capture 058 14052021 112019Unica terapia risolutiva: la “TRAP”
Three-dimensional Regenerative Ambulatory Phlebotherapy

La TRAP è una metodica risolutiva e permanente per trattare le ectasie (dilatazioni) dei vasi venosi degli arti inferiori. È una “cura” della malattia varicosa, non un palliativo, che rinforza la parete delle vene, restringe il volume, ripristina la funzione valvolare per il trattamento di tutti i vasi visibili: vene varicose, venule e teleangectasie capillari, senza chirurgia, laser o scleroterapia.

DIFFUSIONE E CAUSE DELLA MALATTIA VARICOSA

Vene varicose e capillari dilatati degli arti inferiori sono condizioni molto frequenti, presenti in più del 50% della popolazione adulta occidentale, che colpiscono entrambi i sessi, con netta prevalenza del sesso femminile.

Nella maggior parte dei casi questa diffusissima patologia è dovuta ad una congenita debolezza delle pareti vascolari, esacerbata dall’età e da altri fattori quali gli ormoni, la postura e lo stile di vita.

 

Tale debolezza congenita o “meiopragia” delle pareti venose comporta la dilatazione delle vene perforanti, che sono i vasi venosi importantissimi che mettono in comunicazione il circolo venoso superficiale con quello profondo, a cui segue l’incontinenza valvolare, l’ipertensione emodinamica, la dilatazione del circolo superficiale e il conseguente aumento della spinta idrostatica  (v. figura )

La dilatazione dei vasi visibili rappresenta quindi la “punta dell’iceberg“, la parte visibile di un processo che interessa in realtà tutto il circolo venoso, superficiale e delle perforanti.

vene: ipertensione emodinamica

TRATTAMENTO PER ELIMINARE LE VENE VARICOSE DEFINITIVAMENTE

Date queste premesse si capisce perché il trattamento non preveda semplicemente di trattare i capillari e le varici visibili ad occhio nudo, ma di trattare il circolo superficiale e perforante nel suo insieme, inclusi i vasi non visibili. A questo proposito ci si avvale di un trans-illuminatore.

trans-illuminatore

La TRAP si propone di trattare il sistema nel suo insieme (trattamento tridimensionale), utilizzando una soluzione di salicilato di sodio al 3% in veicolo idroglicerico, molto più leggero delle sclerosanti classiche. In questo modo, evitando l’occlusione completa del vaso “d’ingresso”, la soluzione diffonde anche nelle perforanti raggiungendo il circolo profondo ed è possibile iniettarne quantità maggiori (da 48 a 70 ml di soluzione rigenerante per seduta).

L’effetto del contatto tra la parete dei vasi e la soluzione sarà quello di una contrazione del diametro dei vasi e di un ispessimento della parete, con conservazione però delle fibre elastiche, con ripristino della funzionalità valvolare all’interno delle perforanti e quindi abolizione del reflusso dal circolo profondo al superficiale causa dell’ipertensione venosa emodinamica che conduce alla dilatazione delle vene superficiali con i conseguenti inestetismi (vedi foto dei preparati istologici, prima e dopo il trattamento TRAP).

sezione istologica nevula

(A sinistra) Sezione istologica di pelle (fissato in 10% formalina tamponata, inclusi in paraffina e ordinariamente trattati; Weigert stain; ingrandimento 20 X). Venula di calibro medio-grande. La struttura di questo tipo di venule è caratterizzata da fibre elastiche radi – non organizzati in una vera, continua lamina elastica – nel contesto del tessuto connettivo fibroso del muro. Il vaso (visibile “in vivo” come phlebectasia) ha un grande lume eccentrico. La parete mostra uno spessore non uniforme e strati disorganizzati in diversi siti, ed è permeata da un infiltrato infiammatorio che consiste principalmente di cellule linfoidi e monociti. Il rivestimento endoteliale manca di continuità. È visibile una microvacuolizzazione sub-endoteliale.
(A destra) Sezione istologica della pelle. Lo stesso paziente, nella stessa zona e una vena di uguali dimensioni, osservati dopo trattamento con salicilato di sodio 6% in una soluzione idroglicerica tamponata. Weigert stain; ingrandimento 20 X. La parete è di spessore regolare. Lo strato endoteliale interno è continuo. Ila parete non mostra alcun infiltrato infiammatorio. Il trattamento con salicilato di sodio in un veicolo idroglicerico tamponata alcalino ha ripristinato uno spessore della parete uniforme, ha ridotto il calibro del lume e consolidata la struttura connettiva della parete del vaso. Abbiamo riassunto questi effetti con il termine “rigenerazione”. (Dr.Angela Sementa , Istituto Gaslini, Genova).

È previsto il trattamento sistematico di tutto l’arto inferiore, partendo dalla parte mediale dell’arto, seguita da quella laterale e infine da quella posteriore. Si inizia dall’arto con malattia più evidente e si tratta tutto l’arto prima di passare all’altro. Limitare il trattamento terapeutico esclusivamente dove sono presenti vene visibili non corregge le alterazioni emodinamiche del circolo e predispone inevitabilmente alle recidive. A differenza delle classiche scleroterapie, con la T.R.A.P. i vasi non si chiudono, ma si riduce il loro calibro, rendendoli più forti e funzionali.

