capture 004 14062021 103407Trieste, via libera in giunta alla delibera che istituisce la data del 12 giugno come solenne ricorrenza della città con la denominazione di “Giornata della Liberazione della Città di Trieste dall’occupazione jugoslava”. La giornata di festa, proposta dal sindaco Roberto Dipiazza, intende commemorare il 12 giugno del 1945. In quella giornata le truppe del IX Korpus del cosiddetto Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia (EPJ), che il 1° maggio avevano occupato Trieste proclamandone l’annessione alla Jugoslavia comunista, si ritirarono in seguito agli accordi col  generale Alexander.

La feroce occupazione jugoslava

Nella delibera si cita anche la motivazione della concessione della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Città di Trieste che, si ricorda, a causa della “durissima occupazione straniera subiva con fierezza il martirio delle stragi e delle foibe non rinunciando a manifestare attivamente il suo attaccamento alla Patria…”.

Le espressioni di Monsignore Santin, Vescovo di Trieste e Capodistria descrivono l’atmosfera che si respirava in città: “Vivissimo era l’allarme e lo spavento invadeva tutti… In città dominava la violenza contro tutto ciò che era italiano. Tutti i giorni dimostrazioni di Sloveni convogliati in città, bandiere jugoslave e rosse imposte alle finestre. Centinaia e centinaia d’inermi cittadini, Guardie di Finanza e Funzionari civili, prelevati solo perché Italiani, furono precipitati nelle foibe di Basovizza e Opicina. Legati con filo spinato, venivano collocati sull’orlo della foiba e poi uccisi con scariche di mitragliatrice e precipitati nel fondo. Vi fu qualcuno che, colpito, cadde sui corpi giacenti sul fondo e poi, ripresi i sensi per la frescura dell’ambiente, riuscì lentamente di notte ad arrampicarsi aggrappandosi alle sporgenze e ad uscirne. Uno di questi venne a Trieste da me e mi narrò questa sua tragica avventura”.

 

Il fastidio dell’esponente Pd

La decisione della Giornata della Liberazione dalle truppe comuniste di Tito ha procurato fastidio alla dem Laura Famulari, che si è augurata che Trieste la smetta di guardare al passato per far arrivare il momento in cui le memorie non saranno in competizione. Ma non è che le memorie siano in competizione. Semplicemente alcune memorie non sono collettive, sono state sbianchettate dalla coscienza degli italiani. Ravvivarle è dunque sempre operazione benemerita.

 di Redazione per www.secoloditalia.it