capture 052 22042021 185654Josip Broz  (Kumrovec, Zagabria, Croazia, 7 maggio 1892, Lubiana, Slovenia 4 maggio 1980) meglio noto come TITO è stato un criminale comunista che fu al comando del Partito comunista jugoslavo a partire dal 1939.

I cenni biografici sulla vita di questo criminale comunista ci raccontano che dopo un periodo giovanile in cui lavorò come fabbro per seguire le orme del padre, iniziò a palesare un assiduo attivismo politico nelle file delle organizzazioni sindacali e della socialdemocrazia croata.

Durante la Prima Guerra mondiale divenne soldato dell’esercito austro-ungarico e nel 1915 fu fatto prigioniero dai russi e tradotto in Unione Sovietica, dove fu condannato ai lavori forzati in un campo degli Urali.

Nel 1917 venne nuovamente arrestato per aver capeggiato la protesta dei prigionieri di guerra, ma riuscì a fuggire e a recarsi a San Pietroburgo dove si unì ai manifestanti.

Nuovamente arrestato scontò un mese di carcere in Finlandia dove si era recato in fuga dal campo di lavoro.

Nel 1918 fu accettato in seno al Partito comunista russo ed entrò a far parte della NKVD, la famigerata Polizia segreta.

In questi anni Tito si sposò con la giovane Pelagia Belussova.

 

Nel 1920 tornò in Croazia e partecipò come co-fondatore alla nascita del Partito comunista jugoslavo (KPJ), il quale fu messo fuori legge l’anno successivo, nel 1921.

Qualche anno più tardi, nel 1928 fu arrestato e  condannato a 5 anni di reclusione per possesso illegale di armi.

Nel 1934 divenne membro del comitato centrale e dell’Ufficio politico del Partito comunista, diventando sempre più importante in seno allo stesso dal 1937, anno in cui i suoi compagni furono epurati a Mosca, per diventarne infine Segretario generale.

Dopo una iniziale titubanza provocata dall’accordo tedesco-sovietico attraverso il famigerato Patto Ribbentrop-Molotov del 1939-1941, Tito iniziò nel 1943 una guerra di liberazione della Jugoslavia, guidando l’insurrezione anti-tedesca e la lotta contro la monarchia.

La sua impostazione politica gli causò i primi dissapori con Mosca e di conseguenza un appoggio del blocco Anglo-Americano, che gli permise di diventare nel 1945 Capo del Governo e Ministro della Difesa.

Da quella data e per i due anni successivi Tito accentuò i contrasti con l’Unione Sovietica, palesando una politica neutralista e finalizzata non a compiacere Mosca ma volta a realizzare un progetto di Federazione balcanica.

Nel 1948 ruppe i rapporti che lo legavano al Cominform, l’organismo  staliniano internazionale per la diffusione del comunismo.

Tito instaurò nel territorio di quella che è oggi la ex Jugoslavia una feroce dittatura marxista che condusse, dopo la firma dell’armistizio dell’8 marzo 1943, a una serie di eccidi pianificati a tavolino per eliminare tutte le popolazioni di etnia italiana presenti nei territori dell’Istria, della Venezia Giulia, e del Quarnaro

La collusione fra Tito e i partigiani comunisti italiani, capeggiati da criminali del calibro di Palmiro Togliatti e di Luigi Longo, permise al dittatore slavo di pianificare un progetto che gli permettesse di presentarsi alla Conferenza di Pace di Parigi rivendicando il possesso dei territori Giuliano-Dalmati-Istriani.

Con l’eliminazione dell’etnia italiana presente nell’area, l’unico altro gruppo etnico rimasto sarebbe stato quello slavo, il che avrebbe avallato la sua richiesta di poter annettere alla Jugoslavia i territori in questione.

Il feroce assassino comunista, ostaggio del proprio delirio di onnipotenza, si rese quindi responsabile degli eccidi delle Foibe, e dell’esodo di migliaia di italiani dai territori giuliani e dalmati.

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La carneficina compiuta per realizzare il progetto di “pulizia etnica” sulle popolazioni italiane fu possibile grazie alla complicità di colui che ancora oggi viene ricordato dalle sinistre con il vezzeggiativo di “il Migliore” e cioè il criminale comunista Palmiro Togliatti.

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Sulle Foibe e sull’efferatezza criminale del comunismo slavo rimando ad articoli precedentemente scritti in occasione delle commemorazioni annuali, che tratteggiano anche la caratura criminale dei partigiani comunisti italiani e del loro capo Palmiro Togliatti :

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FOIBE :

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http://www.italian-samizdat.com/2010/02/f-o-i-b-e.html

http://www.italian-samizdat.com/2010/09/le-foibe-perche.html

http://www.italian-samizdat.com/2011/02/foibe.html

http://lavocedelcittadinobologna.blogspot.com/2012/02/foibe-2012.html

http://www.italian-samizdat.com/2018/01/commemorazione-dei-martiri-delle-foibe.html

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ESODO GIULIANO DALMATA :

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http://www.italian-samizdat.com/2018/02/lesodo-giuliano-dalmata.html

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NORMA COSSETTO :

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http://www.italian-samizdat.com/2013/04/norma-cossetto.html

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STRAGE DI VERGAROLLA ED ESODO ISTRIANO :

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http://www.italian-samizdat.com/2017/10/strage-di-vergarolla-ed-esodo-istriano.html

Forse non tutti gli italiani sono al corrente di una ignominia che appare estremamente paradossale, compiuta dal Governo italiano, consistente nel fatto che il 2 marzo 1970 venne pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 54 il decreto di nomina di Broz Tito Josif all’onoreficenza di Cavaliere di gran croce, decorato di gran cordone, dell’Ordine “Al merito della Repubblica italiana”.

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L’importante onoreficenza fu conferita all’infoibatore di italiani il 2 ottobre 1969 dal Presidente Giuseppe Saragat, lo stesso che nel 1965 concesse la Grazia a Francesco Moranino, alias “Gemisto”, l’assassino partigiano e comunista che era stato condannato per omicidio plurimo e continuato.

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Incredibilmente il sanguinario comunista ideatore e attuatore del piano di sterminio delle popolazioni istriane e dalmate di etnia italiana gode ancora oggi del titolo onorifico più elevato del nostro Paese.

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Ciò accade nonostante il fatto che Tito sia stato un criminale di guerra che ha apertamente violato i diritti umani !

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Riconoscendo i crimini di Tito, la Corte costituzionale della Slovenia nel 2011 ha dichiarato incostituzionale il fatto che si fosse intitolata al massacratore della Foibe una strada di Lubiana nel 2009, dichiarando che altrimenti si sarebbe glorificato e giustificato il totalitarismo su cui si resse il suo sanguinario regime e il genocidio da lui compiuto.

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Anche Zagabria ha preso atto, coscientemente di tale incongruenza paradossale, togliendo dalla toponomastica cittadina l’intitolazione a Tito di una piazza della capitale.

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I seguaci di Togliatti invece, in Italia, hanno mistificato la verità storica dei fatti per interi decenni, tramandandone agli eredi metamorfizzati che oggi proliferano sotto il nome di PD, l’aberrante retaggio di odio e vigliaccheria, continuando ad inneggiare a personaggi abietti e criminali come appunto Togliatti e Tito.

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L’ambiguità dei Governi che da anni si succedono al potere senza che il Popolo sovrano abbia riconosciuto loro il diritto di poterlo fare, da un lato si palesa con l’obbligatorietà di riconoscere la tragedia delle Foibe celebrandone la ricorrenza ogni 10 febbraio in occasione della Giornata del ricordo,  (istituito con legge 30 marzo 2004, n° 92), mentre dall’altro riconosce tra i più illustri insigniti proprio colui che ordinò la pulizia etnica degli italiani in Istria.

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A ribadire l’assoluta caratura criminale dell’infoibatore Tito, allego di seguito un Link ad un mio articolo, in cui si evidenza la presenza massiccia di lager comunisti della Jugoslavia, teatro di torture, deportazioni, nefandezze e sangue, sulla falsariga di quelli di staliniana memoria.

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I LAGER COMUNISTI JUGOSLAVI :

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http://www.italian-samizdat.com/2018/02/lager-comunisti-jugoslavi.html

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La dittatura di Tito non fu molto diversa da quella instaurata da Stalin, infatti dalle foibe alle purghe interne il suo incedere è sempre stato segnato da una lunga scia di sangue.

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Nel solo 1950 furono emesse in Croazia 7863 pesanti condanne alla detenzione per infrazione alle leggi sugli ammassi obbligatori, mentre gli oppositori del regime che manifestavano il loro dissenso sparivano senza lasciare traccia da un giorno all’altro.

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Ben dodicimila prigionieri incarcerati nei lager presenti nelle isole del Quarnaro furono rieducati con atroci torture fisiche e psicologiche, e molti di questi sventurati non tornarono mai più a casa.

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Vi è un ampio resoconto di ciò nei rapporti stilati da uomini dei Servizi Speciali della Marina, composto da una cinquantina di pagine corredate sia da testimonianze agghiaccianti che da fotografie inequivocabili circa le condizioni degli sfortunati compatrioti nei campi di Borovnica e Skofjia Loka detti appunto i “campi della morte” (vedi LINK precedente). (1)

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Vi sono anche prove certe degli appoggi e delle coperture fornite da Tito e dai suoi subalterni al terrorismo internazionale, alle Brigate Rosse ed ai guerriglieri palestinesi; alcuni componenti del commando di Settembre Nero che il 4 agosto 1972 fecero esplodere a Trieste l’oleodotto che collegava la Baviera all’Adriatico arrivarono sull’obbiettivo dalla Jugoslavia dove trovarono l’esplosivo per l’attentato.

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Ricordo anche a chi legge che Sandro Pertini, Presidente della Repubblica italiana, era Presidente al funerale di Tito, nonostante i crimini che questi aveva commesso, in ossequio all’ortodossia comunista di cui egli era certamente un interprete.

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D’altra parte Pertini è lo stesso Presidente comunista che concesse la grazia a Mario “Giacca” Toffanin, il maggiore responsabile insieme ai partigiani assassini del PCI dell’eccidio di Porzus, in cui vennero trucidati 17 partigiani della Brigata .

Concludo questa breve biografia su Josip Broz detto Tito certo di poterlo annoverare fra i più spietati assassini del mondo comunista.

 

http://www.italian-samizdat.com

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