  • Dopo la seduta viene effettuato un bendaggio da mantenere per 2-3 giorni, rimossa la quale è necessario indossare una calza elastica terapeutica per tutto il tempo della terapia.
  • Il trattamento viene praticato ambulatorialmente, non è doloroso, non richiede anestesia, e consente l’immediata ripresa delle normali attività socio-lavorative del paziente
  • La durata di una seduta è di circa 30 minuti
  • Il numero di sedute necessarie varia da 3 a 7 per arto in base alle condizioni di partenza.
  • L’intervallo ottimale fra le varie sedute è di 1 settimana.
  • È preferibile evitare i mesi più caldi (luglio e agosto) per effettuare il trattamento che comunque può essere iniziato nei mesi precedenti, interrotto e ripreso dopo la sospensione dei mesi più caldi.

RISULTATI DEL TRATTAMENTO

Già dopo le prime sedute si osserva un evidente miglioramento della sintomatologia del paziente, con ripristino progressivo dell’estetica degli arti e blocco dell’evoluzione della malattia varicosa.

trattamento vene varicose prima e dopo

Ottenere un buon risultato significa ottenere la scomparsa alla vista di tutti i vasi visibili in assenza di iperpigmentazioni post-scleroterapiche permanenti e di altre complicanze. Esistono tre gradi di risultato: non visibilità dei vasi a distanza di 1.5 m, a distanza di 1/2 m e con la lente di ingrandimento. Non tutti i pazienti sono in grado di raggiungere facilmente il terzo grado di risultato.

Comunque, al contrario delle altre metodiche, la fleboterapia rigenerativa tridimensionale , essendo in grado di curare tutto il circolo perforante (che prima o dopo si manifesta in superficie) consente di ottenere un risultato permanente nel tempo.

LA TRAP: CONFRONTO CON LE ABITUALI TERAPIE DELLA MALATTIA VARICOSA

Una nuova comprensione funzionale del circolo venoso degli arti inferiori ci fa dire che le vene varicose, le venule e le teleangectasie, non devono essere asportate,  non devono essere obliterate, non devono essere legate, non devono essere bruciate, ma semplicemente rigenerate insieme alle vene dilatate e dilatabili del circolo perforante e comunicante (Rigenerazione = ripristino della forma e della funzione).

La scleroterapia, le flebectomie, la safenectomia, il laser, la corrente ad alta frequenza e le legature funzionali  intervengono sull’effetto della patologia e non sulla causa, intervengono su qualche vena dilatata senza considerare che la terapia della malattia varicosa ha come obiettivo l’eliminazione dell’ipertensione emodinamica venosa nel circolo superficiale e perforante dell’arto.

Obliterare e rimuovere le vene superficiali dilatate come fanno le metodiche tradizionali significa eliminare la valvola di sfogo di un’ipertensione che le tecniche tradizionali non sono in grado di trattare.

La rimozione e l’obliterazione della valvola di sfogo genera ulteriori vene varicose e teleangectasie. Se si persevera nell’asportare o obliterare le vene del circolo superficiale le dilatazioni si formano nelle vene non visibili, perforanti e comunicanti, e sono più difficili da trattare.

Per trattare la malattia varicosa è necessario restringere e rinforzare la parete venosa.

Il trattamento non deve essere limitato a un’area localizzata.  Tutto il circolo venoso è collegato. Un trattamento razionale della malattia varicosa deve rinforzare e restringere la parete di tutte le vene dilatate e/o dilatabili del circolo superficiale e perforante.   I trattamenti meccanicistici non sono adeguati alla materia biologica (tanto meno se non se ne comprende appieno il funzionamento).

La Fleboterapia Rigenerativa Tridimensionale Ambulatoriale (TRAP) tratta l’ipertensione emodinamica dell’arto. L’iniezione tridimensionale della soluzione rigenerativa restringe e rafforza le vene rendendole nuovamente continenti, conservando gli apparati valvolari. Le vene venule e teleangectasie spariscono alla vista. Nelle vene ridotte di diametro il sangue scorre più velocemente, migliorando l’ossigenazione del paziente.

Per concludere, il trattamento della malattia varicosa deve essere visto in maniera olistica. Il circolo è tutto collegato; le vene varicose sono tali perché hanno la parete più debole, ma l’ipertensione è la stessa in tutti gli altri vasi del circolo superficiale. Con la TRAP si può guarire mirando a rimuovere la causa della malattia varicosa.

Una vera rivoluzione, quindi con la TRAP, che al contrario di quanto avviene con la scleroterapia, conserva gli apparati valvolari (parte più resistente della vena), inoltre promuove una ordinata “rigenerazione” di tutti i vasi (il termine “rigenerazione” viene usato come  ripristino della struttura vascolare alterata e della funzione).

RISPOSTE AD ALCUNE DOMANDE CHE VENGONO POSTE SULLA T.R.A.P.

