parlando soprattutto da padre.

“Grillo è diventato da manettaro a garantista. Meglio tardi che mai”

“Non sono in grado di redarguire il vecchio Beppe – scrive Feltri – che, essendo un padre, non se la sente di unirsi al coro di quelli che vorrebbero condannare a priori il suo ragazzino, e cerca pertanto di salvaguardarlo a ogni costo. Qualunque genitore disperato va capito se si scatena per proteggere il proprio discendente che rischia la galera dura per un episodio da accertare. Grillo forse ha esagerato nella foga, probabilmente avrebbe dovuto riservare alla fanciulla un minimo di riguardo…”.

 

Tuttavia, precisa Feltri, “comprendo lo stato d’animo di Grillo che vive come un incubo l’idea che il suo Ciro subisca una sentenza pesante. Pertanto sono solidale con lui e deploro coloro che delle altrui disgrazie profittano per demolire vigliaccamente un uomo politico, peraltro a me non gradito ma da me rispettato. E non mi importa nulla che egli si sia trasformato in un battibaleno da manettaro a garantista. Meglio tardi che mai”. 

Feltri su Ciro Grillo come su Franzoni, Bossetti e Genovese

E solo chi non conosce la storia del direttore di Libero può scandalizzarsi. Feltri, da quando fa il giornalista, ha sempre difeso i “mostri” sbattuti in prima pagina. Lo fece quasi 40 anni fa con Enzo Tortora, quando tutti i tg e i quotidiani avevano mostrato il conduttore di Portobello in manette presentandolo come “trafficante di droga” e “camorrista”. Ma non lo ha fatto solo con gli innocenti conclamati. Ha seguito lo stesso parametro praticamente con tutti i grandi imputati. E non pensate solo ai politici, che sarebbe scontato e inutile citare.

Non c’è grande imputato della cronaca nera che Feltri non abbia in qualche modo difeso o perlomeno “compreso”. Nel corso degli anni è entrato in empatia (nei suoi articoli) con tutti. Dalla mamma di Cogne al killer di Yara Gambirasio. Non ultimo, il caso di Alberto Genovese e delle modelle stuprate. Insomma, il criterio di Feltri è sempre stato lo stesso. E l’ha ripetuta oggi su Libero quotidiano: “Quando comincia la caccia alle streghe io sto con le streghe”. 

Semmai, ad allarmare il comico genovese dovrebbe esserci questo indizio allarmante. Quando Feltri si muove per difendere qualcuno, vuol dire che per l’accusato la situazione è davvero irreversibile. Insomma, purtroppo per la famiglia Grillo ricevere la solidarietà di Feltri è quasi una sentenza. Di condanna.

https://youtu.be/EmYpIHKbSSo

di Valter Delle Donne per www.secoloditalia.it