capture 044 20052021 150328Cassandre smentite. Dal 26 aprile sono passate tre settimane e il virus anziché moltiplicarsi continua ad arretrare. E dire che per Massimo Galli, direttore del reparto di Malattie infettive del "Sacco" di Milano, le riaperture avrebbero riempito i reparti di rianimazione. «Si sappia», aveva detto, «che certe soluzioni vogliono dire tanti morti in più». I morti, il 26 aprile, sono stati 301. Ieri 140. Domenica 93. Il giorno delle riaperture i nuovi contagi erano 8.444, ieri 3.455. Il rapporto tra tamponi eseguiti e positività riscontrate era al 5,8% e ora al 2,9. Nelle terapie intensive tre settimane fa c'erano 2.849 persone. Adesso 1.754. Galli aveva ammonito: «È come se non ci si preoccupasse di un problema idraulico che rischia di provocare un allagamento». Finora sul pavimento solo qualche goccia. Ricordare le nefaste previsioni del professor Andrea Crisanti, poi, è ancora più semplice. Ne prendiamo una a caso datata 18 aprile: «Di calcolato», aveva detto commentando le parole di Mario Draghi, «vedo ben poco, e il vero rischio è di giocarci l'estate». 

DATI ALLA MANO - Vabbè. Matteo Bassetti, invece, direttore della Clinica di Malattie Infettive del "San Martino" di Genova, una settimana prima delle riaperture auspicava il ritorno di qualche migliaio di spettatori negli stadi per le ultime giornate di campionato, giusto per capire la differenza. Al solito si era preso del «negazionista» anche se parlava dati alla mano. Il campionato è finito senza pubblico (domenica prossima l'ultimo turno) ma domani per la finale di Coppa Italia e Reggio Emilia ci saranno 4.300 spettatori e a ogni partita degli Europei (prima edizione itinerante) che inizieranno l'11 giugno a Roma ce ne saranno almeno 20mila.

 

A metà aprile Bassetti "il negazionista" faceva notare che nel reparto Covid del suo ospedale c'erano 15 posti liberi su 24, che la situazione stava nettamente migliorando «grazie agli effetti della vaccinazione». Anche in questo caso ha visto le cose prima d'altri. Adesso Bassetti rilancia: «Via subito l'obbligo della mascherina all'aperto per i vaccinati e a giugno anche per gli altri. Chi vuole», sottolinea, «continui pure a usarla, se si sente più sicuro».

Nuove critiche ed esperti che prefigurano scenari apocalittici nonostante negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Israele e in altre parti del mondo funzioni già così. D'altronde il Cdc di Atlanta, punto di riferimento degli infettivologi, un mese fa ha certificato che tra vaccinati ci si può incontrare tranquillamente, mangiare assieme, partecipare a congressi, e Bassetti lo ha recentemente evidenziato in un'intervista a Libero. Ricordate la crociata anti-discoteche? Bassetti sta lavorando perché possano riaprire in sicurezza. Assieme ad alcuni colleghi tra cui Pier Luigi Lopalco a nome dell'Associazione italiana delle imprese di intrattenimento ha messo a punto un protocollo destinato all'analisi del comitato tecnico-scientifico. «Abbiamo osservato e appreso ciò che hanno fatto prima di noi alcuni Paesi europei più evoluti nell'organizzazione dei grandi eventi: Spagna, Olanda, Inghilterra, Grecia. Abbiamo mutuato i loro protocolli sanitari per gli eventi Covid-free e li abbiamo fatti nostri», ha spiegato Bassetti.

«BASTA PRENDERSELA CON I GIOVANI» - Che poi ha aggiunto: «Non sono state le discoteche a scatenare la seconda ondata, ma le scuole e i trasporti. Bisogna finirla di crocifiggere i giovani e massacrare il settore». Il 5 giugno a Gallipoli il "Praja" (discoteca all'aperto) farà entrare 2mila persone (si attende l'ok della Regione) le quali all'ingresso dovranno presentare l'esito di un tampone fatto nelle 36 ore precedenti e 10 giorni dopo la serata (che non prevede l'obbligo della mascherina) dovranno farne un altro. Sarà un esperimento importante. A Barcellona il 27 marzo c'è stato un concerto al chiuso con 5 mila persone con la mascherina e si sono contagiati solo in due. Scommettiamo che il protocollo-Bassetti (se accettato) funzionerà?

di Alessandro Gonzato per www.liberoquotidiano.it