Ljubljana, 10 marzo 2009

Dichiarazione della Commissione Giustizia e Pace
della Conferenza Episcopale Slovena (CES)
sul ritrovamento della fossa comune nella caverna di Huda Jama

Vedere le vittime - uccise dopo la II guerra mondiale - nella fossa comune della caverna di Huda Jama presso Laško sconvolge profondamente ogni persona, perché non è possibile ignorare la sofferenza atroce delle vittime e la violenza barbarica degli omicidi. La Commissione Giustizia e Pace negli anni scorsi ha richiamato più volte l’attenzione sugli aspetti morali e giuridici delle atrocità compiute dopo la guerra e sui doveri delle autorità statali competenti.

Dolore, choc, profondo turbamento e attesa di una dignitosa sepoltura delle vittime degli omicidi di massa sono reazioni assolutamente comprensibili da parte della gente, ma come comunità politica non possiamo fermarci qui. Le supreme istituzioni nazionali, specialmente quelle che hanno il dovere di diffondere i valori etici, la giustizia, la convivenza pacifica e il pieno rispetto dei diritti umani, dovrebbero esprimere una condanna chiara e inequivocabile a livello morale e politico di questi massacri, nonché dei singoli ovvero dei gruppi che ne sono stati responsabili.

È necessario confrontarsi con gli avvenimenti più trascurati della storia del totalitarismo in Slovenia, se vogliamo diventare e restare una società civilizzata e etica. È arrivato il momento in cui tutti i cittadini a livello personale, di popolo e di nazione dovrebbero affermare molto chiaramente i principi morali fondamentali sull’intangibilità di ogni vita umana e sulla dignità di ogni persona, crudelmente rinnegate durante e dopo la rivoluzione. L’ideologia non può diventare giustificazione di alcun massacro. Bisogna individuare i colpevoli, singoli e gruppi, politici e ideologici dei deplorevoli atti di violenza contro l’umanità e il proprio popolo. È necessario condannare pubblicamente il regime comunista totalitario di quel periodo e, in questo modo, restituire il buon nome a quanti hanno lottato per la libertà del popolo sloveno in modo onesto e sincero, ma durante la guerra e per tutto il periodo successivo sono stati sfruttati come “scudi umani” di politici, ideologi e criminali del totalitarismo.

 

Riguardo agli omicidi avvenuti durante e dopo la guerra c’è tra noi ancora troppo cinismo morale, elusività, indifferenza e a volte addirittura disprezzo - perseguibile penalmente, ma non punito - o consenso. C’è ancora troppa paura. Sono conseguenze soprattutto del fatto che la scuola e le istituzioni educative, quanti creano l’opinione pubblica e le supreme istituzioni nazionali - che sono chiamate a custodire la validità dei principi etici fondamentali nella comunità politica e dei relativi diritti umani – non hanno rispettato misure adeguate a questo genere di atti criminali, dopo averli tenuti nascosti per decenni in modo programmatico. Nella caverna di Huda Jama presso Laško è assolutamente evidente il tentativo di tacere per sempre su questi crimini. Proprio il disprezzo è una grave politicizzazione di queste violenze. Non ci sarebbe potuta essere nessuna politicizzazione, se la Nazione avesse assolto ai suoi doveri morali a tempo opportuno. Pertanto la Commissione Giustizia e Pace esprime il suo riconoscimento alla Commissione Nazionale che negli ultimi anni si è impegnata coraggiosamente a portare alla luce le azioni criminali passate sotto silenzio. Allo stesso modo apprezza il fatto che nell’opinione pubblica e nella comunicazione di massa si rafforza lo sdegno morale rispetto a queste inaudite violenze. Il fine ultimo di questa maturazione della nostra coscienza morale deve essere però il perdono e la riconciliazione fino a quando non ci saranno più “i nostri” e “i vostri, ma godremo tutti di uguali diritti, di uguale rispetto e di uguale cittadinanza nella comunità nazionale e politica slovena.

Mons. Anton Stres, Arcivescovo Coadiutore di Maribor,

Presidente della Commissione Giustizia e Pace della CES

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