capture 069 22052021 094510Era così nel 2006, quando arrivò a fare il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del peggiore governo che ricordi la storia repubblicana in questi decenni: il secondo guidato da Romano Prodi, con Vincenzo Visco alle Finanze e Fausto Bertinotti tirato a bordo. Enrico Letta è restato là, al governo delle 100 tasse che da queste fu travolto in meno di un lampo con tutta l'Italia in piazza. Come se quella batosta fosse stata del tutto inutile dopo 15 anni Letta jr è tornato al punto di partenza, a quel infelice manifesto politico della sua maggioranza di allora con la frase tremenda “Anche i ricchi piangano”.

Ai ricchi vuole togliere oggi come allora con la sua proposta di patrimoniale rimandata rumorosamente al mittente da Mario Draghi, e probabilmente oggi come allora finirebbe per togliere soprattutto ai poveri: il governo dell'Ulivo che aveva quei propositi da Robin Hood sgarrupato, finì per levare parte dello stipendio a italiani che guadagnavano meno di mille euro, facendo un pasticcio clamoroso con la riforma fiscale che sostituì detrazioni a deduzioni elevando l'imponibile su cui si effettuava il prelievo fiscale. Pur avendo in testa solo le tasse, che sono la loro passione, non ne capirono nulla e fecero quella grande frittata.

 

L'unica cosa certa ora come allora è che quando questa sfilza di nostalgici comunisti si muove per togliere ai ricchi (e manco sanno chi siano, come dimostrano gli evasori fiscali che di loro si fanno da lustri gran beffa), alla fine portano sempre via ai poveri. L'unica possibilità che la povera gente ha per non farsi portare via da Pd e dintorni quel poco che si sono sudati, è di tenerli fuori dalla stanza dei bottoni, così non  possono fare pasticci. Gli elettori da anni, avendolo capito, lo fanno. Ma quelli sono prepotenti e furbi come serpenti, così offrendo la loro mela avvelenata al più ingenuo di turno, riescono sempre a tornare in quella stanza dei bottoni da cui gli elettori volevano toglierli per sempre. E fregano tutti. Speriamo che Mario Draghi riesca sempre a dare la bacchettata sulle mani: “via da quei bottoni”, come appena fatto con quel furbetto di Letta jr...