capture 133 06052021 085043Non si spegne il caos per il discorso di Fedez sul palco del concertone del 1 maggio, un monologo andato in diretta sulla Rai. A parlare è nuovamente Franco Di Mare, direttore di Rai3, intervenuto sulla vicenda nell’audizione davanti alla commissione di Vigilanza convocata per fare chiarezza sulla denuncia pubblica del rapper, che ha accusato la Rai di avergli fatto pressioni per rivedere il contenuto del proprio testo. “La vicenda Fedez-Rai al Concertone - ha detto Di Mare - ha creato molto rumore ma era basata fondamentalmente sulla manipolazione dei fatti, che nelle intenzioni di chi l’ha orchestrata avrebbe dovuto dimostrare una sorta di censura da parte della Rai nei confronti di un artista, censura che non c’è mai stata”.

Di Mare ha sostenuto che “è stato gettato discredito sul servizio pubblico e che ha indotto molte adesioni che io reputo molto frettolose”. “La Rai - ha continuato il direttore di Rai3 - non ha chiesto niente. Era all’oscuro. Dunque la prima affermazione di Fedez, che afferma che la Rai avrebbe chiesto il testo, non è vera. Il testo è stato chiesto dall’agenzia che organizza l’evento. La valutazione del contenuto è demandata alla produzione perché è scritto nel contratto. I testi vengono chiesti dalla società di produzione. Questo si configura nella responsabilità di chi organizza l’evento, è un atto doveroso. La Rai - ha proseguito Di Mare - ha il diritto di chiedere cosa accadrà perché la messa in onda è sua responsabilità, ma questo non significa censura. La Rai acquista un diritto di ripresa, esattamente come avviene per una partita di pallone o uno spettacolo teatrale, non possiamo dire cosa dire né all’arbitro di fischiare un rigore. I temi e i valori da veicolare sono di esclusiva competenza degli organizzatori, cioè Cgil, Cisl e Uil”.

 

Quanto ad Ilaria Capitani, vicedirettore di Rai Tre che ha parlato direttamente con Fedez, Di Mare ha sottolineato: “Pur avendo il diritto di chiedere il testo dell’intervento di Fedez, non lo ha fatto anche se avrebbe potuto. Sappiamo di una grande agitazione negli uffici dell’auditorium tra la produzione. La telefonata con l’artista la fa Bonelli, non l’ha chiesta l’azienda, è un’iniziativa dell’agenzia. La Capitani era in disparte, poi si avvicina quando l’artista afferma probabilmente facendo confusione che ’voi del servizio pubblico avete il potere di censurare chi volete’. Capitani a quel punto interviene”.

“Nella prima serata del 30 aprile alle 19.40 - ricostruisce ancora Di Mare - viene inviata una mail dai produttori agli organizzatori dell’evento, i rappresentanti sindacali, e alla Rai, nella persona della vicedirettrice di Rai3 Ilaria Capitani. L’autore è Massimo Bonelli. Nella mail si cita il discorso dell’artista Fedez, come ‘duro, polemico, gratuito non in linea con il contenuto positivo del concerto né rispettoso di tutti gli artisti e conduttori’ e Bonelli dice che ‘Ho contattato il management dell’artista chiedendo di rivedere il testo in modo che rispettando il legittimo sentire dell’artista non ne esasperi i toni e i concetti. Sto aspettando un nuovo testo. Vi ho scritto sia per chiedervi un parere sullo scritto di Fedez che vi allego sia sulla situazione che rischia di diventare estremamente grave’. Cosa ci dimostra? Che la Rai non ha chiesto niente, la prima affermazione di Fedez è falsa. Lo sapevano i sindacati, l’agenzia. Né la Rai ha fatto valutazioni, lo ha fatto la produzione che è quella che ha la responsabilità. Io non getto la croce neanche addosso all’organizzazione, Bonelli ha fatto quello che il contratto prevede”. Una ricostruzione che rispedisce al mittente tutte le accuse rivolte alla Rai.

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