capture 023 28062021 151700Vince Tempera, uno dei più grandi compositori di tutto il mondo, parla della sua carriera e dei suoi successi in una intervista a Radio Padania Libera che oggi La Verità ha pubblicato a firma di Francesco Borgonovo.

Un artista, Vince Tempera, che ha collaborato con Paolo Villaggio e Francesco Guccini e che ha reso popolari molte sigle di cartoni animati a cominciare da quella di Ufo Robot, nel 1978. Molto divertenti gli aneddoti che Vince Tempera racconta, come quello che riguarda la sigla di Capitan Harlock in un periodo in cui il politicamente corretto non era così pressante come oggi ma cominciava ad affacciarsi per conformismo o per pavidità.

«Io e Luigi Albertelli – racconta – scriviamo la sigla di corsa perché in Rai ci avevano chiesto di attivarci appena 10 giorni prima. Andiamo a Roma, dalla dirigente responsabile dei cartoni, e quando sente la sigla scuote la testa: c’è qualcosa che non va. “Eh”, ci dice, “c’è quella frase che dovete tagliare”. E noi: “Quale?”. “Teschio nero”». Beh, Capitan Harlock è un pirata, è normale che ci fossero di mezzo dei teschi… «Secondo la dirigente Rai “ricordava il fascismo“. Siamo dovuti tornare a Milano, tagliare con le forbici quelle parole, montarne altre, e rimandare la sigla. Che è uscita in versione censurata da questa signora molto ossequiosa».

 

Anche Quentin Tarantino, cultore del cinema “di genere” italiano, ha subìto il fascino delle sue colonne sonore. «Nel 1975, sempre con gli amici Bixio e Frizzi, scriviamo la colonna sonora di Sette note in nero per Lucio Fulci. Il quale, per inciso, fu anche il paroliere di 24.000 baci di Celentano. Bene, dopo 35 anni Sofia Coppola, allora fidanzata di Tarantino, stava cercando in un mercatino un regalo per il suo compleanno. Trovò il 45 giri di Sette note in nero. Lui in quei giorni stava finendo di montare Kill Bill. Il giorno dopo aver sentito il disco ha chiamato Roma e ne ha comprato i diritti. Come vedete, nella vita a volte bisogna avere fortuna…».

Tra le musiche che Vince Tempera ama di più c’è El negro Zumbon, tratta da un film con Silvana Mangano degli anni ’50. «Senta questa – racconta ancora Vince Tempera-  Qualche anno fa ero in Parlamento, per una esibizione. Tra i titoli in scaletta inserisco anche El negro Zumbón. Venne la presidente della Camera dei deputati di allora…». Laura Boldrini?«Bravo! Mi disse: “Maestro, non si può dire… El negro Zumbón! E io: “Mi scusi ma è il titolo registrato alla Siae, cosa vuole che le dica?”. Per altro in questo brano non c’è nulla di offensivo, figuriamoci. Però oggi sta diventando tutto problematico…». Il brano, tra l’altro viene recuperato anche da Nanni Moretti una famosa scena del film “Caro Diario“.

 
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