capture 092 14072021 111854Tutti teologi. Il Vaticano avverte il governo italiano che il ddl Zan viola il Concordato – perché mette a rischio la libertà di parola e di organizzazione dei cattolici – e d’un tratto milioni di Ct della Nazionale, intenti a valutare inginocchiamenti vari, si riscoprono esperti di Patti Lateranensi. Emblematico un sentito editoriale sul Fatto Quotidiano di una delle maggiori teologhe della Santa Romana Chiesa, Cathy La Torre. Dall’umilissimo titolo: “Al Vaticano dico: il ddl Zan vuole applicare (davvero) le parole del Vangelo”. In fremente attesa di leggere una sintesi divulgativa del dogma cristiano da parte di Vladimir Luxuria, ci soffermiamo un attimo su La Torre.

Cathy La Torre (stra)parla di amore secondo il Vangelo

L’avvocatessa e attivista Lgbtqi (stra)parla di amare il prossimo tuo come te stesso. Arrogandosi il diritto di sindacare sulla nota del Vaticano, di affermare che il ddl Zan, più che la Chiesa, metta davvero in pratica il Vangelo. “Vogliamo amarci tutti senza odio per davvero”, scrive. Ma il tono – attenzione – non è fuffoloso, è agguerritissimo. Un attacco in piena regola a uno “Stato straniero”, a una “monarchia assoluta” con tutti i crismi (lo scriviamo apposta, ché alla fine ‘ste buffonate un sorriso ce lo strappano). Perché la Santa Sede si deve fare gli affari suoi. Che poi è la stessa cosa che stamane ha detto il compagno Fico, il presidente della Camera (poco prima che Draghi riferisse in merito alla nota della Santa Sede).

Il Vaticano non deve intromettersi? Ma se è il contrario esatto

Il succo insomma è che il Vaticano non si deve intromettere nelle questioni di uno Stato laico. Niente di più sbagliato. Non a caso questa rubrica si intitola Tutti ne parlano (a sproposito): ciò che contesta la Santa Sede è che proprio per come è scritto il ddl Zan colpisce e discrimina i fedeli, i cattolici. Semmai quindi è il contrario esatto: una legge dello Stato italiano mette a rischio le libertà dei cattolici. E, soprattutto, impedisce alla Chiesa di fare il suo lavoro: “La libertà di esercizio del Magistero”. Ma alla massa di teologi promossi sul campo dei social e dell’Internet – ai vari Fedez e Elodie, per intenderci – fa gioco ribaltare la questione. Peccato che però Draghi (per fortuna) dovrà rendere conto proprio di quanto obiettato dalla Santa Sede e non dell’editoriale di una avvocatessa della lobby Lgbtqyzx. O di quello, sullo stesso livello e dello stesso tenore – fa ridere, insomma – di Michela Murgia sulla Stampa, dove però il tono più che da dottoressa della Chiesa è da costituzionalista.

Si citano le Sacre Scritture senza ritegno alcuno

Strano che ancora nessuno non abbia scomodato il povero Cavour con “Libera Chiesa in libero Stato”. Ma ormai siam pronti a tutto. Quando un rapper influencer fa le pulci al Vaticano su tasse non pagate per attaccarlo sul ddl Zan, è evidente che siamo al delirio totale. Un po’ come la cantante che dice “meno male che non sono battezzata”. Tutti se ne escono come i cavoli a merenda, perché l’importante – ricordiamolo – è sempre la visibilità (oltre che portare acqua al mulino arcobaleno). Non importa, dunque, se si dicono castronerie, ma bisogna commentare la notizia del momento. Tutti teologi, dunque, citando a sproposito le Sacre Scritture, senza ritegno alcuno. Ma anche tutti esperti di diritto. Nonché tutti profeti e praticanti dell’amore universale omosessuale (o gender fluid, che sta bene su tutto). E chi se ne importa se ci sono qualche miliardo di etero. Il Vangelo dice che dobbiamo amarci tutti, senza odio. Certo. Se è per questo la Bibbia dice pure “Crescete, moltiplicatevi e riempite la terra“. Ecco, Dio non voglia (è il caso di dirlo) che la lobby Lgbtqwzx sfrutti pure questo passo per dire che l’utero in affitto è sancito e tutelato dalle Sacre Scritture.

Il corto circuito dei fan di Bergoglio

Il cortocircuito che più ci diverte, comunque, è che i tanti immigrazionisti e anti-italiani che (a ragion veduta) sentivano Bergoglio come il loro Papa, ora si ritrovano alle prese con un Pontefice che critica il ddl Zan. Perché, proprio in virtù della monarchia assoluta di cui sopra, è ovvio che se il ministro degli Esteri del Vaticano monsignor Gallagher contesta la legge sull’omotransfobia, lo fa su ordine del Papa. Alla fine dunque, la legge sarà riscritta e forse questa entrata in campo della Chiesa – quella dei roghi e dell’Inquisizione – alla fine permetterà a tutti – laici, agnostici e atei compresi – di conservare la libertà di pensiero e di espressione. Povero Draghi, dunque, alle prese con una potenziale crisi. Ma povera politica, pure, rimessa in riga da Oltretevere.

di Adolfo Spezzaferro per www.ilprimatonazionale.it