  1. CHE COSA SONO LE VENE VARICOSE E LE TELEANGECTASIE CAPILLARI?
    Le vene varicose e le teleangectasie visibili sono vasi superficiali abnormemente dilatati.

    Esse rappresentano la quantità di sangue che “scappa” dal circolo profondo a causa dell’insufficienza delle vene perforanti.
  2. CHE COSA SONO LE VENE PERFORANTI?
    Le vene perforanti sono i vasi che mettono in comunicazione il circolo superficiale con il circolo venoso profondo. Attraverso le vene perforanti integre il sangue dei vasi superficiali è aspirato nelle vene profonde.
  3. QUALE E’ LA CAUSA DELL’INCONTINENZA VALVOLARE DELLE VENE PERFORANTI?
    La causa principale dell’incontinenza valvolare delle perforanti è la debolezza congenita della parete dei vasi (meiopragia), che si manifesta per l’età, gli ormoni, la postura, le abitudini, l’obesità, ecc…

    Quando il paziente corre o cammina l’elevata pressione emodinamica, che spinge il sangue dal piede all’atrio destro, provoca la dilatazione delle vene perforanti meiopragiche e le valvole diventano incontinenti.
  4. COME SI “CURANO” LE VENE VARICOSE?
    Le vene varicose si curano non obliterando od asportando le vene che si vedono, ma rigenerando le pareti delle vene perforanti che non si vedono. Una soluzione rigenerativa è iniettata ordinatamente in tutti i vasi visibili ad occhio nudo o con la transilluminazione e spinto nelle vene perforanti che si rinforzano, si restringono e ripristinano la loro continenza. Non appena il circolo superficiale non è più sottoposto alla pressione emodinamica anomala determinata dall’insufficienza valvolare delle perforanti, anche le vene varicose superficiali riducono le loro dimensioni e spariscono alla vista. La fleboterapia rigenerativa tridimensionale rispetta l’anatomia e la fisiologia del circolo, nello stesso tempo, pur utilizzando una soluzione molto ben tollerata e molto poco irritante, consente di ottenere un risultato funzionale ed estetico. L’efficacia della fleboterapia rigenerativa tridimensionale non si basa sulla concentrazione della soluzione, come la scleroterapia tradizionale, ma sulla quantità della soluzione iniettata.
  5. PERCHÉ SI INIETTANO TUTTI I VASI VISIBILI AD OCCHIO NUDO E CON LA TRANSILLUMINAZIONE?
    Le metodiche tradizionali non possono agire su tutto il circolo superficiale e perforante, perché non è possibile obliterare od asportare tutti i vasi; al contrario è possibile rinforzare la loro parete e farla restringere se è dilatata.

    Quando una vena perforante è incontinente prima o dopo si manifesta visivamente in superficie, perché provoca la dilatazione dei vasi superficiali ad essa collegati. La dilatazione può essere visibile ad occhio nudo e dare luogo ad una varice, può essere visibile solo con la transilluminazione, oppure può manifestarsi come una minuscola teleangectasia. Se consideriamo che la patologia venosa è dovuta alla meiopragia (indebolimento della parete venosa) del circolo perforante, l’iniezione di tutti i vasi(sono le nostre “porte”) è vantaggiosa perché curando la più vasta area possibile di superficie endoteliale si riduce al minimo l’aspetto evolutivo che fa dire a tutte le scuole flebologiche “the disorder cannot be permanently cured”.
  6. SI DEVONO TRATTARE CON LA FLEBOTERAPIA RIGENERATIVA ENTRAMBI GLI ARTI INFERIORI?
    Poiché la patologia è determinata dalla meiopragia della parete delle vene è conveniente curare entrambi gli arti inferiori, anche perché la fleboterapia rigenerativa è preventiva. Non è conveniente per motivi emodinamici trattare contemporaneamente i due arti.

    È preferibile completare un arto e, successivamente, trattare il controlaterale. Questa procedura consente inoltre al paziente di verificare l’efficacia della metodica, confrontando l’arto trattato con il controlaterale non trattato.
  7. É POSSIBILE PREVENIRE L’INSORGENZA DELLA MALATTIA VARICOSA?
    Non solo è possibile ma è consigliabile prevenire l’insorgenza della malattia varicosa rigenerando il circolo perforante meiopragico, con l’aiuto della transilluminazione che riesce ad evidenziare i vasi dilatati non visibili ad occhio nudo. La transilluminazione è in grado di far vedere i vasi ectasici ancora non visibili ad occhio nudo ma di futura insorgenza. La prevenzione patologia venosa degli arti inferiori nei soggetti predisposti è uno degli obiettivi della TRAP.
  8. COS’E’ L’ULCERA VENOSA?
    Un’insufficienza valvolare grave ed inveterata può provocare una alterazione del trofismo tessutale e dare luogo ad un ulcera cutanea. La terapia dell’ulcera venosa deve essere vascolare e plastica. Oggi la TRAP consente di prevenire l’insorgenza di questo grave ed invalidante disturbo e può rappresentare un trattamento preventivo razionale, ma in presenza di ulcere conclamate la TRAP può ridurle fino ad ottenerne la guarigione in molti casi con un minimo di sedute.

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