capture 105 26052021 095203Don Gianandrea Di Donna, direttore dell’Ufficio diocesano per la liturgia a Padova, sabato scorso ha scacciato un gruppo musicale che stava eseguendo sul sagrato del Duomo della città la canzone Bella Ciao. «Qui no, né rosso né nero», ha tuonato il prete interrompendo il concerto della band musicale ingaggiata dal Comune. La notizia è riportata dal Corriere Veneto, che ha pubblicato anche il video dell’interruzione. Sul sagrato della Chiesa – è il messaggio del sacerdote – non si fa politica.

La rabbia dell’Anpi: Bella Ciao esalta la libertà

L’Anpi si è risentita e ha replicato a don Di Donna: «Reverendo, lei si è sentito in dovere di intervenire perché Bella Ciao costituirebbe oltraggio rispetto alla sacralità del luogo di esecuzione. Facciamo osservare che Bella Ciao è un canto che esalta la Libertà, i partigiani morti. Non è un canto rosso: è un canto per la Resistenza». Il senatore padovano della Lega Andrea Ostellari ha invece difeso il prete sostenendo che la sua è stata solo una scelta di buon senso.

 

Le polemiche su Bella Ciao in chiesa

Non è la prima polemica che riguarda Bella Ciao e i luoghi in cui si pretende di cantare l’inno partigiano. Nel Natale del 2019 fu cantata durante un concerto a San Luigi dei Francesi a Roma e ne nacquero vivaci polemiche. Il portavoce della chiesa osservò che era stato del tutto inopportuno intonare il ritornello della canzone senza neanche avvisarlo. Supporter di Bella Ciao invece un altro prete, don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro a Pistoia, che fece eseguire il canto della Resistenza partigiana al termine della messa domenicale.

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