capture 036 29062021 183423Condannata a una sanzione di 1.032 euro e dovrà pagare 5mila euro alla parte civile. Il tribunale di Torino ha condannato per diffamazione aggravata il viceministro dell’Economia, la grillina Laura Castelli. Come riporta il sito dell’Ansa, condannati anche altri due imputati, mentre altre tre persone sono state assolte per la “tenuità del fatto”. A gennaio saranno processati altri 6 imputati che hanno scelto l’abbreviato e il patteggiamento. Il procedimento riguardava un post su Facebook in cui criticava una candidata Pd alle amministrative 2016, Lidia Roscaneanu. Sotto il post furono molti gli insulti sessisti e razzisti contro la donna, di origini romene.

Laura Castelli, il post su Fb

Ecco la vicenda. Come riporta LaStampa.it Castelli, sul web, aveva postato una foto che ritraeva Lidia Lorena Roscaneanu, giovane candidata del Pd nella circoscrizione 3, insieme a Piero Fassino, all’epoca in corsa per Palazzo Civico. Lo scatto era stato tagliato in modo che non comparisse un’altra candidata presente. «Che legami ci sono tra i due?», commentò allora Castelli. Specificando, come riporta ancora La Stampa.it, che la donna lavorava come cassiera nel bar del Palagiustizia, il cui appalto era stato affidato «ad un’azienda fallita tre volte» con un «ribasso sospetto». E ancora: «La Procura indaga. Fassino candida la barista nelle sue liste. Quanto meno inopportuno, che dite?». Il post, ripreso dal blog del Movimento 5Stelle, in pochi minuti era rimbalzato da un profilo all’altro. Centinaia i commenti volgari e sessisti.

 

Castelli: «Rispetto la sentenza, ma presenterò appello»

«Rispetto la sentenza, ma presenterò appello, certa che nel giudizio di secondo grado verrà riconosciuta la scriminante dell’esercizio del diritto di critica politica», ha detto il viceministro. E il suo legale Concetta Cagia, al quotidiano torinese, ha puntualizzato: «La mia assistita non aveva intenzione di screditare nessuno. Si trattava di critica politica e la questione riguardava una notizia vera, cioè l’appalto del bar del Tribunale».  «Sono contenta», la reazione di Roscaneanu riportata da La Stampa. «Non è una questione di soldi, ma di principi e valori».

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