capture 046 26042021 103050Al via le celebrazioni per il76esimo anniversario della Liberazione. Oggi 25 aprile il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha reso omaggio all’Altare della Patria con la deposizione di una corona d’alloro. Ad accompagnarlo i presidenti del Senato e della Camera, Elisabetta Casellati e Roberto Fico; del Consiglio, Mario Draghi; della Corte costituzionale Giancarlo Coraggio; il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, il capo di stato maggiore della difesa, Enzo Vecciarelli.

25 aprile,  il messaggio di Mattarella

Lo scorso anno, a causa del lockdown, la cerimonia non si svolse. E il capo dello Stato si recò da solo all’Altare della Patria, per ricordare comunque l’anniversario. A concludere la celebrazione di questa mattina il passaggio delle Frecce Tricolori.

«Il difficile momento che stiamo vivendo limita le modalità di celebrazione ma desidero con uguale intensità, in questo 25 aprile, Festa della libertà di tutti gli italiani, ricordare il sacrificio di migliaia di connazionali che hanno lottato nelle fila della Resistenza e combattuto nelle truppe del Corpo italiano di liberazione, di quanti furono deportati, internati, sterminati nei campi di concentramento e delle donne e degli uomini di ogni ceto ed estrazione che non hanno fatto mancare il loro sostegno, pagando spesso duramente la loro scelta», ha scritto Mattarella in un messaggio alle associazioni combattentistiche e d’Arma in occasione del 76esimo anniversario della Liberazione.

 

«Viva la Repubblica»

«Nell’onorare il ricordo di quanti sono stati protagonisti della conquista della libertà e della democrazia, rivolgo ai rappresentanti delle Forze Armate, delle Associazioni combattentistiche, d’Arma e partigiane, il saluto di tutti gli italiani, riconoscenti – afferma il Capo dello Stato – per l’instancabile opera volta a mantenere vivi gli ideali di abnegazione, spirito di sacrificio e democrazia simboleggiati dal tricolore. Viva la Liberazione, viva la Repubblica».

25 aprile, Mattarella: «Rimanere uniti»

E ancora. «Rinascita, unità, coesione, riconciliazione nella nuova Costituzione repubblicana, furono i sentimenti che guidarono la ricostruzione nel dopoguerra e che ci guidano oggi verso il superamento della crisi determinata dalla pandemia che, oltre a colpirci con la perdita di tanti affetti, mette a dura prova la vita economica e sociale del Paese. Ora più che mai è necessario rimanere uniti in uno sforzo congiunto che ci permetta di rendere sempre più forti e riaffermare i valori e gli ideali che sono alla base del nostro vivere civile, quel filo conduttore che, dal Risorgimento alla Resistenza, ha portato alla rinascita dell’Italia».

Draghi: «Non tutti fummo brava gente: non scegliere è immorale»

Mario Draghi poi vistando il il Museo della Liberazione di via Tasso ha detto: «Il dovere della memoria riguarda tutti, nessuno escluso. Assistiamo oggi, spesso sgomenti, ai segni evidenti di una progressiva perdita della memoria collettiva dei fatti della Resistenza, sui valori della quale si fondano la Repubblica e la nostra Costituzione. E a troppi revisionismi riduttivi, fuorvianti. Ecco perché questa ricorrenza non deve invecchiare, non deve subire l’usura del tempo. Non tutti fummo brava gente: non scegliere è immorale».

di Fortunata Cerri per www.secoloditalia.it