Funzionalità renale: un indicatore importante
Prima di approfondire l’argomento, torniamo brevemente ai nostri reni, alla loro anatomia e funzione. Abbiamo anticipato che si tratta di organi escretori. Assolvono a questo compito perché al loro interno sono fatti un po’ come delle spugne, grandi più o meno come il nostro pugno chiuso. Le strutture interne che si occupano di filtrare il sangue sono i nefroni, a loro volta suddivisi in due parti: i glomeruli, che separano le cellule ematiche dai fluidi (inclusa l’acqua) e dalle sostanze di scarto, e i tubuli che trattengono la parte di elettroliti ancora utili al corpo e “scaricano” le scorie nelle urine.
Queste ultime dal rene passano agli ureteri, i sottili tubicini che lo collegano alla vescica, dove vengono raccolte in attesa di essere emesse fuori dal corpo attraverso l’uretra, altro tubicino, più lungo negli uomini e più corto nelle donne, che le convoglia verso l’esterno. L’intero sistema è, come facilmente intuibile, tanto perfetto quanto delicato e suscettibile di alterazioni, malattie, infezioni e altro tipo di disturbi. Qualunque sia la causa, se comporta insufficienza renale noi andiamo in serie difficoltà perché le sostanze di scarto, che sono vere e proprie tossine, possono accumularsi nell’organismo e in alcuni organi bersaglio e finire per “avvelenarci” compromettendo la nostra salute generale.
Per fortuna siamo in grado di accorgerci in tempo se il nostro apparato urinario e i reni in particolare “soffrono” e non lavorano come dovrebbero analizzando alcune sostanze presenti a livello ematico. In generale il nostro medico di base o lo specialista in nefrologia-urologia potrebbero richiederci esami del sangue approfonditi per valutare la nostra funzionalità renale in presenza dei seguenti sintomi (ancorché sfumati):
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Gonfiori diffusi sia negli arti che in viso
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Affaticamento generale, senso di stanchezza estrema
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Aspetto sofferente
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Fiato corto
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Riduzione nel volume delle urine emesse durante la giornata
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Senso di stordimento
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Creatinina: che cos’è e come si misura
Quanta creatinina dovremmo produrre al giorno, in condizioni di salute? I valori normali sono i seguenti:
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Uomini e donne: 0,7-1,3 mg/dl di sangue
Se la nostra creatininemia è superiore alla media, però, e noi non siamo né disidratati, né reduci da un allenamento intenso, il significato di tale anomalia non va sottovalutato. Potrebbe infatti indicare:
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Insufficienza renale acuta a seguito di emorragie, shock, attacchi cardiaci, infezioni, ustioni, intossicazioni ecc., o cronica
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Ipertiroidismo, ovvero iperattività della ghiandola tiroidea
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Assunzione di farmaci tossici per i reni, tra cui antinfiammatori FANS (es. a base di ibuprofene), e antibiotici come le cefalosporine
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Dieta troppo ricca di carne
La rilevazione della creatinina nel sangue va però associata ad un altro test, stavolta delle urine, definito clearance della creatinina. Combinando i due risultati si può avere un quadro più completo della capacità renale di filtrare questa sostanza.
Velocità di filtrazione glomerulare
Questo test si basa sul fatto che la creatinina riversata nel plasma sanguigno raddoppia quando la velocità di filtrazione glomerulare si dimezza. Ergo, per effettuare questa misurazione di devono considerare dei parametri standard che ci consentono una valutazione in stima. Per farci un’idea, dal momento che la GFR varia moltissimo da persona a persona, e nella stessa persona a seconda delle fasi della vita o dello stato di salute generale, si sono “tarati” i valori di riferimento su un ipotetico paziente/target che ha queste caratteristiche:
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Adulto (uomo e donna non in gravidanza), la cui superficie corporea (BSA) misuri circa 1,73 mq
Chi rientra in tali caratteristiche, o ci rientra più o meno, può valutare con considerevole attendibilità i risultati della sua velocità di filtrazione glomerulare. I possibili risultati sono i seguenti, che vanno da una condizione di perfetta funzionalità ad una di conclamata insufficienza renale:
LIVELLO DI DANNO RENALE
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DESCRIZIONE
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GFR (ML/MINUTO/1,73 MQ)
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1
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1 funzionalità renale nella norma o danno renale minimo
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90 o +
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2
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Riduzione modesta della GFR
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60-79
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3
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Riduzione media della GFR
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30-59
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4
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Riduzione severa della GFR
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15-29
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5
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Insufficienza renale conclamata
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< 15
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La velocità di filtrazione glomerulare è un ottimo indicatore della funzionalità renale perché quando deficitaria ci informa che l’afflusso di sangue ai reni è a sua volta ridotto (in misura lieve o più importante) rispetto alla norma.
Sebbene valido quanto detto, va però specificato che questa tabella risulta necessariamente approssimativa, perché in realtà i parametri di riferimento variano moltissimo anche applicando la formula che abbiamo visto, e che peraltro, sebbene attualmente la più utilizzata, non è l’unica. In generale la nuova formula MDRD di Levey non tiene conto del peso, ma distingue per età (la GFR decresce regolarmente man mano che invecchia), per sesso, per etnia (afroamericani o caucasici) e include tra i parametri il valore della creatinina.
Abbiamo visto dalla tabella che il danno renale viene identificato da una cifra: si va dalla condizione 1 di salute, alla 5 di insufficienza conclamata. Anche in questo caso, però, dobbiamo incrociare il dato con altri rilevatori della salute dei nostri organi escretori principali, alcuni dei quali emergono dall’analisi delle urine e in particolare dal test della clearance della creatinina. Cause di bassi valori di GFR possono essere malattie renali ma anche difetti cardiaci e disidratazione. Il test, quando alterato, va inoltre ripetuto nel tempo.
Gli elettroliti
Abbiamo anticipato che gli elettroliti altro non sono che sali minerali presenti nei fluidi corporei (non solo sangue ma film lacrimale, sudore, muco, urina ecc.) che promuovono diverse importanti funzioni, ad esempio stimolano la pompa cardiaca e regolarizzano la pressione, garantiscono l’idratazione e mantengono stabile il Ph, permettono l’assorbimento dei principi nutritivi e l’eliminazione delle scorie.
L’esame ematico degli elettroliti – in particolare sodio, bicarbonato, potassio, cloro – ci permette di capire se il corpo sta andando in sofferenza e rappresenta una spia di problemi a livello renale, perché una delle funzioni dei reni è appunto quella di mantenere stabile la concentrazione dei sali minerali.
Vediamo i valori di riferimento, che sono uguali per uomini e donne:
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Sodio: 135-145 millequivalenti (mEq) per Litro di sangue. Le alterazioni renali sono segnalate da valori molto superiori a quelle di norma.
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Potassio: 3,6-5,3 mEq/L. Anche in questo caso concentrazioni di potassio superiori alla norma sono indicative di problemi ai reni.
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Bicarbonato: 22-30 mEq/L. Livelli inferiori alla norma di bicarbonato nel sangue possono rivelare disturbi renali, perché l’equilibrio acido-basico del corpo risulta alterato.
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Cloro: 96-106 mEq/L. Un’ipercloremia si manifesta in presenza di malattie renali.
Uricemia
Una volta ricavato, l’acido urico si riversa nel sangue e da qui passa nei reni, dove viene filtrato proprio come le altre sostanze di scarto che abbiamo visto, e diluito nelle urine per essere eliminato.
Chiaramente un eccesso di acidi urici nel sangue può avere molti significati, ad esempio si verifica in chi soffre di gotta, una malattia reumatica infiammatoria che colpisce coloro che seguono diete troppo ricche di alimenti proteici, in particolare di carne.
Ma un’uricemia sopra i livelli standard è anche segnale che qualcosa, a livello renale, non funziona come dovrebbe. Tra le possibili patologie collegate con alte concentrazioni di acidi urici nel sangue troviamo i calcoli renali (litiasi), un disturbo molto comune e doloroso che insorge quando a livello renale si formano piccoli “sassolini” duri – fatti appunto di acidi urici e di sali minerali – i quali possono bloccare il passaggio dell’urina dal rene agli ureteri.
Il test ematico dell’uricemia si esegue a digiuno di almeno 10 ore, durante le quali è consentito solo bere un po’ d’acqua. Inoltre nella mezzora che precede il prelievo è consigliato stazionare in posizione eretta. Vediamo ora i valori normali dell’uricemia.
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Donne: 2,4-5,7 mg/dl
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Uomini: 3,4-7,0 mg/dl
Azotemia
Tutto parte dal fegato, nel quale si attua un processo metabolico di scissione delle proteine in sostanze più semplici. Ciò che resta è l’ammoniaca, sostanza tossica fatta di azoto, elemento chimico semplice che si lega con altri elementi quali carbonio, idrogeno e ossigeno e forma l’urea, la sostanza “terminale” dell’intero processo, che è innocua per l’organismo. Ebbene, proprio l’urea arriva nel plasma sanguigno e viene filtrata dai reni per essere finalmente eliminata attraverso l’urina.
Vediamo a questo punto quali sono i valori normali di azotemia nel sangue:
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Per uomini e donne: 15-50 mg/dl
Come anticipato, livelli di azoto non proteico, ovvero di urea eccedenti rispetto ai valori che abbiamo indicato, sono spia di insufficienza renale acuta o cronica, mentre livelli troppo bassi possono segnalare disturbi epatici. Altre possibili cause di azotemia troppo elevata sono:
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Ostruzione del tratto urinario (ad esempio a seguito di calcolosi renale)
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Attacco di cuore
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Emorragia intestinale
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Ustioni gravi
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Assunzione di farmaci, come ad esempio alcuni tipi di antibiotici
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Infine anche una dieta iperproteica può scompensare i livelli di urea nel sangue (e nelle urine).
Albumina
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Raccogliere i fluidi che fuoriescono dai vasi sanguigni
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Fornire nutrimento ai tessuti
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Trasportare ormoni, vitamine e minerali come il calcio nei vari organi del corpo
Vediamo i livelli normali di albumina nel sangue:
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Per uomini e donne: 3,7-5,5 g/dl
Tra le cause patologiche dell’albuminuria ci sono spesso malattia croniche come il diabete, che a lungo andare danneggia proprio i reni compromettendone la funzionalità. Altra condizione associata a bassi livelli di albumina è la sindrome nefrosica, caratterizzata appunto da una grande perdita di proteine attraverso le urine, che può colpire sia adulti che bambini e che può essere primaria oppure essere secondaria a malattie quali il già citato diabete mellito, il lupus eritematoso sistemico e la vasculite (malattie autoimmuni sistemiche), le epatiti, la cirrosi, i tumori, nonché l’assunzione di farmaci nefrotossici. La sindrome nefrosica può anche avere un’origine prettamente renale ed essere conseguente ad una infiammazione dei glomeruli chiamata glomerulonefrite, a sua volta in genere conseguenza di infezioni delle vie urinarie non opportunamente curate.
Un aumento dell’albumina è invece in genere conseguenza di condizioni passeggere di disidratazione, e si verifica quando il volume totale del plasma sanguigno diminuisce.
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Domande e risposte
Sono diversi. Un test utile per capire se i reni sono in salute e funzionano correttamente è la GFR (velocità di filtrazione glomerulare). Anche la misurazione dei livelli di albumina, una proteina prodotta dal fegato che si riversa nel sangue, è un importante indicatore, da associare al test delle urine. Altri esami ematici di routine sono la creatininemia, che rileva la concentrazione della creatinina (una sostanza di scarto) e l’azotemia, che misura la quantità di urea nel sangue.
2. UN VALORE DI GFR (VELOCITÀ DI FILTRAZIONE GLOMERULARE) DI 60 (ML/MINUTO) È NORMALE?
Sebbene si tratti di un valore che varia moltissimo da persona a persona, in generale la velocità di filtrazione glomerulare (GFR) considerata nella norma per un individuo adulto è di 90 (o più) ml/minuto (considerando una superficie corporea standard i 1,73 mq). Se la GFR si situa in un range compreso tra 60 e 98 può essere considerata normale per alcune persone, in particolare per gli over 60. Detto questo, per avere un quadro più chiaro della situazione renale relativamente a questo parametro, la misurazione della GFR dovrebbe essere ripetuta nel tempo. Se il valore risulta inferiore a 60 per tre mesi di seguito, segnala senz’altro una patologia renale cronica.
3. QUALI SONO I VALORI NORMALI DI CREATININA PER LA FUNZIONALITÀ RENALE?
La concentrazione di creatinina nel sangue può variare, inoltre ogni laboratorio di analisi ha parametri propri di riferimento. Per alcuni, ad esempio, i valori normali si situano tra 0,6 e 1,2 mg/dl di sangue. Livelli superiori a questi possono rivelare una funzionalità renale deficitaria. Man mano che la patologia renale si aggrava, i livelli di creatinina aumentano.
4. QUALI SONO I SINTOMI CHE CI RIVELANO UN PROBLEMA AI RENI?
Quando i reni non funzionano a dovere, e non filtrano il sangue adeguatamente, le tossine rimangono in circolo, causando problemi tra cui gonfiore diffuso, stanchezza, sonnolenza e debolezza, disturbi del sonno, anemia.
5. LA DISIDRATAZIONE PUÒ RIDURRE IL VALORE DI GFR (VELOCITÀ DI FILTRAZIONE GLOMERULARE)?
La disidratazione senza dubbio fa aumentare i livelli di creatinina nel sangue e di conseguenza fa decrescere la velocità di filtrazione glomerulare (GFR). Il grado di decrescita è proporzionale al grado di idratazione, infatti una disidratazione severa può causare una insufficienza renale acuta che necessita di immediata terapia di dialisi.
La prima e più importante bevanda per la salute renale è l’acqua, perché assumerla ci permette di bilanciare i fluidi presenti nel corpo. A seguire:
- Succhi di frutta freschi, ad esempio succo di mirtillo (non industriale e non zuccherato)
- Mirtilli e tutti i frutti di bosco
- Mele
- Cavoli e altre crucifere
- Funghi
- Avena
www.doveecomemicuro.it