capture 095 03052021 111806E’ stato il bersaglio degli strali di Fedez dal palco del Concertone del Primo Maggio. Andrea Ostellari, senatore della Lega, presidente della Commissione Giustizia di Palazzo Madama e relatore del Ddl Zan, ragiona nel “day after” al telefono con il Tempo. “Fedez ha strumentalizzato ma lo perdono – dice - evidentemente non sa le cose o non gliele hanno spiegate. Chi gli sta suggerendo, lo sta facendo male” 

In che senso?
"Guardi, a me dispiace quando in temi come quello oggetto del Ddl Zan si tiri in ballo la mia figura non sapendo bene come sono andate le cose. Forse fa più comodo dividere che unire, ma i fatti vanno raccontati correttamente. C’era un problema tecnico sulla presentazione dei testi, tra cui la proposta di Zan, e allora è stata presa la decisione di inviarli alla Presidente Casellati che poi ha deciso l’assegnazione in sede referente. Questa decisione è stata presa all’unanimità dall’ufficio di presidenza della Commissione".

La accusano di aver perso tempo.
"Questo ha richiesto del tempo, ma io fino ad oggi ho applicato il regolamento, che è lì per garantire il corretto svolgimento di un iter parlamentare di un provvedimento".



Altra accusa che le muovono, è quella di essersi auto nominato relatore, magari nell’intenzione di sabotare l’iter della legge.
"Io non mi sono nominato relatore, ma è il regolamento a stabilire che il relatore dei provvedimenti è il presidente. Ora io aprirò la discussione e poi ognuno dirà la propria, chi è d’accordo e chi no. Ci sono audizioni da convocare, emendamenti da presentare. Queste sono le regole, poi si arriverà in fondo e si vedrà se i numeri ci sono o meno, funziona così. Se poi qualcuno si è arrabbiato per questo, allora facciamoci la domanda: chi è il vero antidemocratico?".

Stando a quanto affermato da Fedez, pare proprio che l’antidemocratico sia lei.

"Ah sì, accusa me, ventilando che sarei antidemocratico, ma magari non sa che sono stato riconfermato alla guida della Commissione dopo la scadenza di metà legislatura, nonostante la maggioranza fosse cambiata rispetto alla prima elezione. Mi hanno votato anche quelli di pensiero opposto dal mio. Secondo lei sarebbe stato possibile se fossi stato antidemocratico come dicono? Ripeto: a Fedez non hanno spiegato bene le cose".

Sì, ma più o meno dice lo stesso rispetto ai suoi avversari in Parlamento. Sembra quasi un gioco di sponda tra mondo dello spettacolo e sinistra, no?
"Non saprei proprio, su questo dovrebbe chiedere a Fedez. A me interessa svolgere il mio ruolo nel migliore dei modi".

Dopo l’attacco dal Concerto, lei ha avuto contraccolpi sui social?
"Ne ho in continuazione, da quando Fedez ha iniziato questa battaglia. Io francamente non rispondo alle offese, mai fatto. Però mi pare paradossale che quanti si professano tolleranti e favorevoli ai diritti poi attacchino me in maniera veemente e soprattutto strumentale".

Oramai lo scontro sul Ddl Zan è molto acceso, e travalica la dimensione politica. Come valuta il clima che si è creato attorno a questo provvedimento?
"Stiamo parlando di diritti fondamentali, e dunque è normale che il dibattito sia molto acceso. Questo, in sé, non fa necessariamente male. Io rivendico un punto: le sedi per legiferare sono prima la Commissione e poi l’Aula. Ognuno faccia la sua parte, i parlamentari facciano la loro, chi vuol commentare è ovviamente libero di farlo. Ma nessuno mi tiri per la giacchetta, né chi è a favore del provvedimento, né chi è contro. Quel che ho fatto è tutto scritto sugli atti, nero su bianco e se qualcuno li avesse letti non saremmo a questo punto. Continuerò a svolgere il mio ruolo con indipendenza e trasparenza".

di Pietro De Leo per www.iltempo